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Tecnica e stili di gioco

Tra tecnica e allenamento c'è... il movimento - Tutorial

Non sempre, chi è dotato di una buona tecnica riesce a ottenere buoni risultati. Un concetto che vale sempre, a qualsiasi livello. Il motivo, è che alla tecnica va affiancato un allenamento corretto, fondato sui movimenti da adattare a ogni singolo giocatore e a ogni situazione di gioco. Ecco la prima parte del lavoro

di | 14 dicembre 2020

Daniil Medvedev, esempio di tecnica funzionale al risultato

Daniil Medvedev, esempio di tecnica funzionale al risultato

Il tennis è tecnica, certo. Ma quando si apprendono le basi di tecnica, il lavoro non è affatto terminato. Anzi, al contrario: siamo soltanto all'inizio. Perché la tecnica da sola non basta, e con la sola tecnica non si vincono le partite. Bisogna portare questa tecnica in allenamento, dove ci sono altre variabili che diventano determinanti per arrivare a svolgere un lavoro efficace.

Su tutte, c'è la variabile del movimento. Muoversi in maniera corretta è fondamentale perché la tecnica non resti fine a se stessa. Dunque bisogna trovare il modo di fare delle proprie gambe la molla per consentire alla tecnica di esprimere il suo potenziale. La parte bassa del corpo deve dunque dialogare con la parte alta, in modo che l'insieme produca un risultato adeguato a. 

Cominciamo col dire che a volte, anche agli amatori, capita di riuscire a unire le due fasi in maniera corretta. Però si tratta di momenti casuali, lasciati all'istinto più che alla consapevolezza. Il nostro obiettivo dunque dovrà essere quello di rendere questo lavoro sistematico, in modo che diventi un automatismo quando andremo in campo per giocare un match. Ecco le varie fasi di un allenamento adeguato:

  • Per prima cosa cerchiamo un caricamento veloce e breve, su uno spostamento breve. L'obiettivo per l'atleta è quello di arrivare con la gamba destra (parliamo di un destro, che gioca il diritto) piegata e sulla quale avviene il caricamento. Il piede sinistro, invece, rimane sollevato.
  • In una seconda fase dell'esercizio, si cerca di esasperare il caricamento del ginocchio per trovare maggiore spinta sulla palla. A occhio nudo, per chi guarda da fuori, cambia poco. Ma l'atleta deve sentire che quel piegamento del ginocchio lo aiuta a dare maggiore energia al colpo nella parte superiore del corpo. Lo slancio superiore avviene comunque sempre con il piede sinistra sollevato.
  • Il terzo step si avvicina maggiormente a quello che accade in partita. Il giocatore continua a fare tre passi indietro per lasciare spazio alla palla in arrivo, ma gli si chiede maggiore dinamicità, e allo stesso tempo dovrà cercare di modulare il colpo perché sia profondo e carico. Obiettivo finale: riportare lo scambio da una situazione di difficoltà a una situazione di parità.
  • L'ultima fase è molto simile a un movimento reale della partita: c'è innanzitutto più velocità nello spostamento, ma quello che è determinante è il movimento di rientro verso la riga di fondocampo dopo aver eseguito il colpo. Proprio questo secondo aspetto, la capacità di ritrovare la posizione una volta concluso il colpo, ci permetterà di trovare equilibrio e stabilità
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