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Non sempre, chi è dotato di una buona tecnica riesce a ottenere buoni risultati. Un concetto che vale sempre, a qualsiasi livello. Il motivo, è che alla tecnica va affiancato un allenamento corretto, fondato sui movimenti da adattare a ogni singolo giocatore e a ogni situazione di gioco. Ecco la prima parte del lavoro
di Massimo Sartori | 14 dicembre 2020
Il tennis è tecnica, certo. Ma quando si apprendono le basi di tecnica, il lavoro non è affatto terminato. Anzi, al contrario: siamo soltanto all'inizio. Perché la tecnica da sola non basta, e con la sola tecnica non si vincono le partite. Bisogna portare questa tecnica in allenamento, dove ci sono altre variabili che diventano determinanti per arrivare a svolgere un lavoro efficace.
Su tutte, c'è la variabile del movimento. Muoversi in maniera corretta è fondamentale perché la tecnica non resti fine a se stessa. Dunque bisogna trovare il modo di fare delle proprie gambe la molla per consentire alla tecnica di esprimere il suo potenziale. La parte bassa del corpo deve dunque dialogare con la parte alta, in modo che l'insieme produca un risultato adeguato a.
Cominciamo col dire che a volte, anche agli amatori, capita di riuscire a unire le due fasi in maniera corretta. Però si tratta di momenti casuali, lasciati all'istinto più che alla consapevolezza. Il nostro obiettivo dunque dovrà essere quello di rendere questo lavoro sistematico, in modo che diventi un automatismo quando andremo in campo per giocare un match. Ecco le varie fasi di un allenamento adeguato:
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