Lo ripeto sempre, nei miei allenamenti: il rovescio in back è un colpo di attacco. Quando lo giochiamo con i piedi ben posizionati, possiamo decidere anche di seguirlo a rete, e allora dovremo cercare di mettere il nostro avversario nelle condizioni peggiori per giocare il passante. Dunque palla bassa, ricerca degli angoli e via, per puntare alla volèe (ma magari non ce ne sarà nemmeno bisogno). Dunque cosa cambia, tra un back giocato per restare a fondocampo, e un altro votato all'approccio? La risposta sta nel movimento delle gambe e nella rincorsa verso la rete.
Al di là del gesto tecnico che va imparato correttamente, la differenza sta dunque nella parte bassa del corpo, nell'equilibrio e nella brillantezza.
- Un esercizio molto semplice, alla portata di tutti, è questo: attacco in back da una parte, presa della rete e volèe dall'altra parte. Semplice? Certo, ma proprio la ripetizione di un gesto all'apparenza banale ci consente di trovare quegli automatismi tali da poterlo riprodurre senza problemi in partita. Deve risultare tutto automatico, nel momento in cui prendiamo una decisione. Non ci sarà il tempo per pensare a come posizionare i piedi per andare a rete.
- Quando si arriva a rete, prima di giocare la volèe, è sempre utile trovare il proprio equilibrio attraverso lo split step, il saltino a piedi uniti che permette di avere stabilità in vista del colpo successivo. Oggi tra i professionisti, capita spesso che i giocatori non lo facciano, perché arrivano in sostanza su una gamba sola e in corsa. Questo è dovuto al poco tempo a disposizione, alla velocità degli scambi. Ma se c'è tempo, lo split step va giocato.
- Un aspetto fondamentale sarà tenere la palla bassa, perché questo impedirà al nostro avversario di giocare un passante comodo. Anche se riuscirà a organizzare un colpo, probabilmente sarà facile preda di una nostra volèe. Dunque, l'obiettivo primario è mettere l'altro in una condizione di disequilibrio.
- Un altro aspetto decisivo è la scelta della palla su cui venire avanti. Non tutto dipende dalla zona di campo dove rimbalza la pallina, perché possiamo avere una palla più corta ma molto veloce, difficile da fronteggiare. Personalmente, suggerisco di attendere una palla più lenta e dunque più gestibile, dove ci sia maggiore tempo per la nostra manovra.
- Avete mai notato cosa fa Roger Federer in risposta alla seconda di servizio? Spesso e volentieri, prende l'iniziativa con una risposta in back di rovescio, cercando la rete. Ma lo fa con un piano di azione ben preciso, quello di accorciare il campo: dunque da destra andrà in lungolinea, da sinistra giocherà incrociato stretto. Noi non siamo Roger, ma possiamo provare a imitarlo.
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