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Bolelli e Vavassori, quanto è bello questo 'nuovo' doppio

La sensazione, prima ancora di vederli in campo, è che Andrea e Simone si trovino bene fuori. Come del resto testimoniano le loro dichiarazioni e i loro scatti social. Due ragazzi con percorsi diversi che adesso possono crescere ancora

11 agosto 2023

Sono i due doppisti più puri del panorama tennistico tricolore. Uno, ormai, si dedica solo alla specialità di coppia. L'altro, invece, porta avanti singolare e doppio ogni volta che può. Simone Bolelli, 37 anni, e Andrea Vavassori, 28, sono la novità (relativa) di questa fase centrale del 2023. Avevano già giocato insieme in passato (anche in Nazionale, in Atp Cup), ma solo da pochi mesi, dall'inizio della stagione sull'erba, hanno deciso di fare coppia fissa.

I risultati, che poi sono uno dei collanti di ogni team, sono arrivati subito: finale nel 500 sull'erba di Halle, finale sulla terra di Umag, semifinale a Bastad. Qualche rimpianto c'è, visto che entrambi i match decisivi li hanno persi al super tie-break, quello in Croazia addirittura per 15 punti a 13. Ma prevale la soddisfazione di aver subito trovato la quadra, cosa affatto facile quando si è all'inizio di una partnership fra due giocatori abituati a compagni diversi.

Bolelli e Vavassori, il nuovo doppio che funziona

La sensazione, prima ancora di vederli in campo, è che Andrea e Simone si trovino bene fuori. Come del resto testimoniano le loro dichiarazioni e i loro scatti social. Vavassori è un timido, Bolelli pure. Tutti e due stanno bene lontano dai riflettori, ma in campo sanno come caricarsi. E se il bolognese porta tutta l'esperienza accumulata in quasi 20 anni di professionismo, il piemontese sa portare un entusiasmo che fa bene a entrambi. 

Tecnicamente, parliamo di due ragazzi completi, con caratteristiche simili. Entrambi spingono con servizio e diritto e sono meno sicuri sul lato del rovescio, mantenendo comunque una qualità alta tanto nello scambio, quanto in risposta. L'obiettivo è prendere la rete prima possibile, rompere gli schemi, aggredire gli avversari su ogni singolo quindici. Non è un caso che proprio dall'erba siano arrivati immediatamente i primi segnali incoraggianti.

Simone Bolelli in Coppa Davis a Malaga (Foto Sposito)

Bolelli ha dimostrato, nel corso degli anni, di potersi affiancare a giocatori con caratteristiche molto diverse l'uno dall'altro, senza perdere di efficacia. Dopo i grandi risultati con Fabio Fognini (incluso uno Slam, l'Australian Open 2015), Simone aveva trovato nell'argentino Maximo Gonzalez un compagno affidabile, salvo poi tornare a far coppia con Fognini quando il ligure ha ripreso in considerazione la specialità. Vavassori, allo stesso modo, ha fatto la fortuna (nei tabelloni di doppio) di tanti colleghi: il tedesco-giamaicano Dustin Brown, Lorenzo Sonego, il brasiliano Marcelo Demoliner, Andrea Pellegrino, il ceco Zdenek Kolar.

Dunque, quale è la prospettiva? Intanto è logico pensare in grande. Considerato che Bolelli – ormai da 4 anni – ha abbandonato il singolare, non ci dovrebbero essere grossi problemi di programmazione. Resta da capire quali saranno le scelte di Vavassori, nel momento in cui la classifica di singolare dovesse migliorare ulteriormente: oggi Andrea è numero 157 Atp e 156 della Race, chiaro che se riuscisse ad agguantare i top 100 la situazione potrebbe cambiare. Proprio dalle sue parole, però, il piemontese ha più volte fatto intendere di non voler rinunciare a nulla: non alle sue chance in solitudine, non al doppio. Ecco perché questo sodalizio con Bolelli potrebbe proseguire, supportato da risultati che già oggi mettono la coppia al numero 31 della Race, primo team azzurro nella specialità.

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