-
Atp

Fils, prossimo re di Francia, visto dal coach: "Mai lineare, ma crescerà"

Il francese ha cominciato il 2023 vincendo il Challenger portoghese di Oeiras, si è quasi ripetuto a Quimper (finale), si è preso la semifinale a Montpellier (dove ha perso da Jannik Sinner) e Marsiglia (fermato da Bonzi). Poi, il primo titolo Atp a Lione, piegando Francisco Cerundolo in finale

18 agosto 2023

È numero 46 al mondo, numero 3 di Francia in classifica Atp. Ma nella Race è già numero 36, molto più vicino ai due che lo precedono, Adrian Mannarino e Ugo Humbert. Il punto però è un altro: l'età. Arthur Fils ha 19 anni compiuti da poco e in sostanza è alla prima stagione a pieno ritmo nel Tour maggiore, visto che in gennaio era ancora numero 251 al mondo. In pochi mesi, ecco il salto di qualità, che adesso porta il tennis transalpino a sperare di avere tra le mani un ragazzo dal potenziale davvero importante. Proprio nei giorni in cui si celebra il ritorno di Gael Monfils, anni 36, con il leader Mannarino che ne ha 35 e Humbert che appare giovane a 25 anni, aver trovato un teen-ager pronto per il vertice sembra una benedizione del cielo.

Riassumendo: Fils ha cominciato il 2023 vincendo il Challenger portoghese di Oeiras, si è quasi ripetuto a Quimper (finale), si è preso la semifinale a Montpellier (dove ha perso da Jannik Sinner) e Marsiglia (fermato da Bonzi), in entrambi i casi entrando in tabellone grazie a una wild card. Avanti: qualificazione e secondo turno al Masters 1000 di Roma, primo titolo Atp a Lione (piegando Francisco Cerundolo in finale), semifinale ad Amburgo. Un percorso che denota continuità ad alto livello, per un ragazzo che fino a poco tempo fa aveva addosso l'etichetta di fenomeno senza però avere ancora il supporto dei risultati.

Oggi no, oggi è diverso. Fils si è giocato benissimo le sue chance e ha dimostrato di non avere nessuna paura: è un giocatore brillante, che sa fare tutto e che ha un tennis esplosivo, degno dei suoi connazionali che sono arrivati al vertice in tempi recenti. Intanto è il più giovane fra i top 50 al mondo, il primo dei 2004. Con i 2003 Carlos Alcaraz e Holger Rune come modelli di riferimento su cui fare la corsa. “Due esempi”, ha fatto sapere Arthur, ma senza che per questo debbano diventare inaccessibili. 

Del resto il carattere non manca, al transalpino nato a Bondoufle, a sud di Parigi. Lo ha dimostrato in particolare a Lione, dove ha vinto il torneo tra crampi, litigi con l'arbitro, partite vinte due volte (vedi match contro Nakashima). Insomma, non è uno che si lasci andare alla prima difficoltà. Inoltre, è uno di quei personaggi che piacciono alla gente: è capace di esternare le proprie emozioni e in campo è un generoso, di quelli che prima di perdere un quindici lasciano l'anima in campo. “I miei genitori – spiega per raccontarsi – mi hanno cresciuto con l'idea di non aver paura di nessuno: per questo non mi metto alcun limite, non sarebbe giusto nei miei confronti”.

Prodotto della FFT, la Federazione francese, è seguito dal coach Laurent Raymond, già al fianco di Corentin Moutet: “Non sarà mai un tipo lineare nella sua carriera – ha spiegato l'allenatore – anche se mi piacerebbe sbagliare. L'unica cosa che gli suggerisco è di lavorare e di tenere i piedi per terra, così potrà continuare a salire in classifica. Oggi sta sperimentando le prime pressioni, sensazioni nuove, ma lui è rimasto lo stesso di prima, questo mi fa ben sperare”.

Loading...

Altri articoli che potrebbero piacerti