-
Atp

La seconda vita di Napolitano, tra l'India e Milano (con vista top 100)

Essere numero 160 al mondo, a un ragazzo di 28 anni che aveva da anni ambizioni più alte, potrebbe fare l'effetto di una tisana. E invece no, invece conta eccome, perché siamo a soli 8 posti dal best ranking. Nella Race il biellese risulta addirittura numero 79

19 febbraio 2024

Il primo titolo Challenger a Ortisei, nel 2016. Stefano Napolitano all'epoca ha 21 anni e un grande avvenire che sembra scritto per lui. Per lui e per la generazione che fa sognare il tennis italiano, quella che comprende anche Gianluigi Quinzi, Matteo Donati e Filippo Baldi, tutti nati tra 1995 e 1996. Tutti talenti importanti, che da under hanno mostrato di poter nutrire ambizioni adeguate ai loro sogni. Quel passaggio al mondo dei pro, tuttavia, non è semplice per nessuno. E la cattiva sorte non fa sconti. Così oggi tre di quei quattro piccoli moschettieri azzurri hanno dovuto appendere la racchetta al chiodo. Il quarto è ancora lì che lotta, alla soglia dei 29 anni, e che si prende il secondo Challenger in carriera, a otto anni di distanza dal primo.

Stefano Napolitano, dei quattro classe '95 e '96, è sempre stato il più equilibrato, in termini tecnici. Colpi puliti, diritto efficace quanto il rovescio, buon servizio, bagaglio tecnico completo. Il punto debole è sempre stato da ricercare in qualcosa di diverso, per esempio nella continuità di rendimento. Per esempio in un fisico che spesso gli ha chiesto il conto. Eppure lui non si è arreso mai, e adesso pare pronto finalmente per raccogliere un qualcosa di più di un successo nelle retrovie. Non è tanto la vittoria nel Challenger di Bangalore (che comunque è categoria 100, ossia 100 punti in tasca a chi lo vince), quanto una nuova consapevolezza e una posizione in classifica che si fa più interessante per tanti motivi.

Stefano Napolitano colpisce di rovescio (foto Twitter Bangalore Open)

Essere numero 160 al mondo, a un ragazzo di 28 anni che aveva da anni ambizioni più alte, potrebbe fare l'effetto di una tisana. E invece no, invece conta eccome, perché tornare a soli 8 posti dal proprio best ranking in una seconda carriera che appare appena cominciata è qualcosa che riempie di orgoglio e di motivazioni. Di più: c'è anche la Race a sorridere a Stefano, visto che prendendo in considerazione solamente il 2024 (e qualche settimana di fine 2023) il biellese risulta addirittura numero 79. Davanti a Giulio Zeppieri e a personaggi come Struff, Fognini, Paire, Raonic e via dicendo. Niente per cui montarsi la testa, ma qualcosa su cui mettere basi solide per far andare quest'annata ancora meglio di così.

Sì perché i margini di progresso ci sono, e stanno tutti nella parola magica: fiducia. Quella che ha cominciato a fare capolino nel 2023 e che con questo trionfo indiano deve aver messo il turbo. Napolitano, cresciuto con papà Cosimo in una famiglia venuta su a pane e sport, adesso è di base in provincia di Milano, nel progetto tutto nuovo che Ugo Pigato sta lanciando sui campi dell'ex Jolly di Novate Milanese: si chiama Cantera Tennis Team e tra i suoi pilastri c'è Giacomo Oradini, ex professionista che da tempo si è dato (con ottimi risultati) al ruolo di coach. Per anni, 'Jack' (ex 704 Atp) ha accompagnato nel circuito Itf Lisa Pigato, figlia di Ugo. Mentre adesso, con papà e figlia impegnati insieme, si è dedicato al progetto Napolitano a tempo pieno. Con risultati che invitano a proseguire su questa strada.

Stefano Napolitano (foto Sposito)

Difficile dire fin dove possa spingersi, il ragazzo nato a Biella l'11 aprile del 1995. Di certo c'è che non vale meno di tanti top 100 attuali, al contrario. Anche se oggi il tennis italiano si può permettere di guardare tutti dall'alto al basso con la generazione dei ventenni, i ragazzi vicino ai 30 hanno ancora qualcosa da dire. E in fondo questo trionfo a Bangalore è arrivato a testimoniarlo proprio nel momento ideale, garantendo all'Italia un tris clamoroso: Jannik Sinner a segno a Rotterdam, la coppia Bolelli/Vavassori vincitrice del suo primo torneo a Buenos Aires, e poi lui, Napolitano con la coppa del Challenger indiano. Era il 2018 quando Stefano, a Bergamo (dove l'anno successivo avrebbe vinto proprio Sinner), perdeva la finale da Matteo Berrettini, arrivando peraltro molto vicino al successo. Poi le strade dei due si sono divise. Ma adesso Napolitano è pronto a ripartire.

Loading...

Altri articoli che potrebbero piacerti