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Il romano ha in tasca la qualificazione per la sesta edizione delle Next Gen ATP Finals, la prima in programma al King Abdullah Sports City di Jeddah. Sarà il settimo italiano a giocare l’evento. La concorrenza non sembra delle più spietate, quindi l’azzurro – fresco di ingresso fra i primi 100 – può puntare a una settimana da protagonista
06 novembre 2023
La sua comparsa al Challenger di Bergamo è stata utile solo perché gli ha permesso di coronare un piccolo sogno che conservava da anni, cioè quello di giocare il doppio col suo idolo Fabio Fognini, ora diventato anche mentore sotto l’etichetta dell’agenzia di management Back to Next. Per il resto, Flavio Cobolli ha salutato il torneo all’esordio – battuto dall’esperto Pierre-Hugues Herbert – e ha immediatamente spostato il focus su Helsinki, dove da lunedì sarà in gara nel suo ultimo Challenger del 2023. Poi, l’attenzione passerà alla prima edizione saudita delle Next Gen ATP Finals, in programma al King Abdullah Sports City di Jeddah nella settimana a cavallo fra novembre e dicembre.
Attualmente, il romano è uno dei giocatori sicuri di un posto e ha praticamente la certezza di rimanerlo, visto che occupa l’ottavo posto della Race under 21, che però annovera anche Alcaraz, Rune, Shelton e Musetti. I primi due giocheranno le Finals dei grandi quindi non ci saranno, lo statunitense dopo l’eliminazione da Parigi-Bercy ha dato l’appuntamento in Australia, mentre Musetti ha disputato l’evento già due volte e vien difficile ipotizzare – visti anche gli impegni in Coppa Davis con l’Italia – una sua presenza negli Emirati Arabi. Per questo, Cobolli avrà il suo posto e anche una concorrenza che non sembra spietata.
Il più forte in gara dovrebbe essere Arthur Fils, seguito da Dominic Stricker, Luca Van Assche, il romano, Hamad Medjedovic e altre promesse. Giovani di alto livello destinati a una grande carriera, ma dal presente non così diverso rispetto all’allievo di papà Stefano, diventato da un paio di settimane il 47° giocatore italiano capace di varcare la soglia dei primi 100 ATP.
Cobolli è riuscito a conquistare il ranking a due cifre (e dovrebbe difenderlo fino a fine anno, data l’assenza di punti in scadenza) grazie a un 2023 di grande costanza, senza particolari acuti ma con tante settimane positive. Ha giocato il suo primo Slam al Roland Garros, superando le qualificazioni, e per la prima volta è sceso in campo anche nel main draw degli Internazionali BNL d’Italia, sempre da qualificato. All’ATP 250 di Monaco di Baviera ha raggiunto i suoi primi quarti di finale nel circuito maggiore, mentre a Umago si è tolto lo sfizio di battere un ex campione Slam – e già n.3 ATP – come Marin Cilic.
Ma il meglio, il romano nato a Firenze che da ragazzino giocava (bene) nelle giovanili della Roma, l’ha fatto vedere a livello Challenger. Prima ha giocato cinque semifinali (Zara, Roma, Milano, Tulln e Sibiu), poi è finalmente riuscito a scalare un gradino in più e quindi anche il successivo, vincendo a Lisbona il suo secondo titolo in carriera. Poi, al neonato Challenger di Olbia, il primo grande risultato lontano dalla terra battuta, con la finale che gli ha garantito l’ingresso fra i primi 100 e gli dà fiducia in vista delle Finals dei giovani.
Cobolli le Finals dei Next Gen le aveva già assaggiate nel 2021 all’Allianz Cloud, da prima riserva, ma nessuno degli otto titolari si ritirò e così non riuscì mai a scendere in campo. Stavolta, invece, avrà il suo posto e diventerà il settimo giocatore italiano diverso a disputare l’evento (in sei edizioni), dopo Gianluigi Quinzi, Liam Caruana, Jannik Sinner, Lorenzo Musetti (due volte), Matteo Arnaldi e Francesco Passaro. Scorrendo la storia degli azzurri nelle scorse edizioni, il migliore dei nostri è stato di gran lunga Sinner, in gara nel 2019 con una wild card (nelle prime tre edizioni ne spettava una all’Italia, paese organizzatore) e vincitore del titolo all’Allianz Cloud, in una finale mai in discussione con Alex De Minaur.
Nelle prime due edizioni, giocate invece alla Fiera di Rho, ottennero tre sconfitte su tre sia Quinzi sia Caruana, emersi dalle pre-qualificazioni nazionali che si giocavano a Basiglio (fallite nel 2017 da Matteo Berrettini: perse all’esordio contro Filippo Baldi) ma poi incapaci di tener testa ai big. Due eliminazioni nel girone anche per Lorenzo Musetti, incapace di accedere alle semifinali sia nel 2021 sia nel 2022.
La scorsa è stata l’edizione più azzurra di sempre, visto che oltre a Musetti riuscirono a conquistare un posto per Milano anche Francesco Passaro e Matteo Arnaldi. I due, grandi amici, capitarono nello stesso girone, il che garantì un derby italiano vinto dal giocatore umbro. Arnaldi, invece, chiuse senza successi. Cobolli può provare a fare meglio.