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“Dal Marocco - spiega Lorenzo - mi sono portato una buona dose di fiducia. Sentivo di essere in progresso. Qui a Monte-Carlo nelle qualificazioni ho cercato di dare tutto, ma non è bastato per qualificarmi. Poi sono entrato comunque, e adesso chissà. Sono quei momenti che a volte possono cambiare tutto..."
10 aprile 2024
Una vittoria alla Sonego? Una vittoria alla Sonego. Entrato da quarto lucky loser, doppiamente lucky perché ha preso il posto di Carlos Alcaraz e dunque con un match che aveva in palio direttamente il terzo turno, Lorenzo ritrova il suo tennis, la sua passione, la sua voglia di stupire e trascinare il pubblico, anche sul piccolo campo numero 9, troppo poco capiente per ospitare tutti i connazionali che vorrebbero vederlo.
“Ho vinto due volte – sottolinea il torinese, a segno su Auger-Aliassime – perché su uno dei match-point pensavo proprio di averla chiusa, e invece l'arbitro mi ha chiamato il doppio fallo (dopo aver controllato il segno, ndr). Mi sono riconcentrato e sono stato bravo a non farmi condizionare, anche se le emozioni si facevano sentire. Ho giocato piuttosto bene, malgrado qualche errore di diritto che però ci stava, considerando che cercavo il punto. Felix nell'ultimo game ha giocato ad altissimo livello, ma sono riuscito a contenerlo. Lotto sempre tanto, sì. Fin da bambino mi piaceva il gioco, stavo in campo per ore. Su questo forse dovrei lavorare: lottare meno e arrivare a vincere più in fretta sarebbe comodo, a volte”.
Jannik Sinner e Lorenzo Sonego (foto Getty Images)
Già, soprattutto quando si passa da un torneo all'altro in una giornata e bisogna andare subito in campo. “Dal Marocco, nonostante la sconfitta con Matteo (Berrettini, ndr), mi sono portato una buona dose di fiducia. Sentivo di essere in progresso. Qui a Monte-Carlo nelle qualificazioni ho cercato di dare tutto, ma non è bastato per qualificarmi. Poi sono entrato comunque, e adesso chissà. Sono quei momenti che a volte possono cambiare tutto... Un po' di fortuna sì, ma poi bisogna meritarsela: quando sei positivo le occasioni capitano”.
Monte-Carlo è il primo torneo dopo l'ufficializzazione del nuovo coach: chiusa l'era di Gipo Arbino, si apre il lavoro con Fabio Colangelo. “Una decisione maturata nel tempo, avevo bisogno di stimoli nuovi, vedere se riuscivo ad aggiungere qualcosa al mio tennis. Con Fabio ci troviamo bene, ha giocato pure lui tra i pro, anche se non al mio livello, dunque mi può dare una sua visione del gioco”.
Il 2024 è – fra le altre cose – anche un anno olimpico. “E io ai Giochi ci tengo davvero tanto. Ci sono già andato a Tokyo ma senza pubblico non era l'atmosfera ideale. Mi piacerebbe tornare a Parigi, anche per questo motivo, per vivere davvero il clima olimpico al cento per cento, per giunta al Roland Garros. Giocherò il più possibile singolare e doppio, anche con questo obiettivo in testa”.
A 28 anni, Sonego non è più un ragazzino, ma la sua è l'età della maturità e della consapevolezza. “Di certo sento di avere maggiore esperienza rispetto al passato, anche se l'altro lato della medaglia è che, col passare del tempo, bisogna allenarsi di più fisicamente per avere gli stessi risultati. Ciò in cui mi sento davvero migliorato è la gestione del lavoro durante i tornei e durante la stagione. Adesso so cosa può dare il mio fisico in certe situazioni e cerco di non andare mai oltre i limiti”.
Professione lucky loser