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Il circuito è monopolizzato da due coppie d'assi: da una parte i giovani Ilie Nastase e Stan Smith, dall'altra le vecchie glorie Rod Laver e Ken Rosewall.
di Luca Marianantoni | 04 ottobre 2023
A Des Moines c'è ultimo titolo della carriera per Pancho Gonzales che stabilisce un record destinato a durare in eterno. Tra i più dotati di talento tennistico di ogni epoca, ma anche tra i più penalizzati per la discriminazione tra dilettanti e professionisti (viene bandito dagli Slam per 18 stagioni, dal 1950 al 1967), Pancho alza al cielo l'ultimo trofeo a 43 anni e 8 mesi superando il francese Georges Goven che ha pochi mesi di vita quando l'indio, nel 1948, conquista per la prima volta i campionati degli Stati Uniti a Forest Hills.
In Italia si assiste al cambio generazionale: Corrado Barazzutti e Paolo Bertolucci debuttano in coppa Davis, Adriano Panatta diventa sempre più protagonista e Nicola Pietrangeli gioca a Bucarest, contro Ilie Nastase e Ion Tiriac, il suo 164° e ultimo match di coppa Davis.
Quando i riflettori della stagione puntano sulla terra rossa, ecco che a sorpresa si sveglia la Spagna in cerca di nuove stelle dopo quella lucentissima di Manolo Santana, grande antagonista di Nicola Pietrangeli e campione, oltre che sulla terra del Roland Garros, anche sull'erba di Wimbledon e di Forest Hills. Al Foro Italico primeggia un altro Manolo, il mancino Orantes, che costringe Kodes alla terza sconfitta consecutiva in finale; a Parigi la sorpresa è ancora più grossa perché la coppa dei Moschettieri finisce al 34enne Andres Gimeno che dopo una carriera intera trascorsa tra i pro, corona il sogno di una vita e iscrive il proprio nome sul più importante torneo su terra battendo in finale il transalpino Patrick Proisy.
Ma il 1972 passa alla storia soprattutto per i feroci duelli tra Stan Smith e Ilie Nastase: il californiano dal servizio bomba ha già sconfitto l'estroso rumeno in due finali stagionali (Salisbury e Hampton), ma è la finale di Wimbledon a dare splendore eterno alle loro gesta. E' una finale emozionante, bellissima, giocata per colpa della pioggia di domenica, in spregio al rituale, nella quale sono di fronte due stili di gioco completamente differenti, da una parte la potenza finalizzata al serve and volley, dall'altra l'agilità, la velocità e il tocco di un'artista puro. La meriterebbero entrambi: l'americano salva due break point nel quinto game del quinto set, poi il rumeno salva due match point sul 4-5 e ancora uno sul 5-6, ma alla fine a vincere è Stan Smith per 7-5 al quinto. Nastase domina l'estate, vince a Dusseldorf, l'Open del Canada e a South Orange senza perdere smalto. A Forest Hills, Wct e Itf firmano una simbolica pace e così nell'ultimo Slam della stagione ci sono tutti. Il destino vuole che in finale si fronteggiano Arthur Ashe - autore dell'eliminazione nei quarti del campione uscente Smith - per i "pro" e Ilie Nastase per i "puri". A vincere, in cinque set, è Nastase, finalmente diventato uno Slammer cioè un campione capace di aggiudicarsi un Major, ma Ashe ha tanto da recriminare dopo essere stato avanti 4-2 al quarto e con un break di vantaggio a inizio di quinto set.
Smith e Nastase si ritrovano ancora contro nella finale di coppa Davis a Bucarest. E' una battaglia estenuante: il primo punto va agli Stati Uniti e lo porta a casa Smith che conferma la finale di Wimbledon. Ma la Romania tiene botta e la sfida rimane in bilico fino alla fine. Una serie di errori arbitrali permettono a Tiriac di portare al quinto set uno stremato Smith che tiene di nervi riportando l'amata insalatiera in patria.
Il quinto e ultimo duello stagionale tra Nastase e Smith avviene a Barcellona, sede del Masters. Questa volta la formula è diversa: ci sono due gironi all'italiana da quattro giocatori ciascuno con semifinali incrociate e finale. I due gironi sono dominati da Nastase e Smith. In semifinale Nastase batte Connors mentre Smith è graziato da Gorman che si ritira per infortunio sul match point a favore. Nastase e Smith si ritrovano ancora una volta e duellare in finale con il rumeno che vince ancora in cinque set sfruttando la stanchezza dell'americano. Ma per Lance Tingay (il giornalista britannico non sa ancora che queste sono le sue ultime classifiche redatte prima dell'avvento del computer), il numero 1 del mondo è Stan Smith.