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Verso Torino: 1979, a New York esplode McEnroe

Dopo aver vinto il Masters nel gennaio del 1979, John McEnroe si conferma stella di prima grandezza conquistando a soli 20 anni l'Open degli Stati Uniti. Intando Borg centra il poker a Wimbledon.

di | 11 ottobre 2023

Il Grand Prix festeggia una decima stagione ricca di emozioni, a sigillare un decennio indimenticabile. Bjorn Borg continua a volare più in alto di tutti, nel cielo infinito, migliorando - se ne esiste la possibilità - la straordinaria qualità del suo tennis e dei suoi numeri. Infatti, dopo il 1974 di Jimmy Connors (95,6% di partite vinte), il 1979 di Bjorn Borg è la seconda miglior annata di sempre per percentuale di vittorie (93,3). Lo svedese si aggiudica 13 tornei, perde appena 6 partite ed è il primo della storia a vincere per due anni di fila sia il Roland Garros (pareggia Henri Cochet portando il totale dei successi a quattro) che Wimbledon (quarto sigillo di fila come Tony Wilding sessantasei anni prima).
Al suo inseguimento c'è sempre Jimmy Connors, ma la maledizione degli anni dispari toglie fiducia a Jimbo che per prima volta del 1973 non raggiunge neppure una finale Slam: tre semifinali perse, compresa quella del ritorno a Parigi dopo gli anni della discordia e delle carte bollate. E' anche una questione di testa: Borg è talmente sicuro dei propri mezzi che su qualunque superficie riesce ad annichilire il furibondo avversario: lo batte 6-2 6-3 sulla terra di Boca Raton, 6-3 6-2 sul cemento di Las Vegas, 6-2 6-3 6-2 in semifinale sull'erba di Wimbledon e 6-2 6-2 sul sintetico indoor di Tokyo. Una Waterloo senza precedenti per il mancino dell'Illinois che si consola in parte annunciando l'avvenuto matrimonio con l'ex coniglietta di Playboy, Patti McGuire, unione celebrata in gran segreto in Giappone nell'autunno precedente e annunciata con la gravidanza di Patti.
Fortunatamente il ricambio generazionale, per gli americani, è assicurato da un altro mancino, John McEnroe, che nel volgere di appena dodici mesi diventa delizia per gli occhi del pubblico di tutto il mondo (nessuno accarezza la pallina meglio di lui) e avversario di riferimento per l'inarrivabile Borg.
L'anno solare si apre e si chiude con Guillermo Vilas che in Oceania conquista ad Hobart il primo torneo Grand Prix della stagione battendo Mark Edmondson e a Melbourne l'ultimo (concluso il 2 gennaio 1980) che gli vale l'Open d'Australia su John Sadri. Il 21 gennaio a Birmingham, in Alabama, Connors gioca e vince la centesima finale della carriera su Eddie Dibbs. A Milano, il grande organizzatore di eventi sportivi Carlo Della Vida fa le cose in grande e per il Wct annuncia la presenza di Bjorn Borg e di John McEnroe. Ogni giorno il Palasport fa il record di spettatori e promette una grande finale. Ma Borg soffre d'insonnia (si mormora che sia stato minacciato di morte da un mitomane) e si fa battere nei quarti da John Alexander che con merito raggiunge la finale lottando con un McEnroe superlativo.
Le ombre e i dubbi sulla condizione di Borg spariscono la settimana seguente quando strapazza McEnroe nella finale di Rotterdam tornando per la seconda volta in carriera al primo posto del ranking mondiale dopo l'unica settimana vissuta da re a fine settembre del 1977.

Nel 1979 Ilie Nastase, a sinistra, e John McEnroe, sullo sfondo, furono protagonisti di un match folle

Lo svedese passa con disinvoltura da una superficie all'altra e nell'arco di quattro settimane vince su tre superfici differenti: dopo Rotterdam, riceve la coppa di Monte Carlo dalle regali mani di Carolina di Monaco e a fine aprile fa saltare il banco a Las Vegas battendo Gerulaitis sul cemento del Caesar's Palace. Prima di Parigi, il grande tennis torna come tradizione a Dallas per le finali Wct e McEnroe diventa il primo tennista della storia a infilare in uno stesso torneo i due mostri sacri: prima supera per tre set a zero a Connors in semifinale e poi vince 7-6 al quarto su Borg. Intanto Gerulaitis e Vilas offrono spettacolo e incantano il pubblico del Foro Italico: gli Internazionali premiano l'americano, il cui tennis sublime e votato all'attacco mette fuori uso il top spin dell'argentino. I primi tre set finiscono al tie-break, poi Gerulaitis prende il sopravvento e chiude dominando quarto e quinto set per 6-4 6-2 in quella che diventa la finale dei record.
Nel mese tra il Roland Garros e Wimbledon, è ancora Bjorn Borg a caricarsi il mondo sulle spalle. Lascia un paio di set a inizio torneo a Tomas Smid e Tom Gullikson, poi si trova a lottare per il titolo con il paraguaiano Victor Pecci, un pivot che attacca l'avversario con la racchetta tra i denti. E' lui la rivelazione di un torneo in cui batte Vilas nei quarti e Connors in semifinale. Nella partita che vale il titolo non fa più miracoli: vince il terzo set rimontando da 2-5, ma finisce per cedere 6-4 al quarto.
A Wimbledon Borg indossa la solita aureola e abbaglia tutti con una luce accecante. L'erba dei primi giorni è quella che fa più paura e ancora una volta arriva a una manciata di punti dalla sconfitta al secondo turno contro l'indiano Vijay Amritraj. Ma poi in semifinale è un rullo compressore che schiaccia Connors mentre nell'altra parte di tabellone (orfana di un McEnroe battuto negli ottavi da Tim Gullikson) emerge Roscoe Tanner che si impone sullo sconosciuto Pat Dupre, che a sua volta è capace di eliminare a sorpresa Adriano Panatta. Dopo che l'italiano non chiude il match quand'è avanti un set e 4-0 al secondo.
In finale a Borg si piegano i polsi nel tentativo di resistere alla cannonate di servizio di Tanner. Il bombardiere di Chattanooga resiste e lo trascina fino al quinto set. Avanti 4-3 e servizio, Borg concede al rivale due preziose palle del contro break che salva prima d'inginocchiarsi nuovamente sulla magica erba del Centre Court.
Con ancora una volta mezzo Slam in tasca, Borg, dopo il facile successo casalingo di Bastad, si concentra per l'Open degli Stati Uniti battendo con un doppio 6-3 McEnroe nel warm up dell'Open del Canada. A Flushing Meadows però Tanner pregusta la vendetta. I due sono nello stesso settore di tabellone con l'incrocio fissato ai quarti. Borg spera di poter giocare di giorno perché non ama disputare incontri in notturna e invece gli organizzatori lo sistemano sotto i fari. Tanner non ha pietà e in quattro set liquida lo svedese. SuperMac, già ben riposato per la rinuncia di John Lloyd e il ritiro dopo tre game di Eddie Dibbs, sorride. Lui che abita a 15 minuti di macchina da Flushing Meadows supera Connors in semifinale e Gerulaitis in finale senza cedere set. A 20 anni è il più giovane campione dai tempi di Pancho Gonzales.

La stagione del grande tennis continua il 4 novembre con Borg che festeggia la vittoria numero 50 conquistando il torneo di Tokyo su Connors e il 25 novembre con Guillermo Vilas che è il primo tennista a vincere per sette volte uno stesso torneo (Buenos Aires).
L'Italia di coppa Davis si prepara alla trasferta per la finale di San Francisco contro lo squadrone Usa che conquista al Foro Italico con il successo di Panatta e i suoi compagni contro la Cecoslovacchia del giovane Ivan Lendl. Il quale cede ad Adriano terzo e quarto set col doppio, indimenticabile, 6-0. Ma in California gli Stati Uniti guidati da McEnroe dominano gli azzurri per 5-0 senza neppure lasciargli un set.
Guillermo Vilas, unico big al via, vince per il secondo anno consecutivo l'Open d'Australia e Bjorn Borg chiude la stagione trionfando al Masters in una New York che finalmente lo incorona re. E' il primo Masters della storia con al via Bjorn, Jimbo e SuperMac, tutti puntualmente qualificati per le semifinali assieme all'intruso Vitas Gerulaitis. Che a sorpresa, dopo sedici sconfitte di fila, batte Connors in semifinale.
L'altra semifinale invece racchiude in sé tutta l'essenza del tennis. McEnroe vince il primo set al tie-break e costringe Borg a inseguire per il resto della partita. Lo svedese pareggia il conto dei set e poi fa il break nel primo game del terzo set. Borg lo conferma per il 2-0, poi lo restituisce. Sul 5-4 e sul 6-5 McEnroe arriva più volte a due punti dalla vittoria, ma Borg non molla un centimetro. Il tie-break decisivo si apre con l'ace di Mac, poi 7 punti filati di Borg che trova alcuni passanti spettacolari mettendo fine alla contesa.
La finale tra lo svedese e Gerulaitis è un monologo di Borg, come tutti i precedenti, ed è deciso da due game interminabili: il quinto e sesto del primo set. Sul 2-2 Vitas annulla 9 palle break, ma non la decima, sul 3-2 Borg ne salva tre. Risultato finale 6-2 6-2 per l'Orso, sempre più re del mondo.

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