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Verso Torino: 1991, l'ultimo sovrano svedese è Stefan Edberg

E' una stagione equilibrata: Becker vince in Australia, Courier a Parigi, Stich a Wimbledon ed Edberg a New York. Il Masters va a Sampras, l'impresa dell'anno è del 39enne Connors che giunge in semifinale all'US Open.

di | 23 ottobre 2023

Una stagione all'insegna dell'equilibrio: quattro campioni diversi nei quattro Slam, due nelle kermesse di fine anno (Atp Tour World Championships e Grand Slam Cup), più la sorpresa della Francia in Coppa Davis. Nessun dubbio invece su chi sia il più forte: Stefan Edberg si conferma numero 1, dopo la lotta con vecchi rivali (Becker) e nuovi avversari (Courier e Stich); si difende bene ancora Lendl che tiene a bada due leoni come Sampras e Agassi, e si rivede Connors, l'intramontabile guerriero.
A più di cinque anni dalla pazza sponsorizzazione che l'ha completamente sbalestrato, Nicklas Kulti vince ad Adelaide il primo titolo della carriera su Michael Stich che impressiona di più. L'Open d'Australia propone quattro semifinalisti da urlo: Edberg, Becker, Lendl e McEnroe. I primi tre sono autentici, McEnroe invece non è John, ma il fratello Patrick che infila il corridoio dei sogni battendo nei quarti Cristiano Caratti, autore negli ottavi di una vittoria in cinque set sul promettente Krajicek. Bene anche l'altro azzurro Camporese che prova a rosolare Becker trascinandolo sulla graticola per 5 ore e 11 minuti, fino al 14-12 del quinto set di un match di terzo turno che avrebbe potuto cambiare la vita al talento bolognese.
In semifinale Lendl ci arriva comodo, Edberg un po' meno (cinque set per battere Courier agli ottavi), ma rimane ampiamente il favorito nella sfida contro il ceco. Edberg arriva al match point sul 5-4 del quarto set, che però non concretizza sbagliando una facile volée di rovescio. Se ne procura un secondo, ma commette doppio fallo. Poi si affloscia, sprofonda al 6-2 tie-break prima di un altro doppio fallo (12 in tutto il match); Lendl ringrazia, vince 6-4 al quinto e passa alla 19esima e ultima finale Slam. Dall'altra parte della rete Lendl trova Becker, facile vincitore di Patrick McEnroe. La differenza di potenza tra Becker e Lendl è disarmante. Il tedesco impiega un set per mettere a punto i meccanismi di attacco e difesa, poi dilaga. A cinque anni e mezzo dalla prima vittoria a Wimbledon, "Boom Boom" è per la prima volta numero 1.
A Milano Caratti, pupillo d'oro di Riccardo Piatti, torna a fare la voce grossa con un risultato sensazionale: con il suo tennis schizofrenico fa fuori Lendl e si spinge fino alla finale del Muratti Time cedendo al talento di Alexander Volkov. Ferito nell'orgoglio, Ivan il Terribile vince in cinque set a Philadelphia vendicandosi in finale di Sampras, e a Memphis su Stich. Il ceco torna in Europa per giocare la finale a Rotterdam contro Camporese e con il servizio a disposizione arriva per due volte al match point sul 5-4 del terzo set, ma la tempra d'acciaio del bolognese resiste oltre ogni limite e l'azzurro finisce inginocchiandosi sul campo alla Borg. Per Omar sono gli anni d'oro con 11 vittorie sui top ten tra cui appunto Lendl, Courier, Edberg, Mecir, Bruguera, Sanchez e Moya.

Il 3 marzo a Chicago c'è una strana finale: McEnroe contro McEnroe, ovvero John contro Patrick. A vincere è SuperMac, alla 77esima e ultima affermazione in singolare. Gli Usa però hanno già trovato il ricambio: hanno Sampras e Agassi come eredi naturali, poi hanno Chang e dalla Florida sta per spuntare Jim Courier, un pel di carota che impugna la racchetta come una mazza da baseball. Quando si fa notare, Courier è numero 26, ma in un baleno passa al 9 con l'accoppiata Indian Wells-Miami. In California batte al tie-break del quinto set Forget e in Florida surclassa Wheaton. A consacrarlo è la terra rossa in cui all'inizio pare non brillare: perde all'esordio ad Amburgo e agli ottavi a Roma. Al Roland Garros invece Courier è uno schiacciasassi, resiste cinque set all'assalto di Magnus Larsson, stoppa con maestria gli attaccanti Edberg e Stich, andando a contendere ad Agassi, ex compagno di camera a Bradenton, il ruolo da protagonista in "Un Americano a Parigi". E' fortunato Big Jim quando la pioggia sospende il match con Agassi avanti un set e un break (3-1), ma è bravo a reggere di testa e a sorridere quando nell'ultimo game fa il countdown dei punti che lo portano alla vittoria.
Ma è anche il torneo del 38enne Connors che a Parigi, invece di fare il commentatore televisivo dopo un'operazione al polso, va regolarmente in campo. Jimbo supera Witksen al primo turno e Agenor in cinque set al secondo, al terzo è atteso da Michael Chang che ha 20 anni in meno e vanta il titolo di Parigi di due anni prima. Connors lotta come un leone, agguanta il quarto set, vince il primo punto del quinto, poi si avvicina all'arbitro Bruno Rebeuh: "Non posso giocare più, credimi, se potessi lo farei". E si ritira. E' standing ovation.
Wimbledon fa i conti con il maltempo. Piove sempre e Alan Mills, per la prima volta in 114 anni, programma gli incontri anche nella domenica di mezzo. I big deludono: Chang manca quattro match point e perde 6-2 al quinto con Mayotte in un secondo turno che segna anche le eliminazioni di Ivanisevic (contro lo sconosciuto Nick Brown) e Sampras (contro Rostagno). Lendl dura un turno in più, poi evapora contro Wheaton, McEnroe arriva agli ottavi ma nulla puo' contro Edberg. Nei quarti Agassi, che fa pace con il torneo, arriva a servire per il match nel quarto set (6-5, 30-15) contro Wheaton, ma si spegne 6-2 al quinto. Benissimo invece i soliti due, Edberg e Becker, lanciati verso la quarta finale di fila. E bene anche Michael Stich che negli ottavi supera Volkov 7-5 al quinto prima di mortificare Courier nei quarti. Le semifinali sembrano condannare i due outsider. E' così per Wheaton, contro Becker, ma non per Stich contro Edberg. L'angelo biondo perde in quattro set senza mai cedere la battuta e totalizzando 6 punti in più del tedesco: 4-6 7-6 7-6 7-6 lo score che passa alla storia. Il 7 luglio il Tempio del tennis sceglie l'airone: con la risposta di rovescio e con i passanti lungolinea di dritto, Stich conquista Wimbledon ai danni di un Becker che trascorre la partita tra monologhi assurdi e colpi di tosse.
Due settimane dopo Wimbledon, Stich vince sulla terra di Stoccarda, poi in agosto sul cemento di Schenectady e in ottobre sul sintetico indoor di Vienna, meritandosi l'appellativo di universale.

Dopo 4 Slam vinti sull'erba, a Flushing Meadows c'è la riscossa di Stefan Edberg. Un torneo, per lo svedese, sempre sfortunato, iniziato nuovamente in salita con i tre set point (4-5, 0-40) salvati a Bryan Shelton in un terzo set decisivo, ma finito con quattro vittorie facili su Chang, Javier Sanchez, Lendl (fortunato al primo turno ad annullare due match point a Krajicek sul 6-5, 40-15 del quarto) e Courier in una finale dominata per 6-2 6-4 6-0.
Il torneo passa però alla storia soprattutto per l'impresa di Jimmy Connors che da numero 174 giunge in semifinale. E' una cavalcata memorabile: al primo turno recupera 2 set e un passivo di 3-0 al terzo contro Patrick McEnroe. Seguono due vittorie in tre set su Schapers e Novacek, poi nel giorno del 39° compleanno batte in 4 ore e 41 minuti Aaron Krickstein 7-6 al quinto: nel secondo set Connors annulla due set point che manderebbero il rivale avanti due set, nel quinto recupera da 2-5, arriva a due punti dalla sconfitta sul 3-5 e infine vince 7-4 al tie-break. Ma non è finita, nei quarti Jimbo sfida Paul Haarhuis che serve sul 5-4 per portarsi a casa anche il secondo set. Con la risposta Connors si procura un break point che passa alla storia come il punto del secolo: l'americano intercetta quattro smash alzando altrettanti pallonetti, poi prova il colpo a effetto, un passante di rovescio che fa esplodere lo stadio. Connors chiude la sfida battendo Haarhuis 6-2 al quarto e va in semifinale consegnandosi, però, impotente, al giovane ed esplosivo Jim Courier.
Il 28 settembre Connors e McEnroe si affrontano per l'ultima volta in semifinale a Basilea (vince McEnroe 6-1 6-3, ma il torneo va al padrone di casa Hlasek) e il giorno dopo Gianluca Pozzi trionfa a Brisbane su Krickstein: è il terzo titolo stagionale per gli azzurri dopo quelli di Camporese a Rotterdam e Canè a Bologna. Edberg consolida la leadership con i successi di Sydney e Tokyo, poi perde in cinque set da Becker a Stoccolma. L'ultimo Super 9, quello tradizionale di Bercy, va a Forget che supera 6-4 al quinto Sampras nell'antipasto della finale di Davis. Ma prima Sampras, che passa il girone solo per differenza set, vince l'Atp Tour World Championships (il Masters) di Francoforte su Courier e Wheaton trionfa alla Grand Slam Cup di Monaco su Chang.
La conclusione dell'anno è tutta per la finale di Davis che la Francia vince contro i favoritissimi Stati Uniti sul veloce di Lione. E' un risultato clamoroso, il più imprevedibile nella storia centenaria della manifestazione. Il merito è tutto di Noah che motiva i suoi come nessun altro capitano, soprattutto dopo il match inaugurale nel quale Forget cede ad Agassi. La riscossa arriva puntuale: in tre set Leconte (n° 159) batte Sampras, in quattro set Forget e Leconte superano Flach-Seguso e ancora in quattro set Forget piega Sampras. Dopo 59 anni l'insalatiera ritorna in Francia.
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