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Zhang, il cinese alto e forte, alla scuola-Italia ha abbattuto i tabù. In vetta trova il numero 1…

L’inedita semifinale sull’erba di Halle lancia sempre più l’eroe di un paese che non riusciva a primeggiare con gli uomini dopo le imprese di Li Na e delle sue sorelle. Lontano dai riflettori s’è costruito nei Challenger del nostro paese!

di | 22 giugno 2024

Un primo piano di Zhizhen Zhang (foto Getty Images)

La quota di 7,50, vincente contro Sinner, non la gioca nessuno, forse nemmeno il più appassionato tifoso cinese. Il Profeta dai capelli rossi, magari anche stanco e provato dalle sorprese dell’erba, sembra irraggiungibile, oggi, per Zhang Zhizhen, al di là della classifica (numero 1 contro 42) e dei risultati (13 titoli a zero, 3-0 quest’anno, con l’eccezionale bilancio stagionale dii 33/3 contro 14/16, e in carriera di 223/77 contro 44/46), per non parlare dei premi ufficiali  (22, 2056,765 dollari 2,726,049), tralasciando sponsor e indotto enormemente a favore dell’italiano.

Al via nell’inedita sfida di semifinale di Halle il 27enne di Shanghai primeggia solo nei centimetri d’altezza (1.93 contro 1.88) oltre che nei numeri mostruosi dei seguaci del suo immenso paese, sempre più incuriosito dal tennis. Perché, se è vero che le donne cinesi hanno lastricato la via coi primi, storici, successi dell’eroina Li Na, e poi delle sue sorelle, il vero tabù fisico è stato abbattuto proprio da questo ragazzone con le gambe di papà (Zhang WeiHua) ex stella del calcio dello Shanghai e la coordinazione occhio-bersaglio di mamma (Qin Wei ex tiratrice), forgiato in piscina, e poi impostato al tennis dal primo manager, Ivan Ljubicic nel 2016. Ma, soprattutto, ignorato dai media. Perché non era particolarmente bravo e non era particolarmente giovane, per cui s’è fatto le ossa pian pianino, transitando anche nei Challenger italiani: nel 2022, vittoria a Cordenons e finale a Trieste.

RAZZO
All’epoca, ancora due anni fa, il giornalista Zhang Bendou, era pessimista: “La Cina può spedire missili nello spazio fra tante altre altre ottime cose ma non siamo capaci di produrre un solo top 100. Aspettiamo da troppo tempo”. La riposta è arrivata non già dai super sponsorizzati Wu Yibing e Shang Juncheng, ma da Zhang, meno appariscente, meno bello, meno elettrizzante, ma più concreto sull’asse servizio-dritto che, ad Halle, sigla la seconda semifinale ATP Tour, la prima “500” dopo quella di Maiorca dell’anno scorso.

Dopo una scalata prodigiosa che, dal numero 305 dell’aprile 2022 l’ha fatto entrare nella storia del tennis cinese rompendo nell’ottobre di due anni il tabù dei top 100, sulla scia di 4 finali Challenger e di uno smisurato orgoglio: “E’ un piccolo passo, ma insieme è un grande passo per il tennis cinese maschile”. Una piccolo passo che ha implementato a Madrid dell’anno scorso - primo cinese nei quarti di un “1000” battendo il primo top 10, Fritz, e salendo al 66 del mondo fino all’odierno 42-record. Meglio del rivale Yibing che a maggio ha toccato quota 54 e portando il primo cinese a una semifinale ATP, nel 250 di Dallas.

Zhizhen Zhang colpisce di diritto

OBIETTIVO SLAM
Nel 2021, Zhang è diventato il primo tennista del suo paese a qualificarsi a Wimbledon, nel 2022 si è ripetuto agli US Open. I cinque set al primo turno dei Majors sono stati per lui e per i pregiudizi cinesi nei confronti dei tennisti uomini una scommessa nella scommessa. L’avevano stoppato ai Championships e poi a New York, e quindi anche agli Australian Open e a Wimbledon dell’anno scorso, ma crescendo fisicamente si è riscattato superando primo e secondo turno a Flushing Meadows contro Wolf e Ruud (primo cinese a battere un top 5). Anche se nei 4 super-tornei ancora non ha superato la soglia del terzo turno.

Un altro tabù era l’inizio di stagione: “Devo imparare la pazienza e la costanza, due virtù difficili. Comincio l’anno lento, perdo spesso, poi mi riscatto nella seconda parte, magari vado proprio in crisi come l’anno scorso perché proprio non trovo le mie sensazioni sul campo”. Anche quest’anno s’è svegliato solo a maggio a Roma, infilando Galan, Mannarino, Shelton e Monteiro, per poi arrendersi nei quarti allo scatenato Tabilo di quei giorni. Dopo un buon terzo turno al Roland Garros (ko con Tsitsipas), ha mancato il colpo a Stoccarda con l’ostico Koepfer (4-6 7-6 7-6) e poi ad Halle, empre in tre set, ha eliminato Ofner, Medvedev ed Eubanks, guadagnandosi la nuova promozione in classifica di numero 33. 

Zhizhen Zhang al servizio

SPONSOR 
“Penso che Zhang diventerà il giocatore di maggior successo del tennis cinese di tutti i tempi”, aveva predetto Novak Djokovic dopo l’incrocio di gennaio alla United Cup. Con Zhang che aveva rilanciato subito: “Voglio fare ancor di più la storia e voglio salire molto di più in classifica, perché i tifosi cinesi aspettano da sempre e vorrei dargli il meglio”. Certo, siamo ancora lontani dai fasti di Li Na, bi-campionessa Slam (Roland Garros 2011 ed Australian Open 2014) e numero 2 del mondo, e della finale di gennaio a Melbourne di Zheng Qinwen, come anche delle 7 donne cinesi Top 100. Ma Zhang sembra fare proprio sul serio, ha anche vinto il primo titolo di doppio, a febbraio a Marsiglia, fissando un altro record del suo paese.

Rivincita sugli scettici? Macché: “Siamo tutti diversi, l’uno dall’altro, e seguiamo il nostro cammino personale. Non puoi far riferimento solo a quelli che hanno ottenuto grandi risultati a 20-21 anni. Per me sarebbe stato tropo duro, mentalmente, mi sono concentrato su me stesso, ci ho messo più tempo perché mi sono costruito nei tornei Future e Challenger. Due-tre anni dopo ho trovato il mio livello e su quelle basi sto continuando a crescere, prima invece soffrivo. Il mio amico Jerry Shang a 19 anni è già top 100, io a quell’età ero chissà dove. Bisogna credere in se stessi, ma anche analizzarsi per bene e andare avanti”. 
Fino all’incrocio col numero 1 del mondo.

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