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Il fondo arabo PIF darà il nome ufficiale alla classifica ATP e ha annunciato una partnership che coinvolge diversi tornei, le Next Gen ATP Finals e le Nitto ATP Finals
28 febbraio 2024
L'Arabia Saudita prosegue la sua avanzata nel mondo del tennis. Il Public Investment Fund (PIF), il fondo sovrano della corona saudita, ha annunciato una partnership con ATP.
La forma più evidente coinvolge la classifica ATP, ufficialmente denominata PIF ATP Rankings. A fine stagione alle Nitto ATP Finals di Torino, dunque, da quest'anno sarà incoronato l'Year-End No. 1, presented by PIF.
Il fondo sovrano dell'Arabia Saudita conferma, nel comunicato diffuso sul loro sito ufficiale, la partnership anche con i tornei ATP di Indian Wells, Miami, Madrid e Pechino, con le Nitto ATP Finals di Torino e le Next Gen ATP Finals, che si svolgeranno a Gedda, proprio in Arabia, fino al 2027. La prima edizione si è conclusa con molto meno pubblico ma un montepremi quasi raddoppiato, da 1.4 a 2 milioni di dollari.
Il PIF punta sullo sport tennis per dare sostanza attraverso lo sport al piano "Vision 2030" del principe Mohammed Bin Salman, che ha l'obiettvo di ridurre la dipendenza dell'economia nazionale dal petrolio. Secondo molti, però, l'investimento nello sport è solo "sportwashing", ovvero un tentativo di ripulire la reputazione internazionale dell'Arabia Saudita e dello stesso bin Salman, secondo la CIA accusato di aver approvato l'assassinio del giornalista del Washington Post Jamal Khashoggi nel 2018.
L'autorevole giornalista Jon Wertheim ha raccontato il ruolo dello sport in Arabia Saudita e intervistato il principe Abdulaziz bin Turki Al Saud, Ministro per lo Sport, per un servizio nel programma di inchieste della CBS "60 Minutes". Wertheim ha ricordato che gli enormi fondi dei sauditi hanno permesso a Cristiano Ronaldo di arrivare all'Al Nassr con un ingaggio di 200 milioni di dollari a stagione. Il PIF, che controlla quattro squadre del discusso campionato di calcio locale, ha acquistato anche il Newcastle, che gioca nella Premier League inglese, per 438 milioni di dollari.
Ma non è solo il calcio a interessare il fondo. Secondo un rapporto del 2021 di Grant Liberty, gruppo che si occupa di diritti umani, tra 2017 e 2021 gli investimenti sauditi nello sport raggiungevano il miliardo e mezzo di dollari. Ne fanno parte l'accordo decennale con la WWE per il wrestling, l'espansione nel mondo della Formula 1 attraverso la Aramco che è sponsor del circus e di una delle scuderie, la Aston Martin. Peraltro il PIF è socio di maggioranza anche nella relativa casa automobilistica.
Taylor Fritz mostra il trofeo della Diriyah tennis Cup 2022 in Arabia Saudita (Getty Images)
Il più discusso degli investimenti rimane il LIV Tour, il circuito di golf che ha sottratto le star al PGA Tour. L'operazione è costata 2,5 miliardi di dollari. Star come Phil Mickelson e Dustin Johnson, ha sottolineato Wertheim nel suo servizio per "60 Minutes", hanno cambiato bandiera per circa 100 milioni di dollari a testa. A inizio giugno, i due circuiti si sono fusi: una vittoria per i sauditi.
Nelle ultime settimane si è ipotizzato anche il trasferimento in Arabia Saudita delle WTA Finals. Chris Evert e Martina Navratilova si sono opposte ma gli "endorsement" di Rafa Nadal e quello ancora più significativo di Ons Jabeur, tennista araba con la miglior classifica di sempre, per una nazione che non spicca per rispetto dei diritti umani e uguaglianza di genere, racconta chiaramente quanto l'Arabia Saudita abbia messo gli occhi sul tennis. Anche, forse soprattutto, come strumento di promozione politica.