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Al greco manca solo l'aritmetica certezza per prender parte alle Nitto Atp Finals. Bercy, dove l'anno scorso arrivò in semifinale, è l'occasione buona per ottenerla
di Ronald Giammò | 31 ottobre 2023
Atterrato a Parigi reduce da un'estate poco fruttuosa in termini di risultati, con il titolo - unico della sua stagione - vinto a Los Cabos a mitigare l'amarezza per le eliminazioni patite nei primi turni dei Masters1000 di Toronto e Cincinnati, cui va ad aggiungersi quella al secondo turno degli US Open, Stefanos Tsitsipas è riuscito ugualmente a trovar conforto in un ranking che lo vede ancora saldo come n.6 del mondo cui manca solo l'aritmentica certezza per confermare anche per quest'anno la sua presenza alle Nitto Atp Finals. Il resto son vicende personali: dalla relazione con la collega spagnola Paula Badosa, alle decisioni prese in seno al suo team, dalla fine della collaborazione con Mark Philippoussis fino al tira e molla con suo padre Apostolos.
"Amo il tennis, la mia ragazza e la mia famiglia: la chiamo la santa trinità", ha esordito ieri il greco di fronte alle telecamere dell'Atp alla vigilia di un torneo che da testa di serie n.7 del seeding lo ha già qualificato al secondo turno dove attende ora il vincente del match tra il tedesco Jan-Lennard Struff e il canadese, tornato al successo la scorsa settimana a Basilea, Felix Auger-Aliassime.
Tsitsipas non ha nascosto la sua predilezione per la capitale francese: "A maggio quando si gioca il Roland Garros è un momento splendido per giocare a tennis a Parigi. Poi a novembre si torna a Bercy e le cose sono diverse: si gioca indoor, il pubblico è più o meno lo stesso, ed è un po' la sintesi di tutto l'affetto che hai ricevuto durante la stagione nei tornei che hai giocato in Francia".
L'anno scorso Tsitsipas chiuse il suo torneo in semifinale, sconfitto in tre set da Novak Djokovic, ma è un risultato che conferma il buon feeling che negli anni è riuscito a instaurare con il Masters1000 appena iniziato: "Ho vissuto bei momenti sia al Roland Garros che qui - ha sottolineato il n.6 del mondo - ed è sempre emozionante nonché interessante prender parte a questo torneo perché ci sono soprese inattese, eliminazioni precoci, suspense".
A favorire quest'incertezza concorrono diversi fattori, su tutti la stanchezza accumulata nel corso della stagione: "Certo, i giocatori sono stanchi, ma sono anche consapevoli che è la loro ultima occasione per far bene durante la stagione. Altri non riescono invece a mantenere i loro standard abituali. C'è questo incrocio di circostanze che si creano qui durante questa settimana che rendono particolare lo svolgimento di questo torneo. Bisogna esserne consapevoli, e molti lo sono, ed è proprio questo che rende speciale questo torneo".