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Riserva l'anno scorso a Milano, il romano a Jeddah è all'esordio nelle NextGen Atp Finals. L'ingresso in Top100, l'amicizia con Fognini (oggi suo manager), ad AtpTour.com dice: "Voglio far crescere il mio gioco e percorrere la mia strada"
28 novembre 2023
Pochi giorni dopo il trionfo dell'Italia in Coppa Davis, altri due azzurri sono pronti a scendere in campo nelle NextGen Atp Finals che hanno preso oggi il via a Jeddah. A guidare la carica è Flavio Cobolli, che nel torneo cercherò di di coronare una stagione di successo che lo ha visto fare il suo ingresso in Top 100 conquistando inoltre due titoli sul circuito Challenger. Il 21enne, raggiunto a Jeddah dal connazionale Luca Nardi, spera di poter continuare ad alimentare i successi ottenuti dal tennis italiano questa settimana. Più del successo ottenuto da Jannik Sinner nell'edizione 2019 del torneo svoltasi a Milano, Cobolli è cresciuto ispirandosi a un altro italiano: Fabio Fognini, che ora definisce un buon amico.
"I miei più grandi idoli sono Fabio e Nole [Novak Djokovic]", ha detto Cobolli ad ATPTour.com. "Sono cresciuto guardando le partite di Fabio e ho cercato di migliorare il mio gioco osservandolo, me ne ricordo davvero molte. Di solito non mi piace guardare i match, ma dei suoi non me ne sono perso uno. Quando Fabio gioca, io sono davanti alla TV. Quando non gioca, non la guardo".
Cobolli ha ricordato con affetto una partita di Coppa Davis del 2014 tra Fognini e Andy Murray, quando una vittoria del ligure innescò una rimonta culminata all'ultima giornata che qualificò l'Italia alle semifinali. Da ammiratore che era, oggi Cobolli ha costruito con Fabio un forte rapporto sia dentro che fuori dal campo.
"Siamo buoni amici. Se ho qualche problema parlo sempre con lui", ha detto. "Lavoro con lui anche perché ha una società di management e oggi è lui il mio manager. Non siamo a stretto contatto perché sta ancora giocando, ma lavoro con la sua agenzia. Quindi passo molto tempo con lui, e se siamo nello stesso torneo stiamo sempre insieme, a cena o per qualche allenamento. Quando è in campo io faccio il tifo per lui e lui fa lo stesso con me".
Pur avendo in Fognini e Sinner due grandi esempi da seguire, Cobolli è deciso a scrivere da sé il suo percorso sul circuito Atp: "Voglio sviluppare il mio gioco, e percorrere la mia strada", ha detto.
Aiutato dal forte sostegno della FITP, Cobolli ha vinto quattro partite sul circuito maggiore quest'anno, di cui due nei quarti di finale di Monaco. Sul circuito Challenger lo scorso ottobre ha vinto un titolo a Lisbona e ha raggiunto una finale a Olbia, risultati che lo hanno issato fino al numero 95 del ranking Atp.
"E' stato un anno speciale, ho lavorato molto", ha detto Cobolli riferendosi al titolo vinto a Lisbona. "Ho giocato 36 settimane, tanto. Ero stanco ma penso che quel titolo significhi molto per me e per la mia stagione. Non voglio però fermarmi adesso. Voglio spingermi ancora più lontano per inseguire i miei obiettivi del 2024".
I successi costanti in un calendario così fitto di impegni hanno fatto guadagnare a Cobolli il n.5 del seeding a Jeddah. Ma per lui questa non sarà la prima esperienza alle NextGen Atp Finals. A Milano nel 2021, quando fu Carlos Alcaraz a laurearsi campione, l'italiano era infatti presente come riserva.
"Fu una grande esperienza per me perché è stata una delle prime volte in cui ho giocato con i più grandi giovani giocatori del mondo, come Alcaraz, [Juan Manuel] Cerundolo e [Hugo] Gaston", ha riflettuto. "Ho imparato molto da quegli allenamenti e penso che quella settimana abbia fatto molto per il mio tennis."
Ora per Cobolli è arrivato il momento di competere nel palcoscenico allestito a Jeddah. Ma l'impressione è che l'azzurro non si dirà pienamente soddisfatto finché non sarà riuscito ad aggiungere alla già ricca storia del tennis italiano, anche il suo contributo.
"Non voglio fermarmi", ha detto, parlando del suo ingresso nella Top 100. "Voglio essere uno dei protagonisti del futuro del tennis".