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Monte-Carlo: buona la prima per Djokovic

Il serbo n.1 del mondo vince la sua nona partita in stagione, la prima sul rosso, contro un Safiullin che ha opposto ben poca resistenza

di | 09 aprile 2024

Novak Djokovic (Getty Images)

Novak Djokovic (Getty Images)

L'attesa non è stata tradita. Così come la curiosità di rivederlo all'opera. Novak Djokovic ha fatto il suo esordio al Rolex Masters1000 di Monte-Carlo battendo in due set senza storia Roman Safiullin col punteggio di 61 62. Ancora digiuno di titoli e con una leadership nel ranking insidiata sempre più da vicino da Jannik Sinner, Nole ha mostrato buona confidenza al servizio e negli scambi dal fondo trovando però nel russo avversario tanto insidioso alla vigilia quanto arrendevole una volta posizionatosi di là della rete. 

Trascinato da un servizio pressoché infallibile (nessuna palla break concessa, con l'80% di punti ricavati dalla prima e il 90% dalla sua seconda), Djokovic ha iniziato la sua campagna monegasca in grande spolvero pur conscio - come da sua stessa ammissione - che non sarà il Masters1000 del Principato il suo vero obiettivo di questo segmento di stagione. Due volte vincitore del torneo e quattro volte finalista, il serbo ha però ritrovato sensazioni da tempo smarrite, prima fra tutte l'autorità con cui era solito condurre il gioco, smarrita in coincidenza della semifinale persa a Melbourne contro Sinner e da allora mai più ritrovata. 

"Sì, ho avuto ottime sensazioni. Penso che il pubblico abbia espresso il giudizio migliore nel valutarla come una delle mie migliori performance qui", ha dichiarato il serbo in conferenza stampa a fine match, "Ma è solo l'inizio del torneo, è stata solo una partita. E domani dovrò continuare a lavorare per mantenere questo ritmo e questa concentrazione se voglio giocare un altro match come quello disputato oggi".

Le condizioni lente di giornata possono aver aiutato Nole favorendo un adattamento meno brusco e cementando così quella fiducia con cui adesso potrà guardare al prosieguo del suo torneo. Certo, le diciannove palle break concesse da Safiullin raccontano di un avversario non in giornata, incapace di reagire e di provare a cambiare copione a un match che Djokovic ha tenuto saldamente inchiodato alla sua volontà. Ma per il Djokovic ferito di questo avvio di stagione, circondato da una concorrenza sempre più agguerrita e ancora privo di un nuovo coach al suo angolo, si è trattato di un'affermazione balsamica per quanto poco probante dal punto di vista fisico.  

Con la finale del torneo in calendario per domenica prossima, se vorrà provare ad arrivare fino in fondo Nole sa bene che non potrà contare su quel giorno di riposo garantitogli in questi mesi dall'Happy Slam. E che solo dal campo passerà quel raffinemento continuo di una condizione che lui vuol portare al suo picco in coincidenza di Parigi e dell'estate olimpica. Ma una storia non si forma se non sulla strada, e Djokovic sembra avere ben chiara quella che lo attende. Le risposte che cerca le troverà lungo il cammino. E gli saranno offerte da avversari più consistenti del Safiullin contro cui oggi ha dato il via alla sua rincorsa.

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