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Campioni internazionali

I segreti della racchetta di Rafael Nadal

Rafa, il più forte giocatore di sempre sulla terra battuta, non ha un incordatore personale: affida i suoi attrezzi agli stringer ufficiali degli Internazionali BNL d’Italia per la taratura ottimale delle sue corde alla vigilia di ogni match. Oggi non possono sbagliare: in palio ci sono 958.075 euro

di | 19 maggio 2019

racchetta Nadal cuore

L’arrivo di Rafael Nadal nella sala incordature dentro il centrale al Foro Italico è orami un ‘clasico’. Il fuoriclasse di Maiorca si è sempre affidato all’esperto team degli Internazionali BNL d’Italia guidato da Marco Rossani per far montare le corde e ottimizzare gli attrezzi. E tutto deve aver sempre funzionato alla perfezione se lo spagnolo è riuscito con il trofeo in mano ben 8 volte.

C’è da dire che lo spagnolo è molto amato dagli stringer professionisti che per le due settimane degli BI (cominciano dalle pre-qualificazioni) arrivano da tutta Italia e si mettono al servizio dei protagonisti del torneo a tempo pieno. Ha sempre avuto molto rispetto e considerazione del loro lavoro. Spesso si è addirittura consultato con loro sulla decisioni da prendere in fatto di tensione delle corde, a seconda del clima e del tasso di umidità in cui era prevedibile si dovesse giocare il successivo allenamento o partita.

Ogni anno viene designato un incordatore del gruppo incaricato di fare da punto di riferimento costante per il vincitore di 17 Slam e più forte di sempre sul ‘rosso’.

Questa volta è toccato a Simone Scaturro, esperto Master Professional Stringer dell’Ersa (European Racquet Stringer Association) di Roma. Lui e Marco ci hanno guidato alla scoperta dei dettagli più ‘intimi’ dell’attrezzo del n.2 del mondo che, hanno tenuto a specificare, è “come una macchina a funzionamento ciclico: ripete sempre tutto uguale”.

Il modello di Nadal è una Babolat Pure Aero nell’edizione speciale ‘La Decima’, celebrativa delle sue 10 vittorie al Roland Garros. Piatto corde da 100 pollici quadrati, peso senza corde 300 grammi, evoluzione della AeroPro Drive con cui Nadal ha giocato per tutta la carriera. Un telaio rigido, dallo spessore consistente (variabile tra i 23 e i 26 mm) che offre notevole spinta ma senza perdere nulla in termini di controllo.

Per i suoi esemplari, tarati su misura (Babolat gli fornisce pacchetti da 6/8 telai quatto volte all’anno) richiede un’impugnatura piccola, n.2. Utilizza una corda monofilamento di colore nero, a sezione ottagonale, e calibro piuttosto spesso, 1,35mm, la Babolat RPM Blast, di solito alla tensione di 25 kg, con il metodo classico a 4 nodi, cioè con due spezzoni di corda. Sui telai applica un etichetta ‘meno’ che riporta kg 25,5 ma qui a Roma ha chiesto sempre la cifra tonda). E’ un tipo di corda che va bene anche per un agonista di terza/quarta categoria a patto che la sostituisca con frequenza e sia molto prudente con la tensione. In tema di tutela del gomito, i 25 kg di Rafa sono un po’ troppi per chi non ha il suo braccione.

Alla base del reticolo corde, tra le due verticali centrali, Rafa colloca un Custom Damp, smorzatore delle vibrazioni sonore del piatto personalizzabile. E’ infatti composto da due elementi: quello centrale più chiaro si può togliere o tenere a seconda del grado di smorzamento che si preferisce.

Questa la parte tecnica: il fascino unico arriva però anche dalla cosmesi, con i dieci trofei del Roland Garros serigrafati all’interno del piatto (quelli ci sono anche nella versione “di serie”) e soprattutto quel “Rafa”, arancione su fondo giallo, ben evidente sul profilo degli steli, altezza cuore della racchetta. Il nome c’è solo sulle sue racchette. Non si può comprare. Bisogna conquistarselo a suon di Slam

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