Chiudi
Il "barba" del tennis è maturato, forse, s’è calmato, forse. Ad ogni modo per la prima volta è arrivato negli ottavi del Roland Garros, la terza in uno Slam. Affronterà Nishikori e non è detto che parta battuto. Forse Benoit è finalmente cresciuto. Vero, Paire?
di Vincenzo Martucci | 01 giugno 2019
L’elenco delle sue follie è troppo lungo. “Le mie crisi fanno parte di me, anche a Washington non mi sono controllato, ma ora sono più calmo, prima ero pazzo, non accettavo gli errori e subivo troppo il giudizio degli altri ”, analizza lui. Che, da giovane, era davvero impossibile, in campo: “La mia famiglia ne ha sofferto, la gente diceva che ero troppo debole di testa, ma sono diventato un professionista di tennis”. In patria, lo chiamano “il Fognini di Francia”, facendogli un gran complimento, perché Fabio è più forte ed ha vinto molto di più, ma il paragone sintetizza i limiti di concentrazione e di controllo dei nervi di due talenti di fisico e di tocchi di prima qualità. Entrambe in spolvero, non a caso, dopo i 30 anni. Entrambe capaci di qualsiasi risultato. “Quando sto bene e sono felice, in campo, posso battere chiunque”, dice il barba del tennis prima del test di giapponese contro Kei Nishikori. Col quale ha perso 6 volte su 8, le ultime 4 di fila, compreso il Roland Garros 2018 in cinque set. Allora, viveva ancora la love story con l’affascinante Shy’m. Allora, non aveva il barbone mimetico delle sue forti emozioni.