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Un’ottima partenza non impedisce alla Muguruza di ricadere in quegli errori e in quelle paure che la perseguitano da oltre un anno e mezzo. Stephens ringrazia ed approda per il secondo anno consecutivo tra le migliori otto a Parigi, dove troverà la britannica Konta
di Tiziana Tricarico | 02 giugno 2019
NESSUNA COMPLICAZIONE - A differenza dei primi tre turni stavolta Sloane Stephens è stata più concreta che mai, concedendosi un attimo di distrazione solo al momento di chiudere. La statunitense numero 7 del ranking e del seeding, nell’ottavo più atteso del tabellone femminile ha sconfitto per 64 63, in un’ora e quaranta minuti, la spagnola Garbiñe Muguruza, numero 19 Wta e 19esima testa di serie, campionessa nell’edizione del 2016. La 26enne di Plantation, Florida, che con la terra parigina ha un conto aperto - lo scorso anno stava infatti dominando la finale prima della rimonta della Halep - troverà nei quarti la britannica Johanna Konta, numero 26 del ranking e del seeding, che nelle precedenti quattro partecipazioni al Roland Garros non aveva mai vinto neppure un match e che improvvisamente ha conquistato tutte insieme quattro vittorie di fila, l’ultima contro la croata Donna Vekic, numero 23 Wta e 23esima testa di serie (62 64 lo score in un’ora e 24 minuti). Johanna ha vinto entrambi i precedenti con Sloane, tutti e due giocati quest’anno, l’ultimo sulla terra del Foro Italico.
Si può mai decidere che la partita si è messa male e andare in crisi già alla fine del primo set? E’ quello che ha fatto la 25enne spagnola nata a Caracas - che pure nei primi tre turni era apparsa in grande spolvero - quando, dopo aver iniziato con grande grinta e determinazione, una volta fallite ben cinque chance per il 3-0 con doppio break si è via via spenta. Cosa che le succede abbastanza spesso da un anno e mezzo a questa parte, cioè da quando, una volta conquistato lo scettro mondiale (nell'estate del 2017), si è fatta schiacciare dalla pressione scivolando indietro nel ranking faticando persino a restare tra le top 20. Tornando al match, la Muguruza ha difeso il vantaggio fino al 3-1 ma poi ha subito quattro giochi di fila: nel nono game ha strappato di nuova il servizio all’americana ma al momento di rimettere tutto in discussione ha ceduto la battuta addirittura a zero. Nel secondo gioco della seconda frazione una Muguruza quasi alle lacrime ha salvato una delicata palla-break, ma nemmeno il sostegno di coach Sam Sumyk che la invitava a concentrarsi e a dimenticarsi di quanto accaduto nel primo set è servito. La spagnola è sembrata quasi convita dell’ineluttabilità della sconfitta contro un’avversaria che col passare dei giochi ha lasciato sempre più andare il braccio. Nell’ottavo gioco la Stephens ha centrato il brak decisivo e nel game successivo ha archiviato la pratica anche se ha dovuto annullare una palla-break prima di riuscire a chiudere al quinto match-point. Per Sloane 20 vincenti contro 25 gratuiti, mentre per Garbiñe solo 13 vincenti a fronte di ben 28 gratuiti.
Nella parte bassa del tabellone la Stephens è l’unica testa di serie rimasta in corsa. Non solo la statunitense è l’unica ad avere all’attivo quarti Slam - questo sarà il sesto ed è approdata tra le migliori otto almeno una volta in tutti e quattro i Major - lei che ha anche conquistato un trofeo Major, a New York nel 2917. Sloane è una a cui piacciono i palcoscenici di prestigio ed a Parigi lo sta dimostrando, lei che fin qui in stagione sul “rosso” poteva vantare solo un quarto sulla terra verde di Charleston (fermata dalla Keys), una semifinale a Madrid (stoppata dalla Bertens, poi vincitrice del titolo) mentre a Roma è uscita di scena al secondo turno (per lei l’esordio), eliminata in tre set da Johanna Konta che ritroverà dall’altra parte della rete martedì.