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Due anni e mezzo fa a Brisbane era stata la prima "millennial" a vincere, a soli 16 anni, un match di main draw nel circuito maggiore. Ora un paio di stagioni tutt'altro che esaltanti Destanee ha capito
di Vincenzo Martucci | 12 giugno 2019
Rieccola. Destanee Aiava elimina Sabalenka a Den Bosch e torna sulla ribalta dov’era spuntata due anni fa dalle qualificazioni del torneo di Brisbane, diventando a 16 anni la prima "millennial" ad aggiudicarsi un match Wta Tour, contro l’ex numero 30 del mondo Bethanie Mattek-Sand. Si presentò con una faccia e una storia, e con un mix di culture e di esperienze che l’anno scorso avremmo rivisto, trasposta, nella campionessa Slam e numero 1 del mondo, Naomi Osaka.
Nata a a Melbourne, Australia il 10 maggio 2000, aveva un taglio del viso tipicamente orientale, colorito da genitori di Samoa, pesante arsenale di colpi da fondo campo, sfrontatezza di facciata che nasconde un’enorme timidezza. Raccontava la classica storia del diamante spuntato fuori per caso, da una famiglia senza alcuna conoscenza tennistica. Papà Mark era stato pesista e mamma Rosie rugbista, anche se poi, quando la bimba, Destanee, a cinque anni, era rimasta fulminata dal nuovo sport, s’era auto-proclamata coach delle racchette. “Stavo guardando gli Oz Open in tv e sono rimasta abbagliata da Serena. Ho deciso: 'Voglio diventare la numero 1 del mondo'. Ho avvertito una vibrazione, anche se ero dall’altra parte dello schermo, quell’energia mi ha trascinato nello sport”. Un fluido magico che l’ha spinta a bruciare le tappe a livello junior, aggiudicandosi il titolo di miglior atleta giovane dell’anno per tre stagioni di fila, e quindi a fare esperienze all’estero, come quella, indimenticabile, del 2012 a Parigi, quando, ad appena 12 anni, ebbe l’onore di tirare qualche palla con “Signorina Dritto”, l’ex n. 1 e regina di 22 Slam di singolare, Steffi Graf. Che rimase impressionata: “Tira i colpi con tutto il corpo e li accompagna benissimo, copre anche la rete. La ragazzina promette proprio bene”.