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Ad Halle Federer gioca oggi la sua 13esima finale con l'obiettivo di portare a 10 i trofei conquistati sui prati tedeschi dove è stato protagonista per la prima volta nel 2003
di Vincenzo Martucci | 23 giugno 2019
Roger Federer ha fatto 13, non al Totocalcio, quando il concorso pronostici legato al nostro sport più popolare sovvenzionava l’intero sport italiano, ma ad Halle. Nel senso che, nel torneo sull’erba tedesca che fa da prologo a Wimbledon ormai del 1993, disputa la finale numero tredici, a caccia del 10. Cioè del successo in doppia cifra da aggiungere alla collezione di affermazioni indimenticabili nella hit parade dei pluri-finalisti, dove già conta le 14 finali del torneo di casa, a Basilea, le 11 di Wimbledon e le 10 al Masters e a Dubai, in contrasto con le 12 finali - e altrettanti trionfi - del rivale di sempre, Rafa Nadal, al Roland Garros e a Montecarlo, con anche Nadal 11 finali a Barcellona e Roma.
Questo 13 non è record, ma non passa come una cifra banale, un passaggio qualunque nella incredibile processione di primati del 37enne campione svizzero. Ha invece un significato particolare, non solo perché il Magnifico, battendo il francese Herbert, l’avversario diverso numero 337 della sua fantastica carriera, ma riesce ad essere estremamente competitivo su una superficie volubile come l’erba, dove i punti e i punteggi volano via in un attimo ed è arrivato in finale contro tredici differenti avversari. Il che contribuisce a ricordargli quante generazioni abbia mandato in pensione, rimanendo invece lui sempre moderno e vincente. Del resto, ha mandato in pensione anche la proprietà del torneo, che si identificava con lo sponsor unico, Jerry Weber, la casa di moda tedesca che, in grave crisi finanziaria, non ha potuto garantire quest’anno i quasi 5 milioni di dollari di montepremi, cedendo l’etichetta al marchio “Noventi”.