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Campioni internazionali

Pfister & Amaya, I nonni dei bombardieri erano 'made in USA'

Oggi giocatori come Isner o Cilic si fanno largo da altezze notevoli con grandi bordate al servizio. Tra gli antesignani di questo tennis c’erano due spilungoni americani che negli Anni '70 facevano paura anche sulla terra. E a ben guardare si scopre che le velocità siderali in battuta non sono prerogativa esclusiva di oggi: secondo alcuni Tilden nel 1931 servì a oltre 250 km/h

di | 02 settembre 2019

Vide la storia, Roma. Vide cambiare il tennis davanti ai suoi occhi. Agli Internazionali, nel 1978, passarono due giocatori che avrebbero rappresentato l'inizio di una nuova categoria di tennisti, alti alti e dal servizio devastante. Un passaggio che coincideva anche con quello dalle racchette di legno alla fibra, di vetro e di grafite. Persero contro Panatta quell’anno a Roma, prima Hank Pfister, un metro e 93 (salvando tre match-point) e poi Victor Amaya, due metri esatti, che tanti già chiamavano “l'Incredibile Hulk”.
Era un tennis quello di quegli anni che avrebbe visto ancora vincere un artista “leggero” come Vitas Gerulaitis su un bombardiere come Ivan Lendl nei quarti agli Us Open 1981, gli ultimi con in finale due giocatori con la racchetta di legno.

Che coppia, anche in doppio

Un anno dopo, a Flushing Meadows, Pfister e Amaya, insieme, avrebbero perso la finale di doppio contro altri due bombardieri Steve Denton (che aveva battuto McEnroe a Cincinnati e si era fatto rimontare due set da Gerulaitis) e Kevin Curren.

È forse la maggior potenza di fuoco che si sia mai vista su un campo da tennis.

Con Amaya e Pfister, che avevano già vinto il Roland Garros in doppio, ultima coppia americana in finale a Parigi prima di Ryan Harrison e Donald Young nel giugno 2017, germoglia un tennis diverso.

Il mancino Amaya, che denota sangue nativo americano, chiude la carriera con tre titoli in singolare, l'ultimo a Washington nel 1980, il suo anno migliore che chiude da numero 15 del mondo: rifila 28 ace a Ivan Lendl in finale.

Conquista sei tornei in doppio, si considera migliore come allenatore, e a sentire le molte testimonianze che hanno accompagnato la sua induzione nella Midwest Hall of Fame della USTA, adora lavorare con i bambini.

“Provo più gusto, mi appassiono di più ad assistere al successo di qualcun altro cui ho dato una mano”, spiega in un video della USTA. Forse perché è diventato, e per molto tempo è rimasto famoso, per una “quasi vittoria” che rimane pur sempre una sconfitta, contro Bjorn Borg a Wimbledon.

Il mancino Victor Amaya, di sangue nativo-americano, era alto due metri esatti

Hank Pfister, specialista del serve & volley negli anni '70: era alto 1 metro e 93

Quella profezia... sbagliata

Anche Pfister, specialista del serve and volley, uno che il Roland Garros in doppio l'aveva già vinto con Gene Mayer nel 1978, resterà inchiodato a una sconfitta e a una profezia sbagliata.

Ha vinto nove titoli di doppio in carriera e due di singolare, a Maui nel 1981 e Newport nel 1982. Tre volte semifinalista all'Australian Open, è stato numero 19 del mondo.

Era già in fase calante nel 1985, quando a Wimbledon affronta all'esordio un ragazzo tedesco di 17 anni che dodici mesi prima era stato portato fuori in barella, con i legamenti della caviglia ormai andati, al terzo turno. Pfister perde ma non crede alle potenzialità di quel ragazzetto che sfodera servizi potenti e volée da applausi.

“Ha giocato senza niente da perdere, ha dato tutto e di più - commenta Pfister - direi che perderà al prossimo turno”. Quel ragazzo è Boris Becker, quel turno lo passerà e, quello come tutti gli altri, fino a vincere il titolo con un esempio di ‘ingegneria tedesca del massimo livello’, come dirà poi il suo ex coach Mike De Palmer Jr. al New York Times. Il tennis era già entrato nell'era dei bombardieri?

Le velocità di una volta

Oggi siamo abituati alle grandi velocità al servizio. Ma non sono una prerogativa del tennis moderno. Una prima di Bill Tilden, seppur calcolata con macchine fotografiche da 84 frame al secondo, venne misurata oltre i 260 kmh nel 1931. E Roscoe Tanner fece segnare i 246 a Palm Springs nel 1978, uno dei primi tornei con misuratori automatici che però calcolavano la velocità non alla partenza della pallina ma quando superava la rete.
Nel 1997 Philippoussis servì a una media di 200 km/h usando la sua racchetta e a 196 km/h utilizzandone una di legno
Le racchette di oggi danno più precisione, ma non più potenza. Una prova? Nel 1997 Philippoussis fece un esperimento: servì a una media di 200 km/h con la sua racchetta e a 196 con una di legno.
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