Dall'Urss alla Russia
“Questi exploit – spiega ancora il direttore di 'Tennis Weekend' – aiutano lo sviluppo del tennis in tutto il Paese, perché quando c'è un esempio da seguire è tutto più semplice. Dobbiamo però tenere conto che questa nuova 'Troika di Russia' (Troika significa triumvirato, ndr) ha goduto di una situazione finanziaria piuttosto favorevole in rapporto ad altri colleghi: lo zio di Khachanov è un businessman molto ricco, proprietario di una catena di negozi di successo, e per il nipote ha fatto di tutto e di più; il padre di Rublev è proprietario di una catena di ristoranti a Mosca; Medvedev è il meno benestante dei tre, ma i genitori avevano buoni contatti in Francia e per lui è stato relativamente semplice installarsi in Europa e trovare un team che potesse aiutarlo". Una situazione che invece, in passato, era decisamente difficile da trovare. "Negli Anni 90, per giocatrici come Maria Sharapova o come Anna Kournikova, il tennis era una delle poche soluzioni per fare strada e per guadagnare, mentre oggi la situazione economica in Russia è parecchio migliorata, e si può riuscire nella vita anche senza passare dal mondo dello sport". Il tennis è comunque ben radicato nel Paese più esteso del mondo, è sempre tra gli sport più popolari, giusto dietro a calcio e hockey su ghiaccio. "Quello che manca è un sistema di formazione dell'élite, per questo tanti talenti finiscono per andare all'estero, e ci resta il cruccio di perdere ragazzi di valore che scelgono di giocare per altri Paesi, per esempio Bublik che ha deciso di rappresentare il Kazakistan, seguendo l'esempio di Kukushkin e prima ancora di Golubev. Ai tempi dell'Unione Sovietica, chiunque poteva giocare perché in sostanza era tutto gratis. Oggi, invece, anche il tennis è un business e dunque i costi sono aumentati. La Federazione? Fa quello che può, aiuta alcuni giocatori di qualità ma non ha la possibilità di arrivare ovunque". La transizione dall'Unione Sovietica al nuovo corso politico e sociale è stata imperfetta e difficile. "Bisogna lavorarci ancora - chiude Ivanov - ma la cosa interessante è che adesso alcuni ex giocatori, come Nikolay Davydenko, stanno rientrando nel circuito come allenatori: in questo caso è stato Khachanov a chiedergli aiuto, e chissà che questo non possa essere un primo passo verso un nuovo corso”.