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Dominika Cibulkova saluta felice il tennis in una piovosa giornale d’autunno: è arrivata fino al numero 4 del ranking mondiale ed ha vinto le Wta Finals del 2016 a Singapore. Il futuro è la sua Academy a Bratislava
di Vincenzo Martucci | 13 novembre 2019
Si firmava “Pome”, l’incitamento che, nella sua lingua, significa “Forza”. Tutti la chiamavano “Domi” accorciando quel Dominika e la conoscevano per due o tre cosette indimenticabili: intanto, il sorriso, radioso, coinvolgente da pubblicità di un dentifricio, eppoi la grinta, la capacità di sprigionare un incendio da quel dritto velocissimo, e infine la corsa, indemoniata, a tutto campo, con la quale imprimeva un ritmo forsennato, spesso impossibile, per l’avversaria. Dominika Cibulkova saluta felice come sempre il tennis in una piovosa giornale d’autunno: a 30 anni, le sue migliori primavere sono passate, portandola fino al numero 4 del mondo il 20 marzo 2017, sulle ali di 8 titoli Wta di singolare in 21 finali, fra cui spicca quella degli Australian Open 2014.
I suoi inverni saranno indoor, nella Love4Tennis Dominika Cibulkova Academy di Bratislava, dove insegnerà ad altre ragazze di buona volontà come si possono moltiplicare le proprie qualità fino a salire e restare la vertice del tennis. Lei, la bionda slovacca dal visino angelico, c’è riuscita a dispetto degli appena 161 centimetri d’altezza, esprimendosi su tutte le superfici. E a dispetto anche di un grave infortunio al tendine d’Achille che l’ha tolta di circolazione per sei mesi, nel 2015, subito dopo l’impresa di Melbourne 2014 quand’aveva messo in fila la numero 3 del mondo, Sharapova, e la 5, Radwanska, diventando la prima finalista Slam della sua Slovacchia.