Il tennis greco comincia da Stefanos Tsitsipas, e dal suo magico Masters conquistato domenica alla "O2 Arena" di Londra. Ma c‘era già stato profumo di Grecia col numero 1 del mondo, Petros Sampras, detto “Pete”, nato a Washington D.C., terzo figlio di Soterios “Sammy” - statunitense di papà greco, Costas “Gus” Sampras - e Georgia (da signorina Vroustouris) Sampras, emigrata da Sparta.
E c’era stato il numero 8 del mondo, Marcos Baghdatis, figlio di Cipro, che ovunque andasse scatenava il tifo dei tantissimi immigrati greci. Un giocoliere, un sorriso sempre aperto, a dispetto degli infortuni, un compagno per tutti, un punto di riferimento come tecnica e orgoglio. “
Se non ci fossi stato tu, oggi non ci sarei io”, gli confessa infatti alla tv greca il nuovo dio del tennis ellenico, Tsitsipas, abbracciandolo e strappandogli qualche lacrimuccia. Perché tutti e due sono cresciuti lontano da casa, senza tanti soldi ma con tantissime speranze, tutti e due hanno trovato asilo dal mecenate Patrick Mouratoglou nella prima scuola alla periferia di Parigi (ora traslocata sulla Costa Azzurra), tutti e due hanno conquistato il pubblico per fantasia e simpatia e gli avversari per umanità e spontaneità, tutti e due come talenti precocissimi, entrambe ex numeri 1 del mondo juniores.