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L'ucraina è la seconda under 20 meglio classificata dietro Bianca Andreescu. Bajin ha guidato Osaka a modulare la potenza dei colpi e l'ha aiutata a salire al numero 1 del mondo. Le giovani leve della WTA sono pronte ai grandi traguardi: ci sono 14 under 22 tra le prime 100.
di Alessandro Mastroluca | 24 dicembre 2019
Nessun problema di cambio della guardia. Con cinque under 21 tra le prime cinquanta del mondo, la WTA si prepara a vivere una stagione alimentata da stili e caratteri diversi. Dayana Yastremska, che ha davanti in classifica una sola giocatrice più giovane di lei, la campionessa dello Us Open Bianca Andreescu, ha scoperto le carte.
YASTREMSKA, CHIAMATELA "DAYASHA": GUARDA LA GALLERY
Punta in alto la giovane ucraina, che nel 2018 si era distinta come prima giocatrice nata nel terzo millennio ad entrare tra le prime cento del mondo. L'annuncio del nuovo coach, Sascha Bajin che ha interrotto la collaborazione con Kiki Mladenovic, è il manifesto di grandi ambizioni e di un senso profondo per la competizione. Ancora alla ricerca dei suoi limiti, possibilmente per ridefinirli e spostarli un po' più in là, ha chiuso una stagione di forti contrasti, con due tornei vinti, il primo ottavo di finale Slam a Wimbledon, e la grande paura per l'incidente a sua madre dopo l'Australian Open.
.@D_Yastremska ha già dimostrato di avere la stoffa della campionessa... farà il salto di qualità con @BigSascha? #tennis
— SuperTennis TV (@SuperTennisTv) December 3, 2019
(via Instagram) pic.twitter.com/vAR15ohAaw
Ha trionfato a Hua Hin su Ajla Tomljanovic, che pure era avanti 5-2 nel terzo set ma non le è bastato per il primo titolo WTA in carriera, e a Strasburgo, dopo aver salvato un match point a Caroline Garcia. In entrambi i tornei, ha eliminato una top 20 lungo il percorso, Muguruza e Sabalenka. “E' sempre bello giocare contro le migliori” ha detto a Wuhan. Aveva appena dominato Karolina Pliskova con 26 vincenti a 8 e 15 errori in 64 minuti. Ha accolto senza troppe celebrazioni la prima vittoria su una top 10. “Penso di aver fatto solo il mio lavoro” ha detto.
La convinzione necessaria per osare contro ogni avversaria non le manca. Le è servito del tempo per incanalare, gestire quel desiderio di tirare forte sempre come se ogni colpo dovesse essere un'affermazione. Colpisce con la stessa orgogliosa determinazione che Cristiano Ronaldo mette nella sua tipica esultanza. Con le accelerazioni piatte e filanti dice: sono qui. Riflettori su di me.
Ha debuttato nel circuito ITF nel 2015 e vinto la prima partita WTA a Istanbul nel 2017. Lavorava già da qualche mese, da marzo di quell'anno, con Marco Girardini, esperto coach milanese in passato responsabile del settore tecnico femminile under 14 e under 16, coach di Vivienne Vierin (ex numero 420 del mondo) e membro dello staff di Karin Knapp tra il 2011 e il 2012. “Era in un momento un po’ particolare, 430 del mondo, non riusciva a ingranare. Con il lavoro ha fatto grandi progressi, ci siamo lasciati dopo l’Australian Open [del 2018, NdA] ed era salita al 160 - raccontava l'anno scorso al Corriere dello Sport -. È matura come tutte le ragazze dell’Est, la sua forza è nel carattere”. E si vede. Ha chiuso il 2018, la sua prima stagione completa, già tra le prime sessanta del mondo grazie al primo titolo a Hong Kong.
A Melbourne, quest'anno, perde contro Serena Williams poi sua madre rischia di perdere l'occhio quando le esplode in mano una bottiglia di champagne. Servono quattro ore di intervento chirurgico per evitarlo. Come ha raccontato al sito ucraino BTU, è il direttore dell'Australian Open, Craig Tiley, a occuparsi delle spese mediche. Mamma Marina rimane una presenza costante durante i tornei. Hanno un buon rapporto, di lei la giovane ucraina si fida, e Marina, bionda come Dayana, entra relativamente poco nelle questioni tecniche o tattiche.
Yastremska, entrata nell'accademia di Kim Clijsters dopo il periodo con Girardini, non vede l'ora di diventare una fonte di ispirazione per la sorellina Ivanna, che ha 12 anni e ha già mostrato una buona predisposizione alla Kids Cup under 12, il torneo Tennis Europe organizzato dall'accademia spagnola Sanchez-Casal.
Yastremska, che fa parte della categoria delle colpitrici potenti ma non disordinate, si è data un obiettivo ambizioso: vuole vincere uno Slam nel 2020. Un traguardo quasi certamente irraggiungibile senza una modulazione più morbida e flessibile delle frequenze dei colpi. Bajin sa come si fa ad arrivarci, chiedere per credere a Naomi Osaka che con lui ha vinto due Slam di fila diventando la prima numero 1 del mondo asiatica nella storia del gioco in singolare.
Anche Bianca Andreescu ha rivelato un certo gusto nel battere i record di precocità l'anno scorso. La WTA ha eletto la canadese, numero 5 del mondo nonostante appena 13 tornei giocati, come “Matricola dell'anno”. In Canada, le hanno riconosciuto il trofeo Lou Marsh che si assegna ogni anno allo sportivo nazionale dell'anno. Mai prima d'ora il riconoscimento era andato a un tennista. Non l'aveva vinto nemmeno Milos Raonic nell'anno della finale a Wimbledon.
Sono 14 le top 100 che devono ancora compiere 22 anni, otto di loro non ne hanno ancora ventuno. C'è Aryna Sabalenka, numero 11, da cui ci si aspettava già nel 2019 un salto di qualità che negli Slam che invece non c'è stato. L'elenco è lungo.
Le prime 50 della classifica, chiamate a votare la giocatrice che più si è migliorata nel corso della stagione, hanno premiato Sofia Kenin che ha chiuso l'anno da numero 14 dopo averlo iniziato al numero 56. La statunitense di origine russa ha vinto tre titoli, a Hobart, Mallorca e Guangzhou, e in estate ha battuto due diverse numero 1 del mondo in due settimane consecutive. Ashleigh Barty in Canada e Naomi Osaka a Cincinnati. Tra le giovani prime 20 rientra Marketa Vondrousova (numero 16), rivelazione sulla terra degli Internazionali BNL d'Italia e del Roland Garros.
L'attesa è alta anche per Amanda Anisimova, da molti considerata la nuova Sharapova, e per Coco Gauff dopo gli ottavi a Wimbledon, l'incontro con Michelle Obama, i primi titoli a Washington e in Lussemburgo e l'ingresso in top 10 a quindici anni.
Non ha avuto l'esplosione improvvisa di Gauff, ma non è per questo meno rilevante il percorso di Iga Swiatek che ha iniziato a lavorare con un mental coach, e così ha centrato gli ottavi al Roland Garros e l'ingresso in top 50. La polacca dal tennis geometrico ed elegante, stile Radwanska, ha studiato a distanza per il diploma, conserva una grande passione per la musica e il sogno di partecipare alle Olimpiadi come suo padre canottiere (era nel quattro di coppia a Seoul 1988). La meglio gioventù è pronta ad andare al potere.