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"Ai cittadini di Melbourne hanno detto di tenere i propri animali al coperto mentre noi stavamo là fuori per le qualificazioni" ha scritto il britannico in una nota su Twitter. Pospisil, Cornet, il coach Groeneveld si sono uniti al coro di critiche.
di Marco Mazzoni | 16 gennaio 2020
I tennisti non ci stanno e puntano il dito contro gli organizzatori dell'Australian Open e l'ATP. Alcuni giocatori hanno scatenato sui social una campagna di protesta contro la decisione di far svolgere le qualificazioni del primo Slam stagionale nonostante la pessima qualità dell'aria di Melbourne. Un tam tam che cerca di smuovere i colleghi per trovare maggior unità e promuovere un'azione comune, a protezione della loro salute ed interessi.
Marco Trungelliti ha dichiarato alla stampa argentina che “la contaminazione è simile a quella che si trova in Cina o forse peggiore. Purtroppo stanno utilizzando i giocatori delle qualificazioni come cavie, come sempre purtroppo. Ci sbattono in campo per vedere se è possibile resistere o meno”. Feroce l'ironia di Nicolas Mahut, che ha pubblicato sui social una sua foto con mascherina dicendo “ecco, sono pronto per il primo turno”.
Una delle voci più critiche è quella del britannico Liam Broady che stamattina ha condiviso su Twitter una nota personale, invocando una risposta da parte dei colleghi, inclusi i membri del player council. “Più ripenso alle condizioni in cui abbiamo giocato nei giorni scorsi, più mi ribolle il sangue nelle vene” scrive Broady, “Non possiamo far passare anche questa. La email che abbiamo ricevuto ieri dall'ATP e dall'Australian Open è stato uno schiaffo in faccia, le condizioni erano “giocabili”. Ma erano condizioni “salutari”? Ai cittadini di Melbourne è stato raccomandato di tenere i propri animali al coperto il giorno in cui io ho giocato un match di qualificazione, eppure noi dovevamo starcene là fuori per una competizione che richiede un grande impegno fisico? Cosa dobbiamo fare per creare un sindacato di giocatori? Dove è la protezione per i tennisti, maschi e femmine? Quando saranno in molti i giocatori ad aver bisogno di uno spray contro l'asma in campo pur non soffrendo l'asma? Quando un tennista collassa in campo ed è costretto al ritiro per problemi respiratori? Abbiamo sopportato sul tour fin troppe cose che non sono affatto giuste, ma arrivati ad un certo punto dobbiamo prendere una posizione e non lasciar più correre. TUTTI i giocatori hanno bisogno di essere protetti, non solo alcuni, pochi, eletti.”.
Parole forti, indirizzate direttamente anche a Vasek Pospisil, uno dei colleghi più attivi nella politica del tennis per i diritti dei giocatori, che ha risposto “Non lasceremo correre”. Pronta anche la risposta di Dustin Brown: “Ho un virus in arrivo, mi è stato detto dal dottore in campo. In 35 anni è la prima volta che devo usare uno spray per aiutarmi a respirare meglio...”. Sven Groeneveld ha risposto alla nota di Broady invocando “Trasparenza, linee guida chiare, essere rappresentati. Solo così è possibile migliorare”. Anche Alize Cornet si è unita al coro scrivendo sul proprio profilo social “Sono completamente d'accordo, dobbiamo riunirci e fermare questo nonsense”.