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Campioni internazionali

Caro Andrey, come te non c’è nessuno - Video

Rublev protagonista di una stagione da record: 5 titoli, maggior numero di match vinti, ingresso in top ten e prima qualificazione alle ATP Finals. E’ stato il tema della 25esima puntata di "2020 Reloaded" su SuperTennis

di | 24 dicembre 2020

Andrey Rublev

Andrey Rublev sorridente in conferenza stampa

Credo che nel 2020 Andrey Rublev farà qualcosa di speciale. Quando l’ho affrontato a Cincinnati mi ha davvero impressionato…”. Parole e musica di Roger Federer, uno che ne capisce un po’ di tennis, a chi gli domandava quale giovane rampante poteva essere uno dei protagonisti della stagione che andava ad iniziare.
Una profezia quanto mai azzeccata, quella del fuoriclasse di Basilea: cinque titoli ATP (il bottino più ricco in un’annata sconvolta dalla pandemia), maggior numero di partite vinte nel circuito maggiore, ingresso in top ten e qualificazione per la prima volta alle ATP Finals di Londra. Ecco l’istantanea dello straordinario 2020 del giocatore russo, passato negli ultimi dodici mesi dal numero 23 della classifica mondiale a numero 8, suo best ranking. Non a caso, l'ATP lo ha recentemente premiato come ‘Most Improved Player of the Year’, assegnando al contempo il riconoscimento di ‘Coach dell’Anno’ pure al suo allenatore spagnolo Fernando Vicente.

Insomma, ne ha fatta di strada il finalista delle Next Gen ATP Finals 2018 a Milano. E proprio alla stagione da incorniciare, da record, del 23enne di Mosca è stata dedicata la venticinquesima puntata di “2020 Reloaded” su SuperTennis.

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E’ una partenza lanciata quella del “principino russo”. C’è la sua firma infatti sul "Qatar ExxonMobil Open", torneo ATP 250 solo sulla carta (per montepremi, 1.359.180 dollari, e qualità del tabellone), sul cemento di Doha, evento inaugurale della nuova stagione maschile: Rublev conquista il suo terzo trofeo in carriera grazie al successo in finale per 62 76(3) sul francese Corentin Moutet, dimenticando nel migliore dei modi la delusione per esser stato escluso – per ragioni di classifica - dalla rappresentativa russa per l’ATP Cup.

Sullo slancio il moscovita, figlio di una maestra di tennis, Marina, e di un pugile poi diventato un importante ristoratore nella capitale russa, Andrey Senior, proprietario di 14 locali con cucine di differente etnia, concede il bis vincente ad Adelaide otto giorni più tardi, facendo capire quelle che sono le sue intenzioni. Sul cemento della città sulla costa dell’Australia meridionale, in uno degli ultimi due appuntamenti per rifinire la preparazione in vista di Melbourne, in semifinale si aggiudica una vera e propria battaglia contro il Next Gen canadese Felix Auger-Aliassime, poi completa l’opera concedendo appena tre game al sudafricano Lloyd Harris, alla sua prima finale nel circuito maggiore.

Neppure i mesi di interruzione del tour a causa della pandemia globale tolgono brillantezza al giovane dai capelli rossi, che anzi a suon di diritti violenti e rovesci a due mani in costante accelerazione  continua a mietere vittime (sportive, sul campo) e a cogliere risultati. Andrey arriva così a conquistare anche un 500”, sulla terra di Amburgo, dove affronta all’ultimo atto il greco Stefanos Tsitsipas, piegato per 64 36 75 al termine di una partita entusiasmante.

Per il poker sceglie la madre patria, mettendo tutti in fila nel 500” di San Pietroburgo sul duro indoor, superando in due set (76 64) nell’ultimo atto il croato Borna Coric, così da diventare il quinto russo nell'albo d'oro del torneoIl suo nome segue quelli di Yevgeny Kafelnikov (1995), Marat Safin (2000-’01), Mikhail Youzhny (2004), oggi coach di Denis Shapovalov che proprio Rublev ha battuto in semifinale, e Daniil Medvedev (2019).
Un trionfo ottenuto pochi giorni dopo la scomparsa della nonna: “E’ stata molto dura e sono molto felice di aver vinto questo torneo – confessa il moscovita, commentando l’affermazione che vale l’ingresso nella top ten - che per me è davvero speciale. Ho cercato di non pensarci, sono felice di come sto giocando e cercherò di concentrarmi sulle cose che ancora devo migliorare. E sono tante".

Sarà, ma intanto un paio di settimane più tardi, a fine ottobre, sulla stessa superficie Rublev continua a dimostrarsi solido, a tratti quasi in giocabile, mettendo le mani su un altro “500”, quello di Vienna, dove spegne il sogno italiano, aggiudicandosi con un periodico 64 la finale del torneo contro Lorenzo Sonego, a sua volta protagonista di una settimana da favola (con il picco della “lezione” impartita a Novak Djokovic). Un trionfo – il settimo nel circuito maggiore e quinto stagionale - che gli apre anche le porte delle ATP Finals, prima qualificazione in carriera. E al Masters, ospitato per l’ultima volta a Londra prima del passaggio a Torino per cinque edizioni, da rookie dopo le sconfitte con Nadal e Tsitsipas si toglie la soddisfazione, da già eliminato, di battere Dominic Thiem, numero 3 del mondo.

Così completa la sua annata da record con un bilancio di 41 vittorie e 10 sconfitte: nessuno meglio di lui, visto che anche Djokovic ha vinto 41 match, con 4 titoli (seppur di maggiore qualità, con uno Slam, due Masters 1000 e un “500”).
Giusto per contestualizzare tali cifre, 14 partite vinte più di Nadal che ha giocato col contagocce dopo la pausa, 16 più di un Thiem che ora sembra concentrato più sugli Slam e 13 più dell’amico Zverev e del connazionale Medvedev, che ha chiuso il 2020 da “Maestro”.

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Cinque volte Rublev e la prima di Millman

Numeri alla mano, Rublev è stato il protagonista principale del circuito in questo 2020 che sta per andare in archivio, eppure c’è chi – come il connazionale Safin – pensa che per essere considerato un campione debba migliorare il rendimento negli Slam. Ottavi di finale a Melbourne e quarti sia a New York che Parigi nei tre Major stagionali, sempre perdendo da avversari più quotati di lui, per quanto più o meno suoi coetanei: Zverev, l’amico Medvedev e Tsitsipas (battuto la settimana precedente ad Amburgo). Però sconfitte arrivate in maniera piuttosto netta, in tre set. Probabilmente c’è ancora bisogno di lavorare sull’approccio mentale ai grandi palcoscenici ed elaborare magari qualche piano B quando, dopo ore di match, il suo tennis tanto aggressivo inizia a pagare meno.

E’ questa la prossima sfida per Andrey, che fin qui ha mostrato di essere fortemente emotivo, con una vena di malinconia nello sguardo, ma anche in campo un autentico lottatore, un fighter, come lo era sul ring il padre.

Dovesse compiere anche quell’ulteriore salto di qualità, ora che i tre mostri sacri del tennis contemporaneo cominciano a mostrare qualche piccola crepa per motivi di anagrafe, Rublev potrebbe davvero aspirare a consacrarsi definitivamente e ambire ai massimi traguardi. Qualcuno si sente di azzardare previsioni?

Andrey Rublev a San Pietroburgo

2020 RELOADED - GUARDA LA VENTICINQUESIMA PUNTATA: Andrey Rublev, nessuno come lui

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IL TEMA DEL GIORNO

2020 Reloaded" vi consentirà di ripercorrere con cadenza quotidiana i momenti chiave della stagione appena conclusa,: dalle imprese azzurre ai record di Djokovic e Nadal, dal ritorno di Azarenka alle sfide di Osaka, dall’assenza di Federer alla crescita di Sinner.

Trentadue racconti testuali al mattino sul nostro sito, trentadue appuntamenti televisivi, ogni sera alle 21 a partire da lunedì 30 novembre per approfondire, riflettere, rivivere  con SuperTennis le grandi emozioni di questo anno unico e, a suo modo, indimenticabile.

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