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Campioni internazionali

Bellucci sulla strada di Sinner. E da piccolo vinceva lui

Nato a Castellanza, in provincia di Varese, lo stesso anno di Jannik, Mattia ha giocato le stesse gare giovanili dell’altoatesino, incontrandolo più volte. Ora, qualificato per il main draw di Parigi, insegue un sogno molto simile a quello di Sinner. “Con qualche anno di ritardo” ha raccontato agli autori del nuovo libro Giunti “Diventare Sinner”

di | 24 maggio 2024

Mattia Bellucci sta per giocarsi il punto decisivo per la qualificazione al tabellone principale del Roland Garros 2024

Agosto 2012, al terzo turno dei Campionati italiani Under 11, che si svolgono al Centro Estivo FIT di Serramazzini (MO), Mattia Bellucci batte Jannik Sinner: 6-4 6-1. Aprile 2014, al terzo turno del torneo internazionale Tennis Europe Under 14 di Correggio, Mattia Bellucci batte Jannik Sinner: 6-2 6-2. Agosto dello stesso anno, la Lombardia affronta l’Alto Adige in Coppa Belardinelli, campionato nazionale a squadre under 14 per rappresentative regionali: Jannik Sinner batte Mattia Bellucci 4-6 6-4 6-1. Fine marzo 2016, terzo turno del Kvarner Junior Open a Rijeka (Cro): Bellucci b. Sinner che si ritira, sotto 4-0 nel primo set per un problema alla schiena.

Maggio 2024: Mattia Bellucci e Jannik Sinner sono entrambi nel tabellone principale del Roland Garros. Jannik è testa di serie n.2, uno dei favoriti del torneo; Mattia, n.173 del mondo, ha dovuto combattere come un leone fino all’ultimo punto dell’ultimo turno delle qualificazioni, ma adesso è lì anche lui, in quell’élite del tennis, i 128 tennisti che si giocano un dei quattro titoli più importanti del pianeta. Stesso anno di nascita (2001, Jannik il 16 agosto; Mattia il primo di giugno), stessi tornei giovanili, stessi sogni. Gli stessi di Flavio Cobolli, Lorenzo Musetti, Giulio Zeppieri, Matteo Arnaldi. Tutti ragazzini che erano nel tabellone della Coppa Lambertenghi del 2013 (Campionati italiani under 12) e oggi sononel main draw degli Open di Francia. Che generazione!

Con Bellucci abbiamo parlato recentemente durante la stesura di “Diventare Sinner”, il volume pubblicato da Giunti in collaborazione con la FITP che racconta la formazione sportiva del vincitore degli Australian Open 2024 (disponibile dal 15 maggio). E la consapevolezza di vivere un percorso comune con la sua generazione, a caccia di grandezza è emersa chiaramente. Come il ricordo di un altro incrocio, mancato di un soffio.

Nel 2014, ai Campionati italiani Under 13 di Avezzano, Sinner, accompagnato dal maestro di allora, Heribert Mayr, arriva alle semifinali, dove lo attende Arnaldi. La mattina di quel giorno si sente male, seri problemi di stomaco. Il maestro lo porta al pronto soccorso dove lo visitano e lo dimettono, diagnosticando niente di serio. Al circolo hanno aspettato e Sinner decide di giocare ma all’inizio del terzo set tornano nausea e vomito: si deve ritirare. Di fatto il giorno dopo il titolo italiano lo vince Mattia Bellucci, che quel frangente se lo ricorda benissimo.

Ero pronto a giocare contro di lui. Ero sicuro che avrebbe vinto contro Arnaldi – racconta in “Diventare Sinner. -

Si ricorda anche del successo netto nell'Under 14 internazionale di Correggio: “Quella volta me la ricordo bene perché gli ho dato proprio una “stesa”. Se Sinner è raccontato come uno cui non piaceva perdere io sono sempre stato ossessionato dalla partita. Ero “cattivo vero”. Lui era più alto di me, magrolino, si muoveva bene; io ero più cicciottello, con una buona mano. Sinner era un chiodo, per niente strutturato. Si è sempre mosso benissimo sulla linea di fondo, in orizzontale. Determinate caratteristiche le vedevi già allora: aveva un ottimo tempo sulla palla. Però non è che mi facesse paura, anche perché le velocità erano limitate. Quindi uno come lui che spingeva sempre dritto per dritto dava fastidio fino a un certo punto. Poi Jannik non è uno che ha sempre avuto una grandissima mano. Io da piccolino giocavo benissimo di diritto e male di rovescio. Avevo questa traiettoria di diritto un pochino alta, con la palla che però girava, era bella pesante. Poi ogni tanto piazzavo la “smorza”. A quel tempo col mio gioco gli davo sicuramente fastidio".

"Di fatto poi negli anni successivi ci siamo incrociati in torneo soltanto un’altra volta, nel 2017, in un torneo internazionale under 16 a Rijeka in Croazia - continua Bellucci - Jannik si ritirò per problemi alla schiena sul 4-0 per me. Di fatto però lui aveva già preso la sua strada. La strada maestra con il team di Riccardo Piatti andava diritta verso l’alto livello professionistico. Io che avevo iniziato ad allenarmi tutti i giorni molto presto, andando sui campi della scuola tennis di mio padre, non ero su un percorso così mirato.  Ho cominciato a 11 anni a pensare di fare sul serio con il tennis ma in realtà fino a 18/19 anni mi allenavo solo nel circolo dove insegnava mio papà. Facevo una sola sessione al giorno perché avevo scelto di frequentare una scuola normale, il liceo linguistico. Mentre gli altri che “facevano sul serio” avevano cercato altre soluzioni per far convivere gli studi superiori con i tornei internazionali e gli allenamenti. Io di tornei internazionali ne facevo uno ogni mese e mezzo. Giocavo per stare in giro, per vedere a che livello erano gli altri, perché mi piaceva la competizione e perché mio padre mi ci mandava”. 

“Così mi sono trovato a 17 anni che ero 500 del mondo nel ranking juniores – prosegue il racconto di Bellucci nel volume edito da Giunti- e quindi lontano anni luce da Sinner e dagli altri, sia perché facevo pochi tornei sia perché non avevo il livello. Così ho deciso di saltare il circuito Under 18 e mi sono buttato direttamente sui Futures: ho preso i primi punti ATP al secondo torneo. Però mi ci sono voluti altri tre anni di “vagabondaggio” prima di individuare il team giusto per me, la MXP Tennis un Accademia che opera sui campi del Quanta Village di Milano con Fabio Chiappini come direttore tecnico. Ora lavoro con lui da due anni e mezzo, finalmente full time, e punto a giocare tutte le settimane con la programmazione internazionale che serve per salire, determinato al 100%”.

Numero 964 del mondo a fine 2020, n.680 a fine 2021, n. 153 a fine 2022, Mattia Bellucci sta dimostrando che le doti mostrate a 12 e 13 anni nei primi confronti con Jannik Sinner erano della consistenza che serve per arrivare in alto. E osservando i trionfi assoluti del coetaneo altoatesino ha un punto di vista molto chiaro.

Bellucci e lo spagnolo Moro Canas a fine match a Parigi

“La grandezza di Sinner viene dal lavoro. Non è un extraterrestre come disse il kazako Bublik dopo aver preso una lezione da Jannik a Miami nel 2021– spiega con molta chiarezza – Arrivare dove è arrivato lui si può, lo possono fare anche altri, lo potrei fare anch’io. Lui ha il grandissimo vantaggio che ha iniziato a farlo prestissimo. Ora è diventato una macchina da punti perché fa dell’essere metodico un mantra. Lui da quando aveva 13/14 anni mette tutti i giorni i piedi in campo con un obiettivo. L’obbiettivo sin dall’inizio non era vincere in quel momento, ma diventare n.1. L’obbiettivo era sempre preparare la partita successiva, lavorare oggi per vedere certi risultati tra sei mesi. Si è costruito bene nel tempo sotto una marea di punti di vista, con una mentalità che aveva già da bambino”.

La testimonianza di Mattia Bellucci, con il suo borsone in spalla, a caccia di punti ATP per fare il prossimo gradino, entrare nella Top 100 e avvicinarsi a Jannik è una conferma di quello che Sinner stesso va ripetendo da quando hanno incominciato a intervistarlo: non esistono extraterrestri o formule magiche. Esiste il lavoro, esistono vari metodi, ricette per arrivare a esprimere tutte le proprie potenzialità tennistiche. E Mattia lo ribadisce: “So benissimo che cosa si deve fare per essere competitivi. Ognuno magari segue una sua ricetta però tutti quelli che crescono come giocatori hanno metodo, hanno obiettivi tarati sulle loro caratteristiche, seguono percorsi equilibrati e mettono in campo tanta voglia: intenzione e metodo, stimolo e lavoro. Queste cose oggi in Italia si trovano”. E portano dritti dritti nel tabellone principale del Roland Garros.

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