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Jiri Lehecka affronterà Daniil Medvedev per un posto nei quarti a Wimbledon. "Sull'erba devi saper giocare bene per vincere" ha detto al Queen's. Da marzo nel suo staff c'è Tomas Berdych, ex finalista ai Championships. Questo l'articolo inizialmente pubblicato il 7 aprile all'inizio della loro collaborazione.
09 luglio 2023
Jiri Lehecka affronterà Daniil Medvedev per un posto nei quarti a Wimbledon. "Sull'erba devi saper giocare bene per vincere" ha detto al Queen's. Da marzo nel suo staff c'è Tomas Berdych, ex finalista ai Championships. Questo l'articolo inizialmente pubblicato il 7 aprile all'inizio della loro collaborazione.
“In un certo senso, in lui rivedo qualcosa di me stesso”. Cosa abbia visto Tomas Berdych in Jiri Lehecka, rimane un mistero, considerato che l'ex numero 4 del mondo e l'attuale numero 1 ceco – sotto il profilo tennistico – in comune hanno davvero poco. Il fatto è che, da qualche settimana, Tomas si sta dedicando alla crescita di Jiri, e questa notizia (mai ufficializzata dai diretti interessati) è confermata dalla presenza a Monte-Carlo del finalista di Wimbledon 2010, accanto al connazionale che nutre l'ambizione di essere fra i grandi protagonisti della stagione sulla terra (e non solo).
La news ha cominciato a circolare con insistenza all'inizio di marzo, ma si trattava – fino a quel momento – di palesare la stima reciproca e al più di mettere nero su bianco qualche dichiarazione d'intenti per il futuro. Adesso che la cosa si è fatta seria, anche la suggestione di rivedere Berdych in giro per il Tour è diventata un'appetitosa normalità per coloro che ricordano le gesta del campione ceco, poco fortunato ma in grado, nei momenti buoni, di dare fastidio a chiunque.
La scuola ceca: da Kodes a Lehecka
Lehecka non è Berdych, meglio uscire dall'equivoco. E come detto non è tanto una questione di potenziale, bensì di modo di intendere il tennis. “Per lui – ha insistito Tomas – vedo un futuro luminoso. Ha fisico e muscoli, sa lottare quando conta e alla sua età non si tratta di una dote banale, né tantomeno comune”. Verissimo, e probabilmente per questa ragione, e non tanto per una visione comune del gioco, l'ex campione ha deciso di investire sul nuovo arrivato. Jiri oggi ha 21 anni ed è numero 41 Atp, unico giocatore della Repubblica Ceca nei primi 100 al mondo. Ma sul finire dello scorso anno si è ritagliato uno spazio importante sui media grazie alla finale delle Next Gen Atp Finals, persa di fronte a Brandon Nakashima.
Il suo tennis, forgiato sul rosso, è già completo, può essere efficace ovunque e risente positivamente dell'influenza della vecchia tradizione ceca, scuola che da Drobny e fino a qualche anno fa non ha mai smesso di sfornare talenti. Dall'epoca d'oro, tuttavia, il mondo è cambiato, il Tour si è fatto più competitivo, di nuove scuole importanti ne sono arrivate parecchie e allora quella che aveva garantito i Lendl, i Korda, i Berdych, poco a poco è diventata qualcosa di trascurabile. Una specie in via di estinzione. A cercare di salvarla, insieme a un gruppetto di ragazzi di buona volontà, c'è proprio Lehecka, che quanto a carattere sembra preparato per accettare la sfida.
Difficile capire se potrà avvicinare le punte di rendimento del suo nuovo allenatore, difficile dire se sia uomo da top 10. Intanto però le motivazioni non mancano, con una ispirazione quasi ovvia, sottolineata dall'ex numero 4: “Mi è parso bello, mi ha reso orgoglioso, ascoltare da Jiri che aveva visto in me un modello da prendere ad esempio. Quando vincevamo la Coppa Davis (2012 e 2013, contro Spagna e Serbia, ndr), lui era davvero un bambino. Sapere che quei trionfi hanno fatto scattare a qualcuno la voglia di imitarci, è qualcosa che dà un senso alla nostra carriera”.
Quella squadra di Davis era fondata al 50 per cento su Berdych e al 50 per cento su Radek Stepanek, mente sopraffina e fantasia al servizio di un tennis delizioso. Usciti di scena loro due, il tracollo del team ceco è stato pressoché inevitabile, anche se nel 2023 Lehecka e compagni saranno di nuovo protagonisti dei gironi delle Finals, curiosamente nello stesso raggruppamento di Spagna e Serbia, in quel di Valencia. Accanto a Lehecka rimane il coach storico Michal Navratil, rimane lo staff di sempre.
Con Berdych che resta a metà strada tra il ruolo di super-coach e consulente, pronto a prendere sempre più importanza man mano che si alzerà l'asticella delle ambizioni. Chissà che per Tomas, classe cristallina e fisico di cristallo, sia l'inizio di una seconda carriera. Chissà che attraverso un suo allievo non arrivi quello Slam che a lui è sempre mancato. E che manca, ai cechi, dal successo di Petr Korda in Australia nel 1998.