Chiudi
Lei è tra le prime 500 del ranking mondiale femminile, è stata finalista al Trofeo Bonfiglio e si allena all'Academy di Mouratoglou. Lui ha 25 anni, ha trovato negli Stati Uniti una buona chance per studiare e allenarsi e non se l'è lasciata sfuggire. Entrambi sono un esempio di forza e resilienza
di Cristian Sonzogni | 26 maggio 2021
In tutto il Burundi, 11 milioni di abitanti e un'aspettativa di vita intorno ai 50 anni, ci sono 16 campi da tennis. Un dato affatto sorprendente, considerato che il Paese centrafricano è il più povero del mondo, secondo una recente analisi del sito Visual Capitalist citata dal Sole 24 ore: il Pil pro-capite, per essere precisi, non arriva a 264 dollari, meno di un euro al giorno. Chi nasce e vive lì ha ben altri pensieri per la testa (la guerra civile terminata nel 2005 è sempre un focolaio sul punto di esplodere) e se parliamo di sport sono l'atletica e il calcio a farla da padroni.
Eppure, in un contesto così difficile, ci sono due atleti – un ragazzo e una ragazza – che sono riusciti a coltivare il loro sogno con racchetta, entrando nelle classifiche mondiali dei professionisti. Lei ha 20 anni, si chiama Sada Nahimana ed è numero 436 Wta. Lui è un po' più grande, ha 25 anni, si chiama Guy Orly Iradukunda ed è numero 842 Atp. Entrambi sono riusciti a trovare all'estero ciò che in patria sarebbe stato impossibile persino pensare. Oggi sono la Francia e gli Stati Uniti a permettere loro di proseguire la loro splendida storia sportiva.
In Burundi ci sono 16 campi da tennis in tutto il Paese e il Pil pro-capite non arriva a 264 dollari. Malgrado questo, Sada Nahimana e Guy Orly Iradukunda sono riusciti a entrare nei ranking mondiali.
Sada Nahimana, in Italia, l'abbiamo conosciuta per la prima volta nel 2019. Nell'ultimo Trofeo Bonfiglio pre-pandemia, la ragazza africana sorprese tutti e arrivò in finale ai Campionati Internazionali d'Italia Juniores al Tc Milano Bonacossa, mostrando un tennis fatto di grande pazienza con qualche brillante sortita offensiva.
Le bastò per battere tutte, tranne l'americana Alexa Noel, ma quel risultato le consentì soprattutto di fare un bel salto in avanti, al punto da toccare il numero 12 del ranking giovanile, con un titolo sull'erba di Nottingham a far capire che in fondo i punti sarebbero potuti arrivare un po' su ogni superficie. Come sempre, il passaggio al professionismo non è stato semplice, ma Sada è stata già in grado di prendersi due trofei nel circuito Itf, il primo a Lagos mentre ancora frequentava il Tour Under 18, il secondo ad Antalya un mese fa, battendo fra le altre anche la coetanea azzurra Nuria Brancaccio.
“Quando viaggio – spiegava al tempo del Bonfiglio la giocatrice africana – mi piace praticamente tutto ciò che vedo. Non sento nostalgia del mio Paese, ci torno soltanto per far visita alla mia famiglia”. Il primo spostamento risale a dieci anni fa, quando Sada prese il suo primo aereo e si trasferì in Kenya per entrare nell’accademia della Federazione Internazionale per l’Africa Orientale. Poi ecco le prime vittorie significative, quattro campionati africani consecutivi nelle varie categorie di età. Quindi un altro viaggio, da Nairobi a Casablanca, in Marocco, nell’ambito del progetto finanziato della fondazione dell’Itf destinata ai Paesi in via di sviluppo.
E infine Nizza, l'Academy di Patrick Mouratoglou, una delle più famose al mondo: “Non è stato facile lasciare il Marocco – spiega la 20enne del Burundi – perché lì ho lasciato tanti amici, una seconda famiglia. Ma questa per me è una grande opportunità. A Nizza c'è un ambiente iper-stimolante, non vedi l'ora di scendere dal letto per andare ad allenarti. Io voglio fare qualcosa di importante per il mio Paese e per quella parte di Africa che non ha mai avuto grandi tenniste. Mi sento una giocatrice completa, anche se posso migliorare molto in ogni settore”.
Non è ancora arrivato così in alto e parla di ambizioni più modeste, invece, Guy Orly Iradukunda, che da qualche stagione ha trovato casa negli Stati Uniti. Nato e cresciuto a Gitega, capitale del Burundi, Guy ha avuto modo di trasferirsi in Florida per studiare e giocare a tennis, una scelta che gli ha cambiato la vita.
“So che adesso sono al sicuro – dice – e che qui ho la grande opportunità di studiare e fare ciò che amo. Ma continuo a essere preoccupato per la mia famiglia, che invece è tornata nel nostro Paese. Stare lontano da loro è difficile, ma cerco di pensare al mio obiettivo”. Gli occhi e la voce del 25enne africano trasudano gentilezza e tenerezza, ma sono allo stesso tempo espressione di un uomo deciso. “Che non abbiamo mai sentito – dicono i coach della Florida – lamentarsi per nulla".
Il suo percorso per arrivare in America è stato complicato, ma la sua forza d'animo è più forte di tutto. A confermarlo c'è un altro giocatore africano, che ha condiviso con lui l'esperienza a stelle e strisce, il tunisino Aziz Dougaz: “Guy è la persona più felice che io abbia mai conosciuto, si vede che sta facendo esattamente ciò che sognava. Stare con lui è un'iniezione di positività”. “Non so quando e come potrò rivedere la mia famiglia la prossima volta – aggiunge invece Iradukunda – ma voglio solo che loro possano essere orgogliosi di me”.
La classifica mondiale, probabilmente, non è ancora quella che lui sognava, ma intanto il ragazzo di Gitega continua a crederci. E la scorsa settimana ha centrato una bella semifinale nel 15 mila di Monastir, andando a un passo dall'ultimo atto, mancando un match-point di fronte all'australiano Jeremy Beale. Nulla di grave, in fondo. Solo una tappa in un cammino che a qualcuno potrebbe sembrare lento, e che per lui invece è semplicemente normale, necessario.
Già nominato miglior giocatore del team dei Florida Seminoles (dove è approdato nel 2016), ha alle spalle pure un'esperienza nei Giochi Olimpici giovanili a Pechino, e alcune vittorie di peso nel campionato Ncaa. Ciò che gli accadrà tra i professionisti sarà, in ogni caso, un trionfo personale, di vita più che di carriera. Sarà un esempio per tanti che sul campo ci vanno troppo spesso infelici o preoccupati. Stare un po' con Guy, come suggeriscono i compagni, è un trattamento efficace contro ogni malumore.