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La capitana azzurra e la nuova direttrice del Roland Garros rappresentano due modelli da seguire per tante colleghe. Ecco la storia di alcune delle donne che si sono fatte strada nel mondo del coaching di alto livello, dove la parità di genere è ancora lontana
21 dicembre 2021
In Italia abbiamo un esempio brillante di 'donna al comando'. Tathiana Garbin, ex numero 22 Wta, è la capitana della Nazionale femminile azzurra, e sta contribuendo in maniera decisiva alla crescita di tante connazionali, capaci di trovare attraverso i suoi insegnamenti e i suoi consigli il cammino ideale verso il successo.
Di pochi giorni fa, è invece la notizia che Amélie Mauresmo, ex numero 1 del mondo ed ex coach – tra gli altri – di Andy Murray, sarà la nuova direttrice del Roland Garros, in sosituzione del dimissionario Guy Forget. Quando Gilles Moretton, presidente della FFT, ha dovuto pensare a qualcuno per una carica così delicata, il primo nome che gli è passato per la testa è stato quello della ex campionessa di Wimbledon. La quale, ben felice dell'offerta, ha accettato questa nuova sfida.
La transalpina è un simbolo, per tutto il movimento in rosa: una donna capace di passare indenne dal ruolo di giocatrice di altissimo livello, a quello di allenatrice di uno dei migliori tennisti del mondo, fino ad arrivare a rivestire la funzione manageriale in uno dei quattro eventi più prestigiosi del pianeta.
Per capire quanto questo passaggio possa essere fondamentale, in una transizione verso una reale parità di genere tennistica, basta pensare che Amélie Mauresmo sarà la prima direttrice donna del Roland Garros, posizione che per i precedenti 130 anni era stata ricoperta da un uomo.
La francese ha parlato giustamente di 'orgoglio, gioia e ambizione', nell'apprendere la notizia della sua nomina. E anche se le sfide che la attendono, ancora di più in tempo di pandemia, sono molto complicate, c'è di che star sicuri che saranno affrontate con lo stesso piglio deciso di quando Amélie tirava i suoi rovesci vincenti a tutto braccio.
Lo stesso orgoglio e la stessa ambizione li ha Tathiana Garbin, che sta svolgendo un lavoro molto importante con le giocatrici che poi guida durante i match di Billie Jean King Cup, il nuovo nome della vecchia Fed Cup, competizione che l'Italia ha vinto quattro volte in passato, tra il 2006 e il 2013.
10 donne coach, tra Atp e Wta
In un'intervista rilasciata nei giorni scorsi al Fatto Quotidiano, la capitana azzurra ha rimarcato il suo percorso, fatto di tanta gavetta anche come allenatrice.
“Sono passata – ha spiegato Tathiana – dall'Under 14, dall'Under 16, dall'Under 18, prima di arrivare alle professioniste e a sedermi poi sulla panchina della Nazionale. Ho capito che un campione non è tale solo sul campo, ma anche nella vita, e non basta allenarsi ma bisogna crescere anche a livello personale”.
Una crescita personale che è stata un pilastro della stessa Garbin, già ai tempi in cui frequentava il circuito da giocatrice. Proprio quell'esperienza, oggi, le torna utile per essere la persona giusta al posto giusto, in un ruolo che poteva essere scomodo, visti i trionfi della generazione di Pennetta, Schiavone (poi a sua volta coach, per esempio della croata Petra Martic), Errani e Vinci.
Garbin e Mauresmo, nei loro ruoli, sono – purtroppo – ancora delle eccezioni. In particolare se parliamo di coach, la grande maggioranza di coloro che seguono i top players nei circuiti sono uomini. Ma proprio per questo, le poche presenze femminili fanno notizia. Negli anni Ottanta, fece un certo scalpore il caso di Tatiana Naumko, all'angolo del sovietico Andrei Chesnokov.
Nel tempo, una costante è stata invece la possibilità per le madri-insegnanti di proseguire il loro percorso coi figli-professionisti anche una volta che questi erano diventati ormai maturi. In questo senso, la pioniera fu Gloria Connors, madre e guida di Jimmy. Ma anche ai giorni nostri ci sono diversi esempi di coaching in famiglia. Se la maggior parte riguardano i padri, non mancano alcune esperienze importanti che riguardano le madri.
È nota al grande pubblico Judy Murray, mamma di Andy e figura fondamentale nella crescita del quarto dei Fab Four. Meno nota, perché per natura meno incline alle apparizioni pubbliche, è Tessa Shapovalova, mamma di Denis e chiamata in causa più volte dal talento canadese per spiegare l'origine del suo meraviglioso rovescio. Ancora meno conosciute le altre, come mamma Istomina al fianco del figlio Denis.
Garbine Muguruza con il suo coach Conchita Martinez (foto Getty Images)
Tra le figure chiave del coaching, a livello femminile, c'è poi Conchita Martinez, la spagnola che seppe vincere Wimbledon nel 1994, e che alle soglie dei 50 anni si è ormai ritagliata un ruolo di primo piano nel panorama degli allenatori di livello top, guidando una giocatrice di grande qualità e talento come la connazionale Garbine Muguruza. Conchita, come Amélie Mauresmo e come Tathiana Garbin, ha sempre avuto – anche da giocatrice – un atteggiamento di grande attenzione verso i dettagli, verso la crescita personale a 360 gradi.
Parliamo di tre persone che hanno sempre cercato nuove sfide e che non si sono mai accontentate di ottenere risultati. Accanto al traguardo, volevano vedere un senso del loro lavoro e volevano vedere un futuro. Così sono arrivate a prolungare la loro permanenza nel circuito, in ruoli diversi. E oggi rappresentano dei modelli da seguire e una fonte di ispirazione per quelle colleghe – e sono tante – che hanno le stesse ambizioni ma hanno avuto, per adesso, meno riconoscimenti.