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Il grande coach australiano, vittima di un tumore, si è spento stamane a Melbourne. Aveva 67 anni. Allievo del mitico Harry Hopman ha fatto crescere tanti campioni ed è stato mentore di tanti tecnici. Aveva aperto una sua accademia a Sanremo. I messaggi di Riccardo Piatti e Patrick Mouratoglou
di Enzo Anderloni | 05 gennaio 2021
Il grande coach Bob Brett è mancato stamattina all'età di 67 anni. L'australiano, che in 46 anni di carriera, ha lavorato anche con vincitori di tornei del Grande Slam come Johan Kriek, Boris Becker, Goran Ivanisevic e Marin Cilic, combatteva da tempo con un tumore.
Erede di una grande tradizione di tecnici che si rifà al mitico Harry Hopman, Brett è stato mentore di centinaia di allenatori in tutto il mondo. Nel novembre 2020, era stato selezionato all'unanimità dai suoi colleghi come vincitore del Tim Gullikson Career Coach Award 2020.
La sua storia è splendidamente raccontata dal collega James Buddell sul sito dell’Atp Tour. Ve ne proponiamo un ampio stralcio.
Bob Brett, che ha sempre improntato il suo lavoro sulla pazienza, su una forte etica del lavoro e sull'impegno nei confronti del giocatore, è stato immerso nel tennis di alto livello sin dalla tenera età. E’ stato un seguace di Harry Hopman, il leggendario allenatore australiano, suo mentore fino alla sua morte nel 1985.
Brett era noto per essere una persona premurosa, gentile, che non alzava mai la voce. E per essere in grado di non far trasparire le sue emozioni dal suo posto a bordo campo. Nativo di Melbourne ha insegnato ai suoi giocatori la vita, e non solo come colpire un diritto, e ha mantenuto ottime relazioni con tutti i componenti dei suoi team anche ben dopo la fine delle loro collaborazioni. Famoso per i suoi lunghi esercizi in cui contava le ripetizioni dei colpi (che ricominciavano da zero quando un giocatore commetteva un errore) Brett aveva aperto un'accademia, che porta il suo nome, a Sanremo, in Italia nel 2002.
Alla domanda su quale fosse suo stile di coaching (ATPTour.com 2008), Brett ha raccontò: “Ho tratto beneficio dalla mia lunga frequentazione con Harry Hopman. Non l'ho copiato, ma mi ha influenzato tantissimo. Il lavoro e la ripetizione sono la chiave di una partnership giocatore-allenatore. Un giocatore deve essere mentalmente solido, deve avere la capacità di esprimersi al meglio sotto pressione. La partita è sempre una battaglia tra il carattere di un giocatore contro quello dell’altro. Puoi quindi guidare, fornire loro esempi, raccontare esperienze e precendenti storici, ma alla fine devi tirare fuori le loro qualità. Inoltre, devi avere occhio per ogni minimo dettaglio".
Nel 1965, durante la partecipazione al campionato australiano e dello Stato del Victoria, che si tennero entrambi al Kooyong Lawn Tennis Club di Melbourne, Brett (allora dodicenne) seguiva le partite a bordo campo, cercando di ottenere l'autografo di Hopman. Un socio del club accanto al quale era seduto, visto il suo entusiasmo, gli chiese se volesse conoscere George MacCall, che era al suo primo anno da capitano della Coppa Davis degli Stati Uniti. Brett colse al volo l'occasione: il giorno successivo andò a incontrare MacCall e divenne immediatamente un raccattapalle per Arthur Ashe, Cliff Richey, Clark Graebner, Herb Fitzgibbon e Jim McManus durante le loro sessioni di allenamento.
"Dopo un po 'di tempo, Arthur mi chiese se volevo fare due scambi con lui", raccontò Brett ad ATPTour.com. “Passarono solo pochi minuti prima che il signor Hopman uscisse dalla clubhouse per fermarlo. Disse ad Arthur che non ero un socio del circolo e che giocare con me non era giusto nei confronti degli altri ragazzi. L'anno successivo, chiesi al signor Hopman se potevo fare il raccattapalle per la squadra australiana di Coppa Davis. E lui mi disse di sì".
La carriera da giocatore di Brett fu di breve durata e, nel 1971, su insistenza di suo padre, accettò due lavori: uno come postino dalle 6 del mattino alle 13.00, l’altro dalle 17. all'una di notte. Ma all'età di 20 anni, nel 1974, Brett scrisse una lettera a Hopman, che lavorava alla Port Washington Tennis Academy, situata a Long Island, New York. "Hopman mi disse di andare da lui quando volevo, ma non mi parlò dei documenti necessari per ottenere un visto", ha ricordato Brett. “Ottenni un visto turistico e lavorai al fianco del signor Hopman per 200 dollari a settimana, che ho calcolato essere 6,25 dollari un'ora di lezione. Mi disse di osservare Tony Palafox (che sarebbe stato l'allenatore di lunga data di John McEnroe) lo stesso John McEnroe, Vitas Gerulaitis, Peter Rennert, Mary Carillo e Peter Fleming ".
I was just starting out as a coach and he was my star - one of the best coaches in the world.
— Patrick Mouratoglou (@pmouratoglou) January 5, 2021
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He trusted me, believed in me, took me under his wings and taught me the job. He was my mentor and I can’t thank him enough.?
Rest In peace, my dear friend Bob Brett. pic.twitter.com/U9T9xwjMFJ