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Campioni internazionali

Svitolina & Muguruza, attente a quelle due! Se vincono la testa…

Le condizioni del Roland Garros sembrano favorire la regina di due Internazionali d’Italia BNL e la campionessa di Parigi 2016. Sapranno resistere alla pressione?

di | 29 settembre 2020

Elina Svitolina (foto Getty Images)

Elina Svitolina (foto Getty Images)

Elina Svitolina e Garbine Muguruza chiedono entrambe tanto a questo Roland Garros. Anche se i loro 26 anni sono diversi, perché la biondina ucraina, fidanzata del collega Gael Monfils, gli anni li ha appena compiuti, mentre la Nora venezuelana-spagnola, che ultimamente si accompagna all’altro pro di nome, Stan Wawrinka, l’8 ottobre fa 27 anni. Dettagli. Come che la coppia sia una doppia coppia vista l’amicizia fra l’eclettico Gael e il granitico Stan. Quel che conta è che Elina e Garbine bussano alla porta delle favorite di testa strana edizione degli Open di Francia. L’una, campionessa sulla terra rossa di Roma 2017 e 2018, per cominciare a dire la sua anche negli Slam, dopo aver fatto un salto di qualità con le semifinali dell’anno scorso a Wimbledon e Us Open, l’altra, regina al Roland Garros 2016 e poi a Wimbledon 2017, quand’era salita al numero 1 del mondo, per riprendere un discorso di vertice interrotto per motivi molto personali.

Oggi, sulla carta, anche se agli Australian Open di gennaio, Garbine ha dominato Elina nel terzo turno, i ruoli fra le due si sono invertiti: la Svitolina è numero 5 del mondo, mentre la Muguruza è 15, l’una ha vinto Monterrey, è arrivata ai quarti a Roma e ha firmato Strasburgo, l’altra, dopo aver perso la finale di Melbourne contro la sorprendente Sofia Kenin, s’è fermata ai quarti a Dubai e Doha, ha deluso agli Us Open cedendo nel secondo turno contro Pironkova, e quindi a Roma, dopo aver infilato Stephens, Gauff, Conta e Azarenka, s’è arresa in tre set in semifinale contro Halep. E, in scia, la Svitolina ha domato la sua avversaria di prima turno a Parigi, Varvara Gracheva con l’eloquente 7-6 (2) 6-4, lottando all’inizio per cogliere poi i suoi problemi; la Muguruza ha rimontato da 3-0 sotto contro la numero 83 del mond, Tamara Zidansek al terzo set, salvandosi dopo tre ore di lotta, per 7-5 4-6 8-6, evidenziando i suoi limiti di pazienza in generale e di umiltà in difesa.

Fuori dal campo, Elina ride, sorride, scherza, si presta a tutti i giochi possibili con quel mattacchione di fidanzato che ha sperperato il suo talento, ma in campo è concreta, seria, solida, determinata, implacabile.

Anche se le manca qualche soluzione secca che possiede invece la Muguruza: “Questa mia concentrazione non è naturale. Devo lavorare sodo per arrivare dove sono mentalmente. Ogni partita, ogni torneo è una battaglia prima di tutto contro me stessa. Per me è determinate mantenere la concentrazione e la testa nel posto giusto. Solo così riesco a trovare la strada per vincere. Tutte sappiamo come colpire dritto e rovescio, tutte, soprattutto adesso, dopo tanti mesi fermi ad allenarci indoor, siamo estremamente in forma e pronte a competere ad alto livello. Perciò, il primo set, l’inizio di partita diventa fondamentale, per un set, un set e mezzo, è fondamentale sforzarsi al massimo, per far fruttare al meglio il proprio gioco. E per riuscirci, lo sforzo mentale dev’essere massimo”. 

Fuori dal campo, la Muguruza è sempre cupa, preoccupata, timida, afflitta da chissà quale pensiero, dentro, appare spesso impaurita, titubante, oppure, viceversa, troppo offensiva, con colpi sempre al limite e troppi errori gratuiti.

”In quei momenti, bisogna restar calmi e non sempre ci riesci completamente. A me, ad esempio, è successo di trovare un’avversaria che stava giocando un tennis incredibile fin dal primo set, sapevo solo che dovevo aspettare le mie opportunità, cercavo di rimanere calma fino a quando non mi si presentasse l’occasione, per poi insistere e prendermi la vittoria. Sappiamo che è così, e sarà ancora così, soprattutto dopo il lock-down: il livello è salito, tutte sono più in forma e preparate e, fisicamente, ci sono meno scompensi fra le giocatrici rispetto a un decennio fa. Infatti oggi è sempre dura nei primi turni, e a decidere sono sempre più i piccoli tra i grandi giocatori e i buoni giocatori. Le sorprese sono sempre tante, nessuno può sentirsi sempre al meglio, il tuo avversari vuole vincere quanto se non più di te, gioca alla grande e ti fa soffrire, se non addirittura ti sbatte fuori presto dal torneo”.

Insomma, nomi, blasone, curriculum classifica, anche i recenti risultati contando sempre meno. “A Strasburgo, ho giocato buone partite, che mi hanno dato  fiducia sulla terra rossa, soprattutto dopo Roma, dove speravo di giocare qualche partita in più. Ora mi sono allenata, in campo, anche sulla concentrazione, spero di trasferire  le sensazioni positive di Strasburgo anche qui a Parigi”, chiosa la Svitolina, che al Roland Garros si è fermata due volte ai quarti e avverte la pressione di chi ancora non ha detto la sua a livello Majors.

 Le condizioni sembrano favorire lei e Muguruza, vediamo come reagiranno di testa l’imperfetta e la paurosa.

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