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Campioni internazionali

Oro a Berrettini a Wimbledon, argento a Sinner a Washington. Il bronzo? Alla Giorgi

La straordinaria stagione italiana al maschile si allarga al tennis donne: l’impresa di Camila a Montreal può diventare il volano per una generazione di formidabili quindicenni-sedicenni

di | 16 agosto 2021

Questo 2021 è un anno indimenticabile, dopo due anni indimenticabili, che si sono accesi all’improvviso con le semifinali di Marco Cecchinato al Roland Garros 2018 innescando una serie di sconvolgenti ed esaltanti reazioni a catena di un movimento che si era assopito negli Anni ‘70.

Il Rinascimento del tennis maschile italiano è uno scoppiettìo continuo con una serie incredibile di risultati storici che si susseguono di settimana in settimana, di mese in mese, che si allargano e coinvolgono anche il tennis donne. Fino ad incendiarlo con l’impresa al femminile di Camila Giorgi che firma il secondo trionfo azzurro di sempre in un torneo “1000” battendo l’ex numero 1 del mondo Karolina Pliskova nella finale sul cemento di Montreal. 

Ad elencare tutte le esaltanti tappe delle racchette italiane in questa stagione si rischia di dimenticarne qualcuna”, ha sottolineato giustamente il presidente FIT, Angelo Binaghi. Anche perché l’attività agonistica culminerà con tre eventi importantissimi che si terranno in Italia e che promettono di avere ancora protagonisti i rappresentanti di casa: le NextGen Finals coi migliori otto under 21 del mondo il 9-13 novembre al Palalido di Milano, le Nitto Atp Finals coi migliori otto della stagione del circuito maggiore la settimana dopo e la coppa Davis quella dopo ancora, sempre al Pala Alpitour di Torino.

Se dovessimo stabilire un nostro ipotetico podio sulla falsariga della recente, trionfale, Olimpiade di Tokyo, piazzeremmo al primo posto, come importanza, la prima storica finale azzurra a Wimbledon, la prima Slam di Matteo Berrettini, la prima dell’Italia tutta ai Championships e la prima nei Majors del tennis maschile dopo 45 anni. Una finale giocata peraltro a testa alta, strappando il primo set, al numero 1 del mondo e grande favorito Novak Djokovic.

Al secondo posto, assegneremmo la medaglia d’argento a Sinner per il successo della settimana scorsa al torneo “500” di Washington, primo dell’altoatesino a questo livello e più giovane di sempre nella categoria, oltre che primo in assoluto a questo livello di un azzurro sul veloce. Con annesso primato di più precoce di sempre in casa Italia ad aggiudicarsi tre titoli ATP già a 19 anni 11 mesi e scatto fino allumerò 15 della classifica. 

Per assegnare il bronzo saremmo però in grandissima difficoltà.

  • C’è stata infatti anche la prima finale in un Masters 1000 di Sinner, peraltro la prima di sempre dell’Italia a Miami;
  • c’è stata la prima finale nell’ATP Cup - la nuova gara per nazioni dell’ATP che fa concorrenza alla nuova coppa Davis - con Fabio Fognini orgoglioso capitano;
  • c’è stata la straordinaria semifinale di Roma di Lorenzo Sonego (battendo Thiem e Rublev e dando filo da torcere a Djokovic);
  • c’è stato Berrettini che si è aggiudicato un classico come il Queen’s, ancora sull’erba, una superficie in passato indigesta agli azzurri, che nessun altro italiano aveva vinto, almeno fra i tornei “500” sul verde;
  • c’è stato ancora l’allievo di Vincenzo Santopadre che è andato in finale per la prima volta a Madrid, un altro Masters1000 dove gli italiani non erano mai arrivati così lontano;
  • c’è anche stato il record dei dieci italiani fra i top 100;
  • c’è stato il record azzurro di finali ATP, dieci, con la stagione ancora da concludere.
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Eppure, se dopo questo indimenticabile Ferragosto, allarghiamo il discorso alle donne, dove inseriremmo il primo successo in un torneo 1000 di Camila Giorgi, il secondo azzurro dopo quello di Flavia Pennetta nel 2014 a Indian Wells, che fa schizzare la 29enne dal numero 71 al 34 del mondo?

Probabilmente la bella marchigiana allevata da papà Sergio Giorgi soffierebbe il bronzo allo sprint ai colleghi uomini. Per il lungo e difficile percorso di maturazione che ha dovuto sostenere, per la caratura dell’avversaria, Karolina Pliskova, numero 6 del mondo, ma soprattutto perché questa affermazione può dare una svolta alla carriera di Camila e anche al tennis femminile italiano tutto.

La Giorgi, sia come tennis che come personaggio può essere il simbolo vincente, la numero 1 di spessore che faccia da traino di cui il movimento donne ha disperatamente bisogno dopo le eroine Francesca Schiavone, Flavia Pennetta, Sara Errani e Roberta Vinci. Perché dietro la Giorgi ci sono Jasmine Paolini, Martina Trevisan, Elisabetta Cocciaretto, Lucia Bronzetti, Lucrezia Stefanini, Jessica Pieri. Ma soprattutto, dopo ancora, c’è un nugolo di quindicenni e sedicenni davvero portentoso, atlete alte, potenti e dal tennis offensivo e moderno che cercano solo un idolo, un riferimento, uno spunto decisivo.

Sono ragazzine terribili che spopolano nei tornei di terza e seconda categoria e che sono pronte a diventare come Camila. Che ha impiegato un po’ a trovare l’equilibrio ma è la tennista italiana più offensiva di sempre, la degna capofila, magari, di una nuova generazione di super-donne del tennis italiano.

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