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Campioni internazionali

Opelka, il "grattacielo" più alto è in semifinale a Roma

Lo statunitense è il Top 100 più alto in classifica: 211 centimetri. Agli Internazionali BNL d'Italia ha raggiunto la prima semifinale in carriera in un Masters 1000

di | 13 maggio 2021

L’altezza è la prima cosa che noti in Reilly Opelka, il Top 100 più alto in classifica ATP. Con i suoi 211 centimetri, sarebbe sorprendente il contrario. Ma nei panni del classico “lungagnone” sta stretto. Ha interessi vasti, che spaziano dalla gastronomia all’arte alla moda, anche se non molti non lo direbbero a giudicare dal suo outfit.

Agli Internazionali BNL d'Italia, ha raggiunto la sua prima semifinale in un Masters 1000. E' il primo statunitense così avanti a Roma dopo John Isner nel 2017. Opelka, che porta il 48-49 di scarpe, ha battuto 7-5 7-6(2) Federico Delbonis, numero 64 del mondo, che sognava di diventare il semifinalista con la più bassa classifica agli Internazionali BNL d'Italia dai tempi di Alberto Mancini (n.105 allora) nel 1991.

Ex numero 4 junior, ha raggiunto un best ranking di numero 31 nel 2019 dopo la semifinale a Basilea. A inizio anno aveva vinto il suo primo titolo ATP dopo aver salvato sei match point contro John Isner e servito 43 ace in finale contro il canadese Schnur.

Campione anche a Delray Beach l’anno scorso, il 23enne di St.Joseph (nel Michigan) ha iniziato a giocare a otto anni con Tom Gullikson, campione in doppio con il gemello Tim e capitano degli USA in Coppa Davis, gli ha insegnato i fondamentali.

“Non avevo mai visto niente del genere, ho fatto degli enormi miglioramenti. Ed è molto più bello fare qualcosa che ami con un livello così alto di conoscenza” ha spiegato al sito dell’ATP.

Sull’har-tru, la terra verde su cui si gioca il torneo femminile di Charleston, Gullikson gli ha cambiato l’impugnatura del diritto e della volée, ha modificato l’impostazione del rovescio abituandolo a una maggiore rotazione del busto, e cambiato il movimento del servizio.

Gullikson gli ha fatto studiare il diritto di Nadal, lo ha abituato a pensare a come costruire il punto e come leggere il gioco. Oggi Opelka lavora con Jay Berger, ex capo del tennis maschile per la USTA, la federazione statunitense, che di Gullikson ha grande stima.

L’indole da studente l’ha mantenuta anche nel seguire le sue altre passioni che si affiancano al tennis. E’ diventato infatti un collezionista d’arte contemporanea. Certo non arriva ai livelli di Ivan Lendl, che negli anni ha messo su la più importante collezione europea delle opere di Mucha, autore di celebri manifesti pubblicitari che hanno scandito gli anni dell’Art Nouveau.

L’anno scorso, durante la pandemia, ha raccontato di aver acquistato sette, otto opere. Spesso a colpirlo sono i colori, ma non disdegna nemmeno quadri che rinnovano la tradizione di Andy Warhol e della pop art.

“L’ho sempre trovato interessante come persona, non è il classico tennista” ha detto Patrick McEnroe al sito dell’ATP. Parla anche per esperienza diretta. Suo fratello John, infatti, ispirato dall’amico Vitas Gerulaitis, si è appassionato all’arte moderna.

Opelka insegue la sua visione del bello. Esplora la cucina internazionale nei ristoranti gourmet, segue la moda tanto che vorrebbe incontrare la direttrice di Vogue Anna Wintour, a cui è ispirato il personaggio Miranda Priestly interpretato da Meryl Streep nel film “Il Diavolo veste Prada”.


Sogna anche di avviare un suo brand a fine carriera. “Ma sto ancora imparando” confessava qualche tempo fa. Legge molto, comprese le riviste di moda e di design. Intanto, dà forma al suo futuro partendo dalla Roma della ‘Grande Bellezza’.

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