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In una settimana, grazie alla finale dell'ATP 500 di Rio ottenuta battendo anche Dominic Thiem, Gianluca Mager è passato dal numero 128 del mondo al 77. Non è certo il primo caso, nel tennis italiano e non solo.
di Vincenzo Martucci | 24 febbraio 2020
Non si fermò: collezionò lo scalpo di Tim Mayotte, il titolo al Challenger di Indian Wells a scapito di Arias, i quarti a Miami, superando Connors e Bruguera, per poi beffare anche grandi nomi come Leconte, Svensson, Pioline ed addirittura John McEnroe, sull’erba di Manchester.
Era sicuramente un carneade Marco Cecchinato prima del Roland Garros 2018 che, da numero 72 del mondo, è passato al 27 grazie al successo contro Novak Djokovic e alla prima semifinale italiana in un torneo dello Slam 40 anni dopo Corrado Barazzutti. Chi lo conosceva veramente all’erodrio a Parigi, anche se aveva vinto il torneo di Budapest da lucky loser ed aveva sorpreso Fognini a Monaco?
Quando debuttò da professionista, nel 1998, ad appena 16 anni, e firmò subito un torneo, l’australiano Lleyton Hewitt era appena 550 del mondo. Ma vinse ad Adelaide dove la sua gente lo conosceva benissimo e non si meravigliò così tanto della rimonta contro l’altro australiano Jason Stoltenberg per 3-6 6-3 7-6.
Era sicuramente un carneade, ma era comunque targato 66 del mondo Guga Kuerten che sorprese tutti al Roland Garros nel 1997 battendo peraltro tre precedenti campioni della prova, Muster, Kafelnikov e Bruguera: primo brasiliano di sempre, appena al terzo torneo Slam, e una settimana dopo aver vinto un torneo Challenger.
Un giovane Lleyton Hewitt. L'australiano vinse il suo primo titolo a 16 anni, da numero 550 del mondo