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Campioni nazionali

L’America del college ai tempi del virus: il racconto di Oradini

Abbiamo intervistato il più forte tra gli italiani che stanno giocano e studiando negli Usa, dopo un complicato rientro in Italia dall'Università del Mississippi, colpito dalla pandemia come tutta la nazione americana. "Dopo questo stop, ci hanno offerto un anno in più di borsa di studio: potrei pensare di fare anche un Master. Il livello dei campionati NCAA è molto alto, però ora voglio provare con il circuito 'pro' a tempo pieno"

di | 25 aprile 2020

La squadra della Mississippi State University

La squadra della Mississippi State University

L’emergenza Coronavirus si fa sentire pesantemente anche negli Stati Uniti, anche per i nostri tennisti che sono al college. Da oltre un mese a questa parte tutte le competizioni, allenamenti, e lezioni sono state sospese. Il semestre scolastico verrà concluso regolarmente in modalità online ma per quanto riguarda la parte tennistica ci sono diversi punti interrogativi.

La maggior parte dei ragazzi sono tornati in Italia con gli ultimi voli in partenza dagli Stati Uniti, viaggi davvero complicati lunghi anche fino a 3 giorni.

La NCAA (l’organizzazione che gestisce tutti gli sport universitari) ha permesso a tutti gli ‘student-athlete’ di recuperare l’anno sportivo “perso”: questo vuol dire che tutti i giocatori avrebbero a disposizione un ulteriore anno di borsa di studio nella stessa università o cambiando università. Questo però non significa che ogni università offrirà questo ulteriore anno di eleggibilità a tutti, in quanto ogni ‘conference’ avrà la possibilità di votare e decidere se seguire questa strada. Dopodiché le singole università potranno ancora decidere in base al proprio budget se concedere agli atleti un altro anno di eleggibilità.

Diversi giocatori avevano già deciso che strada percorrere una volta laureati ma questa imprevista e imprevedibile situazione ha aperto forse un’ulteriore strada in quanto, ipoteticamente, gli studenti che si laureano quest’anno potrebbero coprire le spese di un “master” con la borsa di studio sportiva del prossimo anno e giocare per la squadra della loro università un’ulteriore stagione.

Per capire la realtà con cui hanno dovuto fare i conti i nostri tennisti-studenti in questo particolare frangente abbiamo contattato Giovanni Oradini, attualmente il giocatore italiano con il più alto UTR (13.59), cioè il punteggio che i college utilizzano per indicare il livello di gioco, classifica 2.2 FIT, il quale è tornato in Italia a causa dell’emergenza coronavirus.

Sono partito da Memphis, per arrivare a Chicago dove poi ho preso un volo per Francoforte. Arrivato a Francoforte ho trovato un volo per Venezia – racconta Oradini - e poi la mia famiglia è venuta prendermi in macchina. Un viaggio molto particolare durato più di 30 ore”.

Gli Stati Uniti si sono fatti trovare impreparati, come tutti, di fronte allo scoppio della pandemia.

A Chicago pochi avevano le mascherine, e prima che partissi molte persone andavano ancora in vacanza al lago e non …”

Ciononostante Oradini è convinto e soddisfatto della scelta che ha fatto.

“L’idea del ‘college tennis’, cioè di chiedere una borsa di studio per andare a frequentare l’Università negli Stati Uniti giocando nel campionato universitario NCAA l’ho sempre avuta ma non avevo mai approfondito i vari step. Finite le superiori, anche se sapevo che ero abbastanza in ritardo con tutte le procedure, ho iniziato a considerare questo percorso. Ripensandoci adesso, avrei davvero avuto bisogno di un’assistenza per tutta la parte burocratica che c’era da fare prima di arrivare al college. Mi sono ritrovato ad improvvisare e fare il visto e gli esami di lingua all’ultimo minuto”.

Il tennista di Rovereto studia nel Mississippi.

“Sono entrato in contatto con la Mississippi State University, e sin da subito i coach erano molto interessati e mi hanno dato tanta fiducia. C’era un progetto davvero interessante, conoscevo alcuni giocatori che avevano un ranking ITF davvero alto e a gennaio del 2017 decisi di partire per Starkville”.

L’università lo sta aiutando a crescere molto anche come tennista.

“Il ‘college tennis’ ha avuto un impatto davvero positivo su di me! Prima di arrivare al college non mi sentivo ancora maturo; avevo molta difficoltà a gestire le mie emozioni in campo”.

“ Posso giocare a tennis ad un livello altissimo, ho un team di allenatori, preparatori e fisioterapisti, a disposizione in qualsiasi momento della giornata, e strutture all’avanguardia. Insieme a tutto questo posso strutturare le lezioni universitarie in base ai miei allenamenti e laurearmi in 4 anni mentre mi dedico al 100% alla mia passione, il tennis, cercando di superare i miei limiti”.

Giovanni Oradini impegnato in un match del campionato universitario Usa

Il livello di gioco del tennis universitario americano è davvero molto buono (Chi volesse maggiori informazioni può visitare il sito: www-ts-collegetennis.com o contattare info@ts-collegetennis.com n.d.r.).

Nel circuito ci sono tanti giocatori che sono usciti dal ‘college tennis’ e spero che anche in Italia si inizii a capire il valore. Nelle ‘conference’ più rinomate, in divisione 1, il livello di gioco è quello di Future e Challenger. Ho giocato contro Arthur Rinderknech attualmente con un ranking ATP di 161, ho battuto J.J Wolf (ATP 144), e ho avuto un match molto combattuto con Paul Jubb (ATP 519)”.

Giovanni ha raggiunto a livello individuale un best ranking di #5 a livello NCAA e in doppio di #3. Con Mississippi State sono arrivati fino alla 2a posizione a livello college di Divisione 1. Nuno Borges (ATP 599) era il loro #1.

Ora sono un senior e quest’anno avrei dovuto finire la mia avventura del ‘college tennis’. La mia idea è di tentare la strada del professionismo a tempo pieno; ora che ci sarebbe la possibilità di rimanere un ulteriore anno alla Mississippi State University vediamo, ma sicuramente cercherò di scalare le classifiche ATP per vedere dove potrò arrivare”.

Giovanni Oradini prepara il suo rovescio mancino

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