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Campioni nazionali

Arnaldi da top-300: punta agli Slam con Fognini come mentore

Grazie alla semifinale al Challenger di Spalato, il 21enne Matteo Arnaldi ha raggiunto i primi 300 del ranking ATP. Sognava un posto nelle qualificazioni del Roland Garros, invece dovrà rimandare l’obiettivo, ma il traguardo è sempre più vicino. Proverà a raggiungerlo con l’aiuto di un altro sanremese, Fabio Fognini, che l’ha voluto nella sua nuova agenzia di management

29 aprile 2022

Jannik Sinner e Lorenzo Musetti si dividono (giustamente) tutta l’attenzione, ma la Next Gen del tennis italiano è anche tanto altro. O tanti altri, come i volti di tutti i giovani che inseguono alle loro spalle, con l’obiettivo di conquistare un posto fra i primi 100 del mondo. C’è Flavio Cobolli, sempre più vicino, c’è Luca Nardi, che a 18 anni ha già due titoli Challenger nel palmarès, e c’è anche Matteo Arnaldi, classe 2001 da Sanremo, che rispetto ai due appena citati è un passettino indietro ma sta facendo sempre di più per recuperare terreno.

Uno step preziosissimo il ligure l’ha compiuto la scorsa settimana a Spalato, dove ha raggiunto per la prima volta una semifinale a livello Challenger (partendo dalle qualificazioni), e con i punti raccolti si è regalato un posto fra i primi 300 del ranking, al numero 288. Un risultato che lo ripaga della scelta – ambiziosa – di dimenticare i tornei ITF e dedicare la sua programmazione esclusivamente ai Challenger, a costo di raccogliere più sconfitte che vittorie. Era stato così il suo avvio di 2022, ma l’esperienza raccolta è servita comunque e ora il trend si è invertito, con ripetute vittorie e soprattutto con prestazioni sempre più convincenti, che dicono che il ventunenne ligure è già pronto per andare ancora più alto.

Con la semifinale a Spalato, Arnaldi è salito al numero 288 della classifica mondiale ATP

La crescita di Arnaldi non sorprende: nel 2021 era stato uno dei principali scalatori del ranking a livello mondiale, iniziando la stagione intorno alla millesima posizione e terminandola vicino ai primi 350, con una quarantina di match vinti, due titoli in tornei ITF da 25.000 dollari di montepremi (a Bolzano e Skopje, in Macedonia) e i primi successi nei Challenger.

Il tutto malgrado un avvio di stagione così così, con qualche problemino fisico e la decisione di tornare ad allenarsi nella sua Sanremo, per puntare su due coach molto giovani come il 32enne Alessandro Petrone e Matteo Civarolo, classe 1992. Un azzardo che ha pagato in fretta, dandogli anche la possibilità di allenarsi stabilmente con un giocatore di grande qualità come Gianluca Mager, sanremese come lui, e occasionalmente anche con Fabio Fognini, che non vive (più) ad Arma di Taggia ma ci passa spesso, e con Matteo si è allenato più volte.

E non è tutto, visto che lo stesso Fognini ha selezionato Arnaldi come uno degli assistiti dalla sua neonata agenzia di management “Back to Next”, che annovera fra i clienti anche Flavio Cobolli, Matteo Gigante, Gianluca Mager e Thomas Fabbiano. Un bel modo per condividere la sua esperienza specialmente con i più giovani, e restituire una parte di tutto ciò che ha imparato in anni e anni di carriera ad altissimi livelli.

Matteo Arnaldi e Fabio Fognini: ai due capita di allenarsi insieme a Sanremo

Cresciuto ispirandosi a Djokovic (“anche se come atteggiamento preferisco Nadal”, precisa), Arnaldi è uno dei giocatori italiani più simpatici, sempre col sorriso sulle labbra. E ha anche una bella testolina, che gli ha fruttato un diploma di liceo scientifico e l’intenzione di iscriversi presto all’università. Ma la priorità è sempre di più rivolta a quel tennis scoperto a cinque anni, iniziando a giocare contro il muro insieme al nonno. Poi Matteo ha provato anche sci, calcio, judo e in particolare nuoto, praticato con costanza fino ai 10 anni, ma dai 12 in avanti si è dedicato solamente alla racchetta. Il tennis era la disciplina che lo attirava di più: per il gioco, per l’ambiente, per il gruppo, e le ultime stagioni dicono che è stata la scelta giusta.

Ma il meglio deve ancora venire, con l’obiettivo di conquistare il prima possibile un posto nelle qualificazioni dei tornei del Grande Slam. Arnaldi li ha già disputati tutti e quattro da juniores, quando raggiunse i primi 25 del ranking mondiale under 18 e anche una splendida semifinale al Trofeo Bonfiglio del Tennis Club Milano, ma farcela fra i grandi avrebbe ben altro valore. Il sogno del sanremese era di riuscire a entrare nel giro dei Major già dal Roland Garros, il suo torneo preferito, invece non ce l’ha fatta e dovrà rimandare l’appuntamento al 2023. Ma di questo passo può riuscirci per Wimbledon, o ancora più facilmente per lo Us Open, visto che ha a disposizione ancora tre mesi abbondanti per fare punti nei Challenger.

Io e gli altri giovani – ha raccontato Arnaldi –  siamo in una fase nella quale ci trasciniamo l’uno con l’altro. Vedere i successi di un amico aiuta a pensare di poter fare lo stesso, e questo permette di trovare la spinta ideale per riuscirci sul serio. E poi l’essere in tanti aiuta a dividersi la pressione, che diminuisce per tutti. Oggi, su di noi, non c’è più quell’attenzione che poteva avere anni fa Fognini, che al tempo era l’unico giovane a certi livelli”.

Un passaggio che fa capire come, malgrado le ambizioni siano sempre più importanti, Arnaldi riesca a vivere il suo percorso con serenità, pensando solamente a se stesso senza lasciarsi condizionare da obiettivi e aspettative. Un approccio che per chi vuole arrivare in alto può fare la differenza.

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