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Campioni nazionali

Ritratto di Cocciaretto: passione e talento, verso le top 50 (e oltre)

Elisabetta è stata tra le protagoniste a Bratislava dello splendido successo in Billie Jean King Cup contro la Slovacchia. Proprio da questa emozione, la 22enne marchigiana può prendere la rincorsa per conquistare quei traguardi che il suo grande talento promette

21 aprile 2023

“Passione, determinazione e perseveranza”. Tre semplici parole che Tathiana Garbin ha usato per parlare delle qualità che hanno permesso alle sue ragazze di avere la meglio sulla Slovacchia e staccare il pass per le Finals di novembre in Billie Jean King Cup. Tre parole che però raccontano perfettamente anche l’approccio al tennis di Elisabetta Cocciaretto. Ventidue candeline spente il 25 gennaio, la marchigiana conquista con un sorriso e un entusiasmo contagioso. Il suo sguardo incredulo, dopo l’ultimo decisivo punto in doppio con Martina Trevisan a Bratislava, racconta di una ragazza che ha tanta voglia di sorprendersi e di sorprendere: “Grazie al tennis possiamo provare emozioni che certe persone non possono nemmeno immaginare”.

E poco importa se, a volte, la mano trema e il cuore sembra non riuscire ad arginare l’emozione quando il confine tra il successo e la sconfitta è così sottile. Lucida nel dimenticare la delusione da poco patita in singolare, pronta a dare il massimo nel doppio decisivo, anche questo un segno di maturità per l’allieva di coach Fausto Scolari, che quest’anno ha giocato la sua prima finale al Wta 250 a Hobart. Scolari, valtellinese doc, conosciuto dopo un periodo particolarmente complicato, quando nel 2015 Elisabetta ha dovuto lottare con problemi alla schiena che l’hanno tenuta ai box per quasi un anno, è il tecnico che ormai la segue dalla fine del 2016. La sintonia raggiunta nell’ultimo periodo è davvero qualcosa di speciale: “Elisabetta l’ho conosciuta nel pieno dell’adolescenza – ricorda coach Scolari – e con il tempo si è responsabilizzata nella gestione della quotidianità, passando dal caos più totale all’ordine tipico di un ingegnere. Ringrazierò sempre la Federazione per avermi dato la possibilità di seguirla e di crescere insieme, un giorno dopo l’altro”.

Cocciaretto story, le tappe della crescita

Furono proprio quei dodici mesi senza racchetta per curare l’ernia del disco a spingere Elisabetta alla scelta fondamentale di trasferirsi al Centro tecnico federale di Tirrenia. La sua è la storia di una predestinata. Fin da ragazzina ha vinto tutti i Campionati italiani giovanili. Una crescita culminata, a livello juniores, con la posizione numero 12 nel ranking mondiale di categoria e la semifinale raggiunta all’Australian Open 2018, dove perse, con due match-point a favore, per mano della taiwanese Liang En-Shuo, che avrebbe poi fatto suo il titolo. Qualche mese più tardi, riuscì a raggiungere anche la semifinale al prestigioso Trofeo Bonfiglio di Milano.

Proprio nel 2018, la ragazza nata ad Ancona inizia a farsi largo nel tennis che conta. Viene convocata per la prima volta in Nazionale a 18 anni e, lo stesso anno, conquista il suo primo titolo Itf a Nules. L’anno seguente i tornei Itf vinti saranno addirittura tre (Trieste, Asunciòn in Perù e Colina in Cile) e la sua crescita trova conferma nel 2020 quando, per la prima volta – e al primo tentativo – riesce a qualificarsi per uno Slam. Che non può che essere l’Australian Open. Al debutto nel main draw, in una per lei indimenticabile sessione serale sulla Rod Laver Arena, viene sconfitta dall’ex numero 1 del mondo Angelique Kerber. Indimenticabili per lei anche i primi quarti Wta raggiunti a Palermo nel 2020, il torneo della ripresa dopo lo stop per la pandemia, quando dopo aver battuto giocando alla grande Hercog e Vekic, due top 50, deve lasciare strada in tre set alla Kontaveit.

Ma un lungo stop causato da un infortunio al ginocchio sinistro, quando era ormai a un passo dalla Top 100, ancora una volta rallenta la sua ascesa. Elisabetta si ferma per tutta la seconda parte del 2021 e, dopo un intervento chirurgico, torna più determinata che mai. Nel corso del 2022 i titoli Itf conquistati diventano sei (Oeiras e Grado), a cui si aggiunge a fine ottobre il primo hurrà in un Wta 125, sul cemento messicano di Tampico. Soltanto un anno fa – era il 7 marzo 2022 – Elisabetta vedeva le avversarie dal gradino 242 del ranking. Un abisso paragonato all’attuale numero 51, che la proietta inevitabilmente tra i prospetti più interessanti del nostro tennis, per un ranking azzurro che la vede dietro solo a Martina Trevisan e Camila Giorgi.

Grazie anche al lavoro svolto dal nuovo preparatore atletico Carlo Bilardo, dopo il secondo trofeo WTA 125 conquistato a inizio aprile in quel di San Luis Potosi (battendo in finale Sara Errani), Elisabetta è approdata al best ranking di numero 45. “Un anno fa volevo solo tornare a giocare a tennis e sapevo che la cosa più difficile sarebbe stata trovare la continuità. Alla classifica non pensavo, tanto sapevo che, giocando bene, sarebbe arrivata di conseguenza”, ha confessato la marchigiana a Tiziana Tricarico per FITP parlando di quel difficile momento della sua carriera. Insomma, spirito di sacrificio, passione e forza di volontà non le mancano, così come le qualità fisiche, tecniche e soprattutto mentali. Elisabetta è energia pura. “I miglioramenti più grandi – confessa coach Scolari – li ho notati al servizio e in risposta, ma non credevo potessero arrivare così velocemente. Con il prezioso supporto della Federazione e di Danilo Pizzorno, Elisabetta è davvero riuscita a crescere molto”.

E poi c’è la ragazza intelligente e seria, con ottimi risultati nel suo percorso universitario che sta portando avanti parallelamente all’attività sportiva. Una ragazza partita dal Ct Porto San Giorgio, tra i luoghi simbolo del tennis italiano, per diventare una delle italiane più in alto in classifica, potenzialmente per diventare una leader, anche se restano ancora dei gradini importanti da scalare. Una seconda casa, una seconda famiglia, quella del circolo della località marchigiana, dove Elisabetta cominciò a prendere una racchetta in mano seguendo il maestro Antonio Di Paolo, lo stesso che ha insegnato i primi colpi a Gianluigi Quinzi.

Nella Race attuale è numero 55, dunque poco lontano dal suo reale valore prendendo la graduatoria Wta. In carriera ha vinto quasi un milione di dollari in soli premi, oltre 175 mila solo quest'anno. Negli scontri diretti con le altre azzurre, si è già dimostrata in grado di dire la sua. Contro Sara Errani è addirittura avanti 4-0, con Jasmine Paolini è 2-2 (ma ha vinto l'ultimo, quest'anno a Hobart), mentre solo contro Martina Trevisan sconta un leggero svantaggio, 1-2. Ma con quell'unica vittoria che è ugualmente qualcosa di speciale: Elisabetta e Martina si affrontarono a Wimbledon, quello strano Wimbledon senza punti in palio dello scorso anno. Vinse la marchigiana, e fu proprio quello il primo - finora unico - successo in un match di uno Slam. Adesso che la fiducia sta arrivando copiosa, adesso che la 'Cocci' può davvero liberare tutto il suo talento, tutto il suo potenziale, anche quel tabù degli altri tre Major sarà più facile da abbattere. 

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