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A 33 anni il toscano è stato nominato direttore sportivo del Piatti Tennis Center: un traguardo che premia un percorso professionale esemplare, iniziato una decina d’anni fa. Volpini voleva insegnare tennis, ha individuato in Piatti la figura di riferimento e oggi si gode i frutti di una lunga gavetta al suo fianco
02 ottobre 2022
Diventare dirigente dell’accademia più conosciuta d’Italia a soli 33 anni? Si può. A dimostrare che il nostro può essere anche un paese per giovani è la storia di Andrea Volpini, di recente promosso al ruolo di direttore sportivo del Piatti Tennis Center. Una mansione di primissimo piano che completa un lungo percorso sempre segnato dalla meritocrazia, che ha visto il toscano di Colle Val D’Elsa crescere professionalmente a fianco di Riccardo Piatti, scalando continuamente le gerarchie all’interno dell’universo del coach comasco, accarezzato la prima volta quasi dieci anni or sono.
“Si parla di fine 2013 – racconta il diretto interessato –, quando sono partito dalla Toscana con tanta curiosità e voglia di imparare. Mi sono reso conto che volevo provare a fare qualcosa nel mondo dell’insegnamento, ma allo stesso ho capito che non lo conoscevo a sufficienza. Ho visto in Piatti la figura di riferimento ideale dalla quale imparare a fare questo mestiere, così mi sono detto che avrei voluto spendere più tempo possibile al suo fianco. E mi sono messo a disposizione per fare qualsiasi cosa”.
All’epoca il Tennis Center che ospita tantissimi professionisti non esisteva ancora (sarebbe stato inaugurato nella primavera del 2018), ma Piatti e il suo staff a Bordighera ci lavoravano già, sui campi in terra battuta del BLTC 1878. È lì che l’apprendista Volpini ha mosso i primi passi nel team, ma anche in tanti altri club, occupandosi di stage e altri progetti targati Piatti, fino all’approdo di tutte le attività nel centro attuale.
“Nel corso degli anni – continua Volpini – ho visto l’intera la realtà crescere insieme a me, da dentro, con uno staff sempre più ampio, servizi sempre più sviluppati e un numero di giocatori in costante aumento. Ho sempre cercato di tenere un’attenzione a 360 gradi sull’intero universo Piatti, formandomi professionalmente. Non mi sono limitato solamente a girare per i tornei con i ragazzi: abbiamo fatto stage in giro per l’Italia, altri con la FIT, siamo andati nei club ad aiutare i maestri e via dicendo. Mi piace pensare che sia stato proprio il mio percorso di arricchimento a convincere Riccardo ad affidarmi questa opportunità. Trascorrendo tanto tempo al suo fianco ho capito come sono il suo metodo, il suo modo di interpretare il lavoro e le sue aspettative in termini di crescita”.
Malgrado la carica dirigenziale, Volpini continuerà a lavorare anche come insegnante, dividendosi fra campo e ufficio. “Fare il maestro di tennis – spiega – continua a piacermi un sacco, quindi di fare solamente lavoro d’ufficio non se ne parla. Al mattino di occupo di questioni organizzative, poi vado in campo come sempre, aiutando i ragazzi e i miei colleghi. Se poi ce n‘è bisogno, alla sera torno dietro la scrivania. Sono fortunato perché l’incarico arriva in un momento nel quale il centro funziona alla grande, grazie al lavoro svolto in precedenza da Luigi Bertino (ex direttore del PTC, ndr). Ma non ci accontentiamo”.
In passato, per un bel periodo la figura di Volpini è stata associata a Jannik Sinner: seppur la regia fosse naturalmente di Piatti, è stato spesso lui ad accompagnarlo nei tornei in giro per il mondo, quando era un ragazzino in cerca di gloria ma anche quando è diventato il super giocatore che conosciamo oggi. Dalla fine della scorsa stagione, poi, Volpini si è dedicato principalmente all’ucraina Marta Kostyuk, arrivata a Bordighera con l’idea di svolgere lì solamente la preparazione invernale, ma poi rimasta in pianta stabile. Ora, invece, il coach toscano si concentrerà soprattutto su altro.
“Abbiamo ristrutturato l’organigramma interno – dice ancora –, attraverso il quale a ogni maestro viene affidato un ruolo ben preciso per quanto riguarda la formazione dei suoi stessi colleghi. In più, con l’aiuto di tutti i membri dello staff abbiamo delineato in maniera precisa i passaggi che un insegnante deve compiere all’interno del nostro sistema, determinati dalle competenze acquisite. Per noi è fondamentale non solo la crescita degli allievi, ma anche degli insegnanti, quindi ognuno di loro deve avere ben chiaro quale può essere il proprio percorso di crescita. Crediamo nella meritocrazia: chi impegnandosi riesce a costruirsi competenze sempre più importanti, col tempo può ambire a diverse mansioni, salendo pian piano verso ruoli di responsabilità”. Proprio come successo a lui.