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Dopo i tre successi nel Challenger di Forlì, il giovane britannico vince anche a Saint-Brieuc, in Francia, e diventa il primo giocatore della storia a centrare un poker nel circuito minore dell'Atp in soli tre mesi. Un risultato che gli garantisce il 37° posto nella Race, il terzo fra i Next Gen
07 aprile 2022
Domenica 7 luglio 2013, Campo Centrale di Wimbledon. Sono da poco passate le 18 e il rovescio più scarico della storia di Novak Djokovic si affossa in rete. Andy Murray lascia cadere a terra prima la racchetta, poi il cappello, quindi agita i pugni chiusi verso il proprio angolo con un atteggiamento demoniaco che fa veramente paura.
L’attesa è finita: dopo 77 anni la Gran Bretagna torna sul tetto del mondo. Quel pomeriggio di luglio, sugli spalti, c’è anche un ragazzino che deve ancora spegnere 12 candeline. È il figlio di Roger Draper, CEO della LTA dal 2006 al 2013 (la federtennis britannica, ndr) e di Nicki Draper, ex promessa del tennis di Sua Maestà. Gioca bene a calcio, tanto da far parte del settore giovanile del Chelsea, ma ha già preso confidenza con la racchetta. Si chiama Jack, Jack Draper.
Quello stesso Jack Draper, domenica scorsa, ha fatto segnare un record del mondo. E anche se parliamo di Challenger, il primato merita comunque di essere messo sotto ai riflettori. Il britannico è il primo giocatore della storia del tennis a vincere quattro titoli nei tre mesi che aprono la stagione. I primi inseguitori, oggi, sono l'azzurro Luca Nardi e il francese Quentin Halys, ma entrambi sono fermi a quota due. Lui, Jack, di Challenger ne ha portati a casa il doppio: dopo la tripletta a Forlì, ecco il poker a Saint-Brieuc, in Francia. Oggi non è ancora nei top 100 (è 124, best ranking), ma è numero 37 della Race e terzo fra i Next Gen.
“Come ho iniziato a giocare? Semplice - racconta Jack -, mia madre insegnava in un’accademia a Sutton e, non potendo lasciarmi a casa, mi portava con sé. Era inevitabile che iniziassi a giocare per ore. Credo che il mio percorso fosse segnato da sempre. Già a 11 anni ero consapevole e felice di quella che sapevo sarebbe stata la mia vita”. Probabilmente nemmeno lui immaginava che otto anni più tardi, proprio su quel campo, avrebbe addirittura strappato un set a quel Novak Djokovic caduto sotto i colpi dell’eroe d’infanzia.
I risultati a livello giovanile sono ottimi. Il mancino britannico trionfa prima a livello nazionale, poi internazionale, raggiungendo la finale dei Championships Under 18 persa 6-4 al terzo con Chun Hsin Tseng. In campo le cose funzionano, è fuori che sono più complicate. “C'era molta gelosia quando ero più giovane", ha dichiarato Draper in una recente intervista al Telegraph Sport. “Spesso andavo ai tornei juniores e c’erano 15 ragazzi sconosciuti sulle tribune che mi volevano far perdere, facendo confusione prima del mio servizio e tutto questo genere di cose”. Avrà ripensato a quei momenti, Jack, dopo le vittorie dello scorso anno al Queen’s su Jannik Sinner e Alexander Bublik. “Da piccolo – ricorda – venivo a vedere il torneo e a tifare per Murray. Nella mia stanza c’è una foto con il trofeo, avevo otto anni ed era quasi più grande di me. I risultati ottenuti qui dai giocatori britannici sono stati una fonte d’ispirazione, ed aver raggiunto i quarti qui, per me, è stato davvero un grande risultato”.
Il ragazzone di Sutton, cittadina a sud-ovest di Londra, continua ad allenarsi duramente. Per quattro anni lo ha fatto all'accademia Junior Elite Tennis di Ryan Jones, in passato accanto a giocatori come Kyle Edmund e Borna Coric. Il suo è un tennis moderno, adatto a ogni genere di superficie.
I 191 centimetri di altezza fanno del servizio un’arma fondamentale; dritto e rovescio sono molto solidi e non mancano sortite offensive a rete. Draper ha iniziato la nuova stagione fuori dai primi 250 del mondo, prima di accendersi come mai aveva fatto fino ad ora. In tre mesi ha conquistato quel poker di tornei che lo ha mandato dritto nella storia facendogli guadagnare oltre 100 posizioni in classifica.
Ciò che sorprende è la straordinaria tranquillità con la quale affronta i momenti chiave del match. Nel 2022 ha disputato nove sfide al terzo: le ha vinte tutte, ribaltando il risultato in quattro circostanze.
Non ha mai nascosto la sua paura per gli squali e nel circuito, d’ora in avanti, ne troverà molti. "Amo semplicemente vincere, sono onesto. Lavorare in campo e poi ottenere la ricompensa. So che non sarà sempre così, ma allo stesso tempo mi piacciono le difficoltà. La competizione mi fa stare bene". Con un altro giocatore, Cameron Norrie, fresco di ingresso in top 10, e con un Draper sempre più solido, oggi la Gran Bretagna può guardare al futuro con rinnovata fiducia. “Jack Save the Queen” non è blasfemia, è una speranza.