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Campioni next gen

Sinner non si ferma: "Chissà il 2021..."

Jannik Sinner ha concesso un'intervista pubblicata sul sito dell'ATP dopo aver conquistato a Sofia il primo titolo in carriera. "Un anno fa vincevo le Next Gen ATP Finals a Milano, quest'anno nella stessa settimana il primo ho vinto titolo ATP. Il progresso è il risultato del duro lavoro". Sinner racconta anche gli inizi nello sci e le prospettive per il futuro

15 novembre 2020

Jannik Sinner premiato a Sofia

Jannik Sinner con il trofeo a Sofia (foto Getty Images)

A Sofia, Jannik Sinner ha conquistato il primo titolo in carriera nel circuito ATP. E' diventato il più giovane vincitore di un torneo nel circuito maggiore dal 2008, dai tempi di Kei Nishikori a Delray Beach. Con questo successo, chiuderà la stagione 2020 tra i primi 40 del mondo, sarà infatti numero 37. E' il più giovane in top 100 e l'unico teenager in top 50. Un anno fa, trionfava a Milano alle Next Gen ATP Finals. Dopo la vittoria in finale al tiebreak del terzo set su Vasek Pospisil, ha concesso un'intervista al sito dell'ATP inserita nella serie dei "First-Time Winner Spotlight", "Riflettori su chi ha vinto il primo titolo ATP". Ve la proponiamo la traduzione in italiano.

Cosa significa per te vincere il primo titolo ATP?
Significa tanto. E' un grande risultato per me, che ha tanto lavoro dietro. Direi che è qualcosa di speciale, l'anno scorso vincevo a Milano e ora vinco a Sofia quasi nella stessa settimana. E' una gran bella sensazione conquistare il mio primo titolo qui.

Il primo trionfo di Jannik - Le foto

Dodici mesi fa, prima delle Next Gen ATP Finals, eri numero 95 del mondo. Ora sei in top 50 e con un trofeo ATP in bacheca. Quanto sei soddisfatto dei progressi che hai fatto nell'ultimo anno?
E' un progresso serio, risultato del duro lavoro. Dietro di me, ho un grande team. Sono molto felice di questo risultato perché a volte ne hai bisogno; ovviamente lavori duro, un traguardo come questo fa bene. Certo, è un grande progresso ma ho ancora molto lavoro da fare. Vedremo dove sarà fra qualche anno, ma intanto mi godo questo titolo.

Hai chiuso il 2019 con un titolo a Milano e al Challenger di Ortisei, e hai chiuso il 2020 con il primo titolo ATP. Quanta spinta ti hanno dati i successi dell'anno scorso per preparare questa stagione, e quanta motivazione pensi ti darà il successo a Sofia quando inizierai la preparazione per il 2021?
La fiducia conta quando giochi settimana dopo settimana. Ora la stagione è finita, è un po' diverso. cercherò di giocar meglio l'anno scorso in Australia, a gennaio non ho fatto bene. Ma per me era la prima volta in Australia. L'anno prossimo, ci andrò con un po' più di fiducia, naturalmente, sapendo cosa aspettarmi.
[Il mio coach] Riccardo [Piatti] e tutti intorno a me hanno molta esperienza e possono aiutarmi mondo. Cercheremo di prepararci bene e lavorare duro in off-season e vedremo come andrà.

Durante il lockdown, hai creato la Sinner Pizza Challenge per raccogliere fondi in favore dei medici italiani e hai fatto una donazione alla fondazione Cesvi per aiutare i volontari che hanno costruito l’ospedale temporaneo a Bergamo. Quanto è importante per te usare la tua posizione nello sport per aiutare chi ha più bisogno a casa?
Adesso è più importante star bene, e provare a vedere il mondo in una luce migliore. La situazione è difficile per tutti a causa del virus, volevo dare un aiuto perché Bergamo era in una situazione molto difficile. Era... era assurdo, volevo dare un contributo anche se non è tantissimo. Ma sai, volevamo far sentire [ai medici, agli infermieri, a chi lavora ai pronto soccorso] che volevamo dar loro una mano. Era importante, non solo per me e per la mia famiglia, ma per tutta la città di Bergamo. Penso sia stato un modo bello e un po' di verso di farlo. E' stata una mia idea condivisa con la mia agenzia di management Starwing Sports. Credo sia stata una cosa bella, poi più soldi ci sono e più volevo aiutare. Penso che sia stato bello per quanto ci riguarda. 

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Puoi spendere qualche parola per le figure chiave nella tua vita e nella tua carriera, che ti hanno aiutato a raggiungere questo traguardo?
Prima di tutto, sicuramente la mia famiglia che mi ha sempre aiutato e mi ha dato la fiducia per cambiare vita quando avevo 13 anni e mezzo, 14 anni. Sono andato via di casa, lasciando gli altri sport e tanti amici che non riesco a vedere spesso nemmeno adesso. E poi è iniziato tutto con un grande team alle mie spalle. Riccardo c'è sempre stato, poi ci sono stati tanti coach che hanno voluto aiutarmi. Se dovessi nominarli tutti, la lista sarebbe molto lunga. La persona più importante, comunque, era Riccardo. Ora alle mie spalle ho un team fisso con il fisioterapista Claudio Zimaglia, il preparatore Dalibor Sirola, e poi Riccardo, [il mio secondo coach] Andrea Volpini e questa settimana a Sofia c'era anche Cristian Brandi [un altro coach del team di Piatti]. Un grande team, sono tutti diversi e mi piace. Non è semplice stare sempre con lo stesso tipo di persona. E' bello averli, mi sento fortunato per questo.

Da bambino eri un campione di sci. Puoi raccontarci qualcosa dei tuoi successi e come hai maturato la decisione di abbandonare quello sport per iniziare una carriera nel tennis?
Sciavo perché dove sono nato è il primo sport che fai di solito. Ho iniziato a vincere nello sci abbastanza presto; mi sentivo alla grande sugli sci, volevo sciare tutti i giorni. Il tennis era il mio terzo sport, veniva anche dopo il calcio. Mi è sempre piaciuto giocare in gruppo, con altri, ma a un certo punto ho capito che volevo essere sempre io a prendere le decisioni e non funziona sempre quando sei in una squadra. Per quanto riguarda lo sci, ho vinto anche molto ma ho deciso di passare al tennis perché si gioca di più. Nello sci, si risolve tutto in una discesa di un minuto e mezzo, cerchi di andare il più veloce possibile e se sbagli sei fuori. Nel tennis, puoi sbagliare e giocare senza problemi per altre due ore e mezza. E' questa la ragione principale.

La stagione è finita, hai più tempo del solito per celebrare la conquista di un titolo. Come lo festeggerai?
Prima di tutto, spero di tornare a casa in sicurezza! E poi vediamo. Se sono fortunato, voglio tornare a casa, vedere un po' i miei genitori, ma non so se lo potrò fare a causa del virus e delle zone rosse. Forse mi prenderò due giorni di riposo. Penso che inizieremo presto a lavorare per l'off-season, e non vedo l'ora di ricominciare a lavorare duro per preparare la prossima stagione. Voglio migliorare e vedremo come andrà l'anno prossimo.

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