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Campioni next gen

Jannik Sinner, un progetto partito da lontano

Jannik Sinner è il secondo italiano ad aver raggiunto la finale di un Masters 1000. Nel 2013, l'incontro con Massimo Sartori decisivo per l'ingresso nella sua famiglia tennistica: il team di Riccardo Piatti a Bordighera. Tutte le fasi della costruzione di un progetto di campione

di | 04 aprile 2021

Jannik Sinner alla Winter Cup Under 12, insieme ai classe 2000 Vaianello e Furlanetto

Jannik Sinner alla Winter Cup Under 12, insieme ai classe 2000 Vaianello e Furlanetto

"Il tennis è un gioco di poli opposti. Devi riuscire a colpire la palla con la forza maggiore possibile (violenza) ma allo stesso tempo con lo sforzo minore possibile grazie a un perfetto equilibrio (silenzio). Se riesci a fare le due cose contemporaneamente, governerai il mondo". Lo scrive su Twitter Craig O'Shannessy, coach e leader della match analysis, a lungo nello staff di Novak Djokovic e consulente della Federazione Italiana Tennis. Lo scrive sul suo profilo Twitter accompagnando il messaggio con un video delle Next Gen Finals del 2019 di Jannik Sinner. E' lui che, secondo O'Shannessy, riesce a comporre gli opposti. 

O'Shannessy l'ha visto per la prima volta nel 2017 a Montecarlo, racconta sul suo sito in cui pubblica anche alcuni brevi spezzoni video dei suoi allenamenti di allora. Ma la favola di Jannik Sinner comincia da molto più lontano. 

Come il Semola protagonista del cartone animato "La spada nella roccia", l'adolescente scudiero che diventerà Re Artù, Sinner ha lasciato la sua casa per abbracciare una seconda famiglia tennistica a Bordighera: il team di Riccardo Piatti, il suo Mago Merlino.

Cresce nel fisico, grazie al preparatore Dalibor Sirola e al fisioterapista Claudio Zimaglia. Cresce nella tecnica, con tecnici come Andrea Volpini, che lo segue a Miami, e Cristian Brandi, che era Sofia nella settimana in cui ha conquistato il suo primo titolo ATP.

Cresce e brucia le tappe, Sinner, che fa sognare l'Italia dello sport e non solo del tennis. Tutti in attesa di una Pasqua di passione sportiva, come quella di due anni fa quando Fabio Fognini a Montecarlo diventò il primo, e finora unico, italiano, a vincere un Masters 1000. "La finale non cambia niente" ha detto Sinner, in perfetta sintonia con il Piatti-pensiero secondo cui un giocatore non diventa professionista prima di aver giocato almeno 150 partite ATP. Sinner non è ancora nemmeno nel mezzo del cammino, ma è già almeno numero 21 del mondo. E sarà 14 se inizierà a estrarre la sua spada dalla roccia a Miami.

Ha qualcosa di speciale, il giovane azzurro, miglior teenager nella classifica mondiale. L'ha ammesso anche Bautista Agut dopo la sconfitta in semifinale a Miami, la seconda in poche settimane. "Non sei umano" gli ha detto Alexander Bublik, battuto nei quarti. 

Jannik Sinner con Riccardo Piatti

Sinner stupisce per quello che si vede, le quattro accelerazioni nell'ultimo game della semifinale contro Bautista Agut sono un perfetto manifesto. E ancor di più per quello che non si vede. Non c'è tensione, non c'è emozione: almeno in superficie. C'è la calma dei forti, di chi sente che il destino è inevitabilmente dalla sua parte. 

L'ha presa dai genitori, ha spiegato a Miami. "Mio padre è un cuoco in un ristorante e mia madre fa il servizio nello stesso locale. Ogni giorno vanno al lavoro e sanno cosa significa lavorare sodo. Mi hanno trasmesso questo stato mentale, di fare sempre del suo meglio, giorno dopo giorno, senza perdere energia inutilmente. Sprecare energia non ha senso, rende tutto più difficile".

Sarà per questo che ha paragonato la sua situazione attuale a quella di un aspirante chef. "Sono in cucina, ma sto ancora pelando carote e patate - ha detto -. Se sei lì vuol dire che un po' sai cucinare, ma ci vuole tempo per imparare ricette, capire come impiattare". Conosce i suoi tempi, conosce la dote della velocità, non ancora le controindicazioni della fretta.

La sicurezza, e soprattutto la capacità di colpire con armonia e fluidità, colpiscono da subito il coach Massimo Sartori, l'anello di congiunzione fra la famiglia di Sinner e la sua futura famiglia tennistica. 

Il primo incontro avviene a Ortisei, nel novembre del 2013. Prima dell'Australian Open 2014, il giovane Sinner scambia anche con Seppi. Due aspetti impressionano l'azzurro, numero 25 del mondo all'epoca: la massa di lunghi capelli rossi e il rovescio di quel ragazzino, che non aveva paura di andargli sul colpo. 

Eppure, il tennis era solo la terza scelta del giovane Jannik. Per diverso tempo ha continuato a praticare anche lo sci e il calcio. Ma decide di abbandonare gli altri due sport, nonostante sia diventato campione nazionale di slalom gigante nella sua classe d'età. "Ho capito che volevo esser parte di competizioni di alto livello, e il tennis è più divertente dello sci dove è tutto più meccanico. Se sbagli sei fuori” ha detto.

Jannik Sinner sciatore

"Aveva otto anni, son rimasto impressionato dal suo stato di apprendimento. Gli dicevi una cosa e cercava di metterla in pratica. Aveva un timing eccezionale sulla palla, che non vedi in un tennista normale. Poi, una volta a casa non è che stava fermo. Prendeva una pallina e cercava di accendere e spegnere l'interruttore" ha raccontato in uno speciale di Sky il maestro Heribert Mayr, uno dei suoi primi maestri a Brunico.

Già allora mostrava due delle qualità che lo hanno portato a giocarsi a 19 anni la finale di un Masters 1000 alla terza presenza in un torneo di questa categoria: sapeva reagire alle difficoltà e detestava perdere.

Qualità che emergono anche nei primi tornei in cui Sinner si fa notare, come la Coppa Lambertenghi del 2013 in cui arriva in semifinale. Quello stesso anno viene premiato come miglior giocatore del Trofeo Francesca Morini, una manifestazione per rappresentative under 12, organizzato in Toscana.

Alla fine della manifestazione, ha ricordato per il sito della Federazione Italiana Tennis Romeo Tanganelli, vice presidente vicario del comitato regionale toscano, "tutti i capitani esprimono un nome a livello maschile e femminile e chi ottiene più consensi vince il premio individuale - continua Tanganelli - quell'anno Sinner vinse tutte le sue partite e soprattutto fece vedere quello che ora è sotto gli occhi di tutti: una grande capacità di giocare bene i punti decisivi e di essere determinato".

La Federazione Italiana Tennis gli è accanto in quei primi, fondamentali, anni di crescita. Sinner, come ricordava Viviano Vespignani sulla rivista SuperTennis a marzo del 2019, ha bruciato le tappe già da allora. 

Nel 2014 è arrivato in semifinale nei campionati italiani under 13 ed è stato convocato in Coppa Belardinelli. Nel 2015 ha giocato la Winter Cup e i campionati italiani Under 14, in cui ha raggiunto i quarti di finale. A settembre di quell'anno, a 14 anni e un mese, ha debuttato fra i pro nel primo turno di qualificazione del Future di Bol, in Croazia.

L'ascesa continua. Nel 2016 centra i quarti in un torneo Under 18 a Tunisi. Nel 2017, ottiene diversi risultati significativi a livello Under 18, pur avendo 16 anni: infatti disputa i campionati italiani nella categoria Under 16. Ne vince due a Doha, in Qatar, e a El Prat, in Spagna. Arriva in semifinale a Malta e a Prato, nei quarti a Mohammedia.

"Non mi piaceva giocare i tornei juniores. Per me è una questione di mentalità: a quel livello non sei sempre tu che devi vincere la partita, spesso sono gli altri che te la regalano - raccontava nel 2019 a SuperTennis in occasione del meeting annuale del Team Head -. Io ho un modo di vedere il tennis per cui mi piace sempre andare avanti, provare a fare gioco. Per questo mi interessava cercare di confrontarmi con quelli più forti, più grandi di me”. 

Questo percorso prende davvero forma nel 2018. Sinner gioca un solo torneo under 18 in stagione, il Trofeo Bonfiglio di Milano. Perde nei quarti, dopo aver mancato un match point, contro il giapponese Naoki Tajima.

Sinner comanda il gioco con il rovescio, ma è ancora incostante e sbaglia troppo. Il torneo lo vincerà il bulgaro Adrian Andreev sull'argentino Sebastian Baez, oggi nelle prime posizioni della Race to Milan e virtualmente qualificato per le Next Gen ATP Finals.

Nel 2018, Sinner gioca il suo primo ITF in tabellone, a Sharm-el-Sheikh, in Egitto. "Ho perso subito ovviamente - raccontava sempre nel meeting Head -. In quei tornei perdevo perché gli altri erano più forti di me. Però abbiamo deciso, con il mio team, di andare in quella direzione. Di andare a confrontarsi ad un livello in cui mi sentivo sotto pressione perché dovevo fare qualcosa in più durante il gioco".

Vince poco, ma dopo le sconfitte non riparte. Riparte nella sede del torneo e si allena con giocatori più forti di lui. Il lavoro paga, in tempi brevi e in misura inattesa.

Un giovanissimo Jannik Sinner calciatore

A maggio 2018, Sinner vince per la prima volta due partite di fila in un torneo "pro". Ad agosto 2018 entra per la prima volta tra i primi 1000 del mondo. A febbraio 2019 vince l'ITF di Trento e la settimana successiva il Challenger di Bergamo. E' il più giovane italiano ad aver conquistato un titolo Challenger, il secondo esserci riuscito da junior dopo Stefano Pescosolido sui campi del Parioli, a Roma, nel 1989.

Con quel successo, ha guadagnato in un colpo solo 222 posizioni in classifica ATP, salendo al numero 324. Il resto è storia recente. 

A maggio 2019 debutta in un Masters 1000, agli Internazionali BNL d'Italia, e batte il top-50 statunitense Steve Johnson. A luglio vince il Challenger di Lexington, a ottobre entra in top-100 dopo aver battuto l'ex top-20 tedesco Philipp Kohlschreiber a Vienna. A novembre trionfa alle Next Gen ATP Finals di Milano, dopo una finale contro Alex De Minaur sorprendente per "potenza e silenzio" come avrebbe detto O'Shannessy. E la settimana successiva vince il Challenger a Ortisei, il luogo dove tutto ha avuto inizio. Dove la sua storia ha vissuto l'inizio della nuova era.

Il 2020 è l'anno della rivelazione, delle prime vittorie contro i top-10, indimenticabile la prima contro David Goffin a Rotterdam, dei quarti di finale al Roland Garros contro Rafa Nadal che lo riempie di complimenti. E' l'anno del primo titolo in carriera, a Sofia, nel suo ultimo torneo della stagione, e dell'innamoramento nazionale per la sua promessa di magnifiche sorti e progressive.

Jannik Sinner con Cristian Brandi e Dalibor Sirola

L'ascesa prosegue, senza passi indietro. Sempre più in alto. A 19 anni, Sinner ha già contratti di sponsorizzazione per un valore stimato in due milioni di euro l'anno. Corre veloce, in campo e sui kart, altra sua grande passione. Va talmente veloce che, come Lorenzo Musetti, è già un idolo per i bambini e i ragazzini che oggi si avvicinano al tennis. A 19 anni, è già una fonte di ispirazione. Il mondo del tennis sentitamente ringrazia.

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