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Campioni next gen

'Juanma' Cerundolo, il Next Gen di una volta

Gioca un tennis difensivo, tipico dei sudamericani di un tempo. Ma con questo approccio, Juan Manuel Cerundolo è riuscito a conquistare a soli 19 anni un titolo Atp (al primo tentativo), salendo fino al numero 3 della Race to Milan. Attenzione a definirlo 'solo' un terraiolo...

di | 04 marzo 2021

Pare che quando Juan Manuel Cerundolo venne alla luce, papà Alejandro detto Toto non fosse presente al parto. Le cronache dell'epoca narrano che il genitore avesse un impegno di lavoro: era al seguito del suo pupillo di allora, Martin Vassallo Arguello (che per un periodo giocò pure con la bandiera italiana ad accompagnarlo), in gara nel Challenger di Buenos Aires contro David Nalbandian.

Era il 15 novembre del 2001, e già da quel momento si capì che la storia di Juan Manuel, così come quella del fratello maggiore Francisco, sarebbe stata legata in maniera forte a quello sport che era un vizio di famiglia. Tanto Alejandro (oggi 61enne) quanto la moglie Maria Luz, erano stati discreti giocatori qualche anno prima di mettere al mondo i figli, di conseguenza il passaggio di questa passione per racchette e palline avvenne in modo persino naturale. Mentre la figlia Constanza si è data con successo all'hockey, vincendo pure una medaglia d'oro con la Nazionale ai Giochi Olimpici giovanili.

Tornando al tennis, prima toccò a 'Fran', classe 1998, poi a 'Juanma', tre anni più giovane. Destrorso e con un percorso fatto di tornei nazionali il primo, mancino e con un buon rendimento nel circuito mondiale Juniores il secondo. Due strade diverse per arrivare – almeno stando agli ultimi risultati – più o meno allo stesso livello. Oggi entrambi sono tra i primi dieci del Paese sudamericano, non proprio l'ultimo arrivato quanto a produzione di talenti: Francisco sta ancora avanti ma ormai di molto poco, numero 137 contro 181. Tuttavia è l'altro, Juan Manuel, a essersi preso la ribalta dopo l'impresa di Cordoba: primo torneo Atp in carriera, primo titolo in bacheca, dal basso di un ranking più adatto al circuito minore Itf, numero 335 al mondo.

“Mio figlio – spiega Alejandro detto Toto in riferimento a 'Juanma' – aveva qualcosa di speciale, l'ho sempre saputo. Ho sempre pensato che valesse almeno i top 50 Atp, adesso lo sta dimostrando sul campo. Si trattava di capire quanto rapidamente potesse esplodere”. Mamma Maria Luz, forte delle sue competenze in materia di psicologia dello sport, rincara la dose: “Non esprime sempre le sue emozioni, è piuttosto indecifrabile in campo, ma sa gestirsi molto bene, sa capire le situazioni e adeguarsi di conseguenza. Qualcuno lo vorrebbe più espressivo, ma in realtà la sua capacità di reazione sta dentro di lui, malgrado un atteggiamento quasi distaccato”. Non spaccano, non fanno sfracelli, i Cerundolo, ma vincono. Che fino a prova contraria, nel tennis come in ogni altro sport, è la cosa che ancora conta di più.

Una questione di famiglia, i fratelli nel tennis - Le foto

Tutti, in famiglia, hanno studiato e continuano a farlo: Francisco si è buttato sull'Economia, e pure Juanma potrebbe seguirlo, indeciso come è fra Economia e Ingegneria, visto che ama i numeri e molto meno le parole. Perché avere un piano B consente di avere meno pressioni, consente di vivere lo sport come una bella parentesi della vita, per quanto si possa avere successo nella propria disciplina. Ma adesso il piccolo dei Cerundolo ha davanti qualche anno da protagonista in campo, più che sui banchi dell'Università.

Non posso credere a quello che mi è successo – le sue parole dopo la vittoria di Cordoba – perché ero già contento di essermi qualificato per il main draw. Così facendo, non ho mai avvertito alcun tipo di pressione: pensavo soltanto al match che stavo giocando, non avevo alcuna aspettativa”. Abituati a fare un passo alla volta, in casa Cerundolo non ci si monta la testa, tanto che l'obiettivo primario per 'Juanma' erano i top 200 Atp. “I 100 mi sembravano così lontani che francamente non erano nemmeno nei miei pensieri. Invece adesso sì, adesso che sono salito così in fretta comincio a farci un pensiero”.

Si potrebbe definire un giocatore della vecchia scuola, Juan Manuel, e lui stesso non fugge da questa ipotesi, che per altri potrebbe suonare quasi offensiva: “Mi definirei un giocatore difensivo, forse un contrattaccante da fondo. Certamente sono molto diverso da mio fratello, che appena può spinge molto e prova a imporre il suo gioco. Io ho un approccio diverso al tennis. Il mio segreto? La mia famiglia. Senza di loro, non sarei mai arrivato a essere quello che sono. Nessuno può fare strada in solitudine, e anche se io non sono esattamente un animale sociale, sono convinto che il team sia fondamentale. In uno sport così duro, contare soltanto su se stessi è un errore”.

Nel nuovo ranking riservato ai Next Gen, Juan Manuel Cerundolo è volato di colpo al numero 3, molto vicino ai primi due, Felix Auger-Aliassime e Sebastian Korda, entrambi di un anno più grandi. Non male per uno che fino all'altroieri stava a fatica nei primi 50 Under 21 del mondo. Oggi la sua presenza a Milano per le Next Gen Atp Finals è ben più di un'ipotesi, anzi diventa un obiettivo. Per quanto Juanma sia il più classico dei giocatori da terra battuta, la sua velocità nell'imparare e nell'adeguarsi alle situazioni che incontra suggerisce di non escludere nessun tipo di possibilità. Nemmeno quella che impari in fretta a ripetersi sul veloce.

 



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