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Campioni next gen

La crescita di Lehecka e Tirante: i nuovi emergenti Next Gen

Nelle scorse settimane il circuito Challenger ha incoronato due talenti classe 2001: Jiri Lehecka, fra i principali candidati per restituire risultati di spessore al tennis ceco, e Thiago Agustin Tirante, membro a pieno titolo del gruppo di Next Gen argentini destinati a un futuro brillante

05 ottobre 2021

Dopo anni e anni a primeggiare come una delle nazioni più forti nel panorama tennistico maschile, da qualche tempo la Repubblica Ceca non se la passa benissimo, tanto che oggi hanno un solo giocatore fra i primi 100 del ranking ATP: Jiri Vesely al numero 86. Ma per il futuro la situazione sembra destinata a regalare ancora tante soddisfazioni agli appassionati della racchetta ceca, grazie a un gruppetto di ragazzi che promettono grandi cose. L’ultimo a farsi notare a ripetizione è Jiri Lehecka, classe 2001 di Mlada Boleslav (Boemia Centrale) che ha esattamente dimezzato il suo ranking di inizio stagione, portandosi dal numero 354 di gennaio al numero 177 dellos corso lunedì, timbrato grazie al successo nel Challenger di Bucarest, in Romania.

Non il primo, visto che il ceco aveva già vinto a luglio a Tampere (nel Challenger più longevo del mondo: nel 2022 saranno 40 edizioni), e nemmeno l’ultimo dato un potenziale che al debutto nelle qualificazioni di un torneo del Grande Slam – allo Us Open – l’ha portato a un soffio dal tabellone principale. Non ce l’ha fatta, ma avrà modo di rifarsi già a partire dall’Australian Open.

In semifinale a Bucarest, il ceco aveva sconfitto un ottimo giocatore come il nostro Stefano Travaglia, poi ha dominato il match decisivo lo slovacco Horansky e ha chiuso senza cedere un set. Fra gli applausi di una legenda come Ilie Nastase, presente alla premiazione in quanto l’evento consegnata il “Nastase-Tiriac Trophy”, come succedeva in passato per il torneo ATP giocato fino al 2016.

Figlio di due ex atleti professionisti – mamma nell’atletica, papà nel nuoto –, Lehecka è cresciuto in un ambiente ricco di spirito sportivo che l’ha spinto a fare sul serio col tennis fin da piccolo, anche se la svolta è arrivata quando ha deciso di affidarsi a Michal Navratil, figlio di Jaroslav, da anni cittì di Coppa Davis. Navratil aveva già lavorato con Berdych e con Vesely, gli ultimi due cechi capaci di ottenere risultati di un certo spessore, e sta aiutando Lehecka a dare sfogo a quel potenziale che si intravedeva da tempo, ed è arrivato agli occhi di tutti quando nel 2019 ha vinto il doppio al torneo juniores di Wimbledon, in coppia con Jonas Forejtek.

Oggi il tennis di Lehecka è ancora un po’ troppo legato alla terra battuta, tanto che la stragrande maggioranza dei suoi risultati da “pro” sono arrivati sul rosso, ma il ceco può diventare competitivo su tutte le superfici. Per farlo, tuttavia, dovrà lavorare molto sul servizio, che dall’alto del suo metro e 85 può diventare ancora più incisivo. Il resto, invece, funziona bene e va soltanto affinato, per presentarsi già nel 2021 fra i primi 100 del mondo.

Nel frattempo, grazie ai punti di Bucarest Lehecka è salito al numero 12 della Race to Milan. Le chance di vederlo alle Intesa Sanpaolo Next Gen ATP Finals di Milano (9-13 novembre) non sono tantissime, perché dovrebbe recuperare ancora parecchi punti, ma mai dire mai.

Stesso discorso per l’argentino Thiago Agustin Tirante, che lo segue a due posizioni di distanza e a sua volta ha fatto un bel passo avanti vincendo anche lui un Challenger, quello di Ambato (Ecuador).

Di Tirante si parla un gran bene da anni: quattro anni fa il classe 2001 di La Plata era riuscito ad entrare nel ranking dei professionisti ad appena 16 anni, poi è stato numero uno del mondo fra gli juniores nel 2019, chiudendo la sua esperienza da under 18 con una striscia aperta di 18 successi consecutivi. Vuol dire che era pronto per passare al tennis dei grandi, e non ha impiegato molto a dimostrarlo, facendo la sua bella parte per attirare l’attenzione sulla nidiata di tennisti argentini del futuro.

Solo fra i primi 15 della Race to Milan ce ne sono tre (oltre a lui sono Juan Manuel Cerundolo e Sebastian Baez), ma i talenti sono molti di più e la gara per primeggiare farà bene alla crescita di tutti. A inizio stagione Tirante era numero 382 del mondo, mentre oggi festeggia il best ranking a un passo dai primi 200 (è numero 204), grazie a una crescita costante nelle ultime settimane, che l’ha visto ottenere risultati di spessore anche in territorio italiano.

Nel mese di luglio Tirante ha giocato la sua prima finale Challenger a Trieste, poi è arrivato in semifinale a Barletta, ma il meglio di sé lo sta dando in Sudamerica, dimostrando di trovarsi a meraviglia a giocare in altura, dove la pressione atmosferica è più bassa e la palla vola. Nella prima settimana della trasferta in Ecuador è arrivato ai quarti di finale a Quito, e nel torneo successivo è andato a prendersi il primo titolo Challenger ad Ambato, a 2.500 metri sopra il livello del mare. Condizioni che rendono tutto più difficile, e hanno trasformato in un inferno i suoi primi due match. Ma li ha vinti entrambi al tie-break del terzo set, mostrando carattere e nervi saldi, e da lì ha lanciato il miglior torneo della sua carriera, diventando il decimo (!) argentino a conquistare un titolo Challenger nel 2021.

“Voglio dedicare questo successo alla mia famiglia – ha detto – perché da anni dedicano tanto tempo e impegno alla mia attività, incoraggiandomi ogni giorno a continuare a dare il cento per cento per diventare un tennista di alto livello, ma anche per migliorare quotidianamente come persona”. Si dice che sia uno dei segreti per arrivare in altissimo.

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