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Il 17enne svedese, figlio del grande Björn, entrerà per la prima volta nel ranking Atp grazie alla vittoria sull'argentino Tenti nel primo turno del 15 mila dollari sulla terra di Antalya. Un primo piccolo passo per una carriera che è ancora tutta da costruire. Possibilmente evitando qualsiasi paragone con l'ingombrante genitore...
di Cristian Sonzogni | 12 maggio 2021
Non entrerà nella storia del tennis come le vittorie di papà, ma il primo punto Atp conquistato da Leo Borg è comunque un momento che entra nella storia personale della famiglia dell'Orso svedese e soprattutto del figlio, impegnato nel durissimo percorso verso il professionismo. In gara (grazie agli inviti riservati ai migliori Juniores) nel main draw del 15 mila dollari di Antalya, in Turchia, il 17enne scandinavo ha vinto finalmente un match nel circuito dei grandi, al nono tentativo.
Dal Challenger di Bergamo 2020 in poi, per Leo, erano arrivate solo sconfitte, un dazio inevitabile da pagare per chiunque, a prescindere dal nome che ci si porta in dote. Stavolta, però, il teen-ager rampante aveva una buona chance ed è stato bravo a non farsela scappare.
Opposto all'argentino Fermin Tenti, 23 anni, numero 601 Atp, Leo ha approfittato del momento non troppo felice del suo avversario per rifilargli un 7-6 6-0 senza appello, con un primo set vinto con autorità al tie-break e un secondo dominato. Tenti, beninteso, non è un fenomeno e ha vinto una partita negli ultimi sette mesi. Però è pur sempre uno con un po' più di esperienza di Borg junior, che del resto da qualche parte doveva pur cominciare.
Ben lontano dal padre nel modo di giocare, Leo ha già dimostrato in alcune interviste di avere le idee chiare sul proprio futuro, senza legarsi troppo al proprio cognome e alle inevitabili pressioni che lo accompagneranno nel suo percorso. Dotato di due fondamentali interessanti, col rovescio (bimane, ovviamente) migliore del diritto, il giovane figlio d'arte deve trovare la sua dimensione, e al momento il circuito pro Itf sembra essere ciò che fa per lui.
Leo Borg, classe 2003, è salito al numero 12 del ranking mondiale under 18
Lo scorso aprile a Marbella, gli organizzatori dell'Atp 250 spagnolo gli avevano concesso una wild card per le qualificazioni, ma la sua apparizione fu un lampo, con il russo Evgeny Donskoy, non proprio uno specialista del rosso, che lo eliminò lasciandogli un solo game. Leo, in precedenza, si era trovato invece molto a suo agio nel circuito Juniores, vincendo i grado 1 di San Josè (in Costarica) e Porto Alegre (in Brasile), con un'altra finale conquistata a Santo Domingo nel mese di marzo. Risultati brillanti che gli hanno consentito di arrivare tra i top 20 del ranking mondiale Under 18, salendo poi ulteriormente fino alla ventunesima piazza.
Oggi Leo è numero 21, se guardiamo alla graduatoria dei suoi coetanei, ma a lui – come a tutti gli altri – interessa altro. E allora quel primo punticino Atp che apparirà di fianco al suo nome nel ranking in uscita il prossimo 24 maggio (i punti del circuito Itf vengono conteggiati con una settimana di ritardo) sarà comunque un momento significativo nella sua crescita. Nessuno, in fondo, sarà così antipatico da ricordagli che papà vinceva il suo primo Roland Garros – quello vero – a 18 anni compiuti da 10 giorni.