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Quali sono state le tappe decisive nella crescita del ragazzo di Pesaro, classe 2003? Ripercorriamo quelle più importanti, dalla vittoria nel torneo Les Petits As di Tarbes del 2017, al trionfo nel Challenger di Maiorca. Con in mezzo alcuni dubbi che adesso sembrano ormai alle spalle
05 ottobre 2022
A prescindere da come finirà l'avventura kazaka, Luca Nardi al termine di questa settimana avrà fatto un altro passo decisivo verso il suo approdo nel tennis che conta. Oggi il pesarese, classe 2003, è già numero 130 della classifica Atp 'live', nonché 119 nella Race. Con le Next Gen Atp Finals di Milano che sono ormai più di un'ipotesi, visto che l'azzurro è davvero a un passo (5 punti) dallo svizzero Dominic Stricker, in teoria ultimo qualificato per l'evento dell'Allianz Cloud.
Ma da dove nasce, il fenomeno Nardi, e quali sono state le tappe di avvicinamento al vertice? Il percorso è interessante perché è molto diverso da quello degli altri italiani attualmente al top. Il marchigiano è stato una promessa sì, fin da piccolo, dunque non si è potuto nascondere come Jannik Sinner e Matteo Berrettini. Ma allo stesso tempo non è stato nemmeno un numero 1 come Lorenzo Musetti, che già da Under 18 aveva mostrato tutte le sue qualità arrivando al vertice del ranking Itf e vincendo gli Australian Open. Nardi, al contrario, è stato al massimo numero 17 nella graduatoria Juniores, senza mai dare particolare peso alle prestazioni tra i giovani.
Luca Nardi dagli inizi all'impresa contro Djokovic
UNDER 14 - Un passo indietro, invece, è doveroso per raccontare il Nardi bambino. L'anno più importante è il 2017, quando Luca si fa notare vincendo il trofeo Les Petits As di Tarbes, in Francia, una sorta di Campionato del mondo della categoria, superando in finale il serbo Hamad Medjedovic. Nello stesso anno vince – da favorito – il titolo italiano, piegando nel match decisivo Giorgio Tabacco. In entrambi i casi, Luca non gioca per il risultato, anzi cerca di divertirsi e di sperimentare. Eppure vince lo stesso, segno che il suo talento è qualcosa di molto, molto importante.
UNDER 18 - Il periodo tra gli Under 14 e gli Under 18 è quello più complicato, in termini di maturazione. Il ragazzo va a corrente alternata, anche per quanto riguarda la fiducia in se stesso. E quando approda nel circuito Itf, i risultati non sono eclatanti. Negli Slam, che sono spesso la cartina di tornasole dell'attività Juniores, il miglior risultato è un terzo turno al Roland Garros 2020, quello recuperato in autunno dopo il lockdown. Per il resto, tre secondi turni e la sensazione che manchi ancora qualcosa per far scattare un salto di qualità. Qualcuno pensa persino che Nardi si stia stancando del tennis. Niente di più sbagliato.
Luca Nardi (foto Fioriti)
IL CIRCUITO PRO - Mentre fa esperienza con i coetanei, Nardi comincia a mettere nello zaino anche qualche apparizione nel circuito pro. Il suo primo evento da professionista nel circuito Itf lo gioca a Sassuolo nel giugno del 2018: parte dalle qualificazioni e approda nel main draw, arrivando subito a conquistare un ottimo quarto di finale. Bisogna attendere un anno, tuttavia, perché il ragazzo torni in scena. Ma in seguito bastano pochi tornei per arrivare al primo titolo, il 15 mila dollari di Sharm El Sheikh, marzo 2020. Come si capisce dalla data, siamo già entrati nell'incubo pandemia, e quel torneo vinto sarà l'ultimo giocato dal marchigiano prima dello stop del circuito.
POST-PANDEMIA - La ripresa, come per tutti, non è semplice. Ma ormai Luca si è convinto a provarci sul serio anche coi Challenger, lasciando da parte quasi completamente il circuito Itf. Le vittorie contro il tedesco Bachinger a Trieste e contro Giulio Zeppieri a Parma dicono che la direzione è quella corretta, anche se ciò che fa difetto – come è normale che sia a questa età – è la continuità. Così il marchigiano torna a frequentare qualche 15 mila e qualche 25 mila. Vince a Genova, perde in finale a Perugia, poi nel settembre del 2021 fa un altro salto di qualità vincendo a Madrid.
Nel 2021 Nardi ha vinto due titoli ITF: un 15mila dollari a Genova e un 25mila dollari a Madrid
IL 2022 – Si tratta del preludio alla sua stagione migliore. A gennaio di quest'anno trionfa a Forlì conquistando il suo primo Challenger, senza peraltro che la cosa sorprenda particolarmente, né lui, né il suo staff. In finale ha ragione dell'indiano Mukund con un netto 6-3 6-1. Avanti: ad aprile va a Lugano, domina un giocatore esperto come il tedesco Stebe (6-1 6-1) e vince di nuovo superando in finale la promessa elvetica Leandro Riedi. Il terzo trionfo è quello recente di Maiorca, casa Nadal, un'altra cavalcata trionfale, stavolta però con tante battaglie di tre set di mezzo, a rendere la vicenda ancora più interessante. Perché adesso il pesarese continua a mostrare lo stesso talento di prima, condito però da una voglia di lottare inedita, visto un carattere tendenzialmente timido.
Luca Nardi e il suo staff: alla sua destra Frank Musarra, a sinistra Gabriele Costantini. Accosciati coach Francesco Sani e Matteo Baldini
ROMA – Un crescendo notevole per il marchigiano dove non mancano nemmeno i match persi con merito. Pensiamo alla qualificazione agli Internazionali d'Italia e al match di 1° turno sul Pietrangeli perso contro il britannico Cameron Norrie, allora numero 11 del mondo o alla sconfitta nel turno decisivo di qualificazioni al Roland Garros contro lo spagnolo Bernabe Zapata Miralles. Cme si descrive Luca? Così: “In campo mi piace fare un po’ tutto, soprattutto sorprendere l’avversario facendo qualcosa che non s’aspetta e che lo mette in difficoltà, togliendogli i punti di riferimento”.
Quest'anno, le sue prospettive di carriera hanno cambiato decisamente marcia. Il ragazzo che ha continuato a lungo a frequentare la scuola pubblica e a giocare, per mantenere vivo un piano B di cui sentiva il bisogno, ha lasciato spazio a un professionista maturo e consapevole. Ha iniziato la stagione da numero 364 del mondo, oggi è a un passo dai top 100 e dunque dall'ingresso in quel mondo che fino a poco tempo fa vedeva così lontano. Una barriera superata che tuttavia potrebbe essere soltanto un inizio. Con l'amico d'infanzia Carlos Alcaraz come tifoso d'eccezione.