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Campioni next gen

"Sei fuori di testa, ma diverso da loro"

Lorenzo Musetti batte anche Grigor Dimitrov, raggiunge la seconda semifinale in quattro tornei ATP disputati e si assicura l'ingresso in top 100. Il suo tennis creativo e spettacolare ha conquistato tutti.

di | 19 marzo 2021

"Tu sei fuori di testa, ma diverso da loro", cantavano i Maneskin sul palco del Festival di Sanremo. Nel refrain di "Zitti e buoni", la canzone con cui hanno vinto all'Ariston, si specchia il tennis generoso e spettacolare di Lorenzo Musetti.

Non sta zitto e buono, il carrarese. E non stanno zitti e buoni nemmeno i tifosi di Acapulco, conquistati dal suo tennis di coraggio e fantasia. Al quarto torneo ATP in carriera, Musetti ha centrato la seconda semifinale in carriera, la prima in un 500, e l'ingresso fra i primi cento del mondo.

Il suo è un tennis generoso, che attira e diverte. Piace e non si compiace, Musetti. Usa tutto il campo, pennella palle corte e passanti. Copre il campo con velocità e sicurezza, merito anche del lavoro con il coach Simone Tartarini e con il fisio Giovanni Teoli che lo accompagna ad Acapulco. L'abbraccio a entrambi dopo un'altra partita che lo ha lasciato fradicio di gioia e sudore non è solo di facciata.

Al suo undicesimo match in carriera nel circuito ATP,  il sesto ad Acapulco tra qualificazioni e main draw, ha mostrato un tennis scintillante e un'invidiabile condizione atletica contro Grigor Dimitrov. Un duello di fino, con tutti gli ingredienti di un tennis completo e vario. Musetti è durato di più, ha chiuso al settimo match point, e di nuovo si è steso sul cemento di Acapulco guardando il cielo con gli occhi umidi per una gioia difficile da contenere.

"E' incredibile, non me l'aspettavo" ha detto dopo aver completato il successo 6-4 7-6(3). "Penso di aver giocato la miglior partita della mia carriera. Grigor è un avversario incredibile, un grande combattente. Oggi ho mancato tanti match point, non è stato facile per il mio allenatore". A giudicare dalle inquadrature della tv, decisamente no. Tartarini ha giocato una partita nella partita, era in campo a suo modo anche lui, con e per quel talento che considera un po' il suo terzo figlio. E che Musetti considera un secondo padre, da celebrare con quello vero oggi più che mai.

"Sento che adoro vincere e che perdere non mi piace" ha detto a fine partita, a caldo dopo il match. "Ho cercato di rimanere concentrato nei momenti difficili, penso che sia questa la chiave dei miglioramenti dell'ultimo mese".

Musetti attira l'attenzione, proprio perché diverso dagli altri. Proprio per questa suo temperamento artistico, per l'indole creativa che cerca l'utile attraverso il bello. E' la negazione del tennis schematico, del "corri e tira" iper-efficiente, mette in conto il rischio e l'errore.

In Messico, le televisioni sono già pazze di lui. Anche i grandi coach come Brad Gilbert insistono sui social a chiamarlo "Muserati", un bel tratto distintivo. E' la fuoriserie del tennis italiano.

Adesso lo aspetta Stefanos Tsitsipas, portatore come lui di coraggio, altruismo e fantasia, quei particolari da cui si giudicano i giocatori. "E' uno dei migliori nel circuito, sarà un onore giocare con lui" ha detto Musetti, che in questo momento è già numero 94 del mondo. Se dovesse battere Stefanos Tsitsipas in semifinale salirà intorno al numero 77. Conquistando il primo titolo ATP si avvicinerebbe alla posizione numero 55.

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