Chiudi
La 18enne cinese che si allena in Spagna ha vinto due tornei in Italia nel corso del 2020, a Cordenons e a Selva di Val Gardena. Poi ha cominciato il 2021 dominando il 25 mila di Amburgo. Andiamo a scoprire una delle 'Next Gen' più interessanti del panorama femminile
di Cristian Sonzogni | 07 febbraio 2021
Ne è passato di tempo, da quando Li Na riuscì nell'impresa di rendere popolare il tennis in Cina. Una quindicina d'anni, se pensiamo ai suoi primi risultati importanti, dieci esatti dal trionfo al Roland Garros che la fece diventare d'un colpo eroina nazionale. Quel titolo spalancò le porte della racchetta a un miliardo e trecento milioni (circa) di suoi connazionali, in precedenza quasi totalmente all'oscuro del significato di termini come game e set, volèe e rovesci.
In particolare – per spirito di emulazione – si avvicinarono al tennis con una certa velleità e tanto entusiasmo molte ragazze che da quel momento cominciarono a vedere una possibilità concreta di emergere attraverso il mondo dello sport. Nel 2011, Qinwen Zheng aveva nove anni, e aveva già cominciato a pensare in grande. Del resto, ad accomunarla con il suo idolo c'era pure il luogo di nascita, quella Wuhan che oggi conoscono in tutto il mondo per un altro e ben più sinistro motivo. Il luogo che, in ogni caso, tutti assoceremo per sempre alle prime notizie di questo incubo planetario chiamato Covid-19.
Non solo Swiatek: dieci stelline under 21 da seguire
Qinwen Zheng è nata dunque nel 2002, ha soltanto 18 anni ma non possiamo chiamarla 'Next Gen' perché questo brand non ha ancora trovato casa nel panorama del circuito Wta. Tuttavia, dei Next Gen uomini mantiene il significato: una ragazza di talento, giovanissima, ambiziosa. Che peraltro nel corso del 2020 si è fatta conoscere molto bene dagli italiani, avendo vinto a Cordenons in agosto (superando quattro azzurre nel percorso) e a Selva di Val Gardena in dicembre, nell'ultimo torneo dell'anno.
Non è finita qui, però, perché Qinwen ha cominciato esattamente allo stesso modo di come aveva concluso, trionfando nel 25 mila dollari di Amburgo, dove in finale ha spento i sogni della 15enne terribile Linda Fruhvirtova. Insomma, la Zheng sa vincere, su questo ci sono pochi dubbi. Bisognerà capire se riuscirà a farlo con continuità anche nel circuito maggiore, ma le premesse sono decisamente importanti. E non da ieri, visto che già fra le Juniores aveva lanciato qualche segnale significativo, trionfando in tornei di grande prestigio come quello di Santa Croce o come l'Eddie Herr, entrambi conquistati nel 2018.
Al suo angolo, da un anno e qualche mese c'è il coach spagnolo Jordi Marse-Vidri, 40 anni, ex professionista con un modesto best ranking, al numero 562 Atp. Il tecnico iberico ha saputo inquadrare i suoi colpi veloci dandole un piano di gioco che adesso funziona a dovere un po' ovunque. Non solo sul veloce, ma anche sulla terra o comunque in condizioni più lente rispetto a quelle che le piacciono.
Con loro, in Spagna, ci sono pure Arantxa Rus e il suo allenatore Julian Alonso, e il quartetto si spinge a vicenda, con le due giocatrici che cercano – pur avendo caratteristiche estremamente diverse – di attingere una dal gioco dell'altra per completare il proprio bagaglio tecnico. Qinwen rimane una che ama rischiare, ama fare gioco attraverso colpi piatti e puliti, ma si sta rendendo conto che non sempre è il caso di tirare a mille, soprattutto quando dall'altra parte c'è una giocatrice disposta a fare qualche regalo.
Stare rinchiusa a Wuhan, durante la pandemia, mi ha fatto capire quanto sono fortunata nella vita: faccio ciò che amo, gioco a tennis e cambio Paese quasi ogni settimana. Adesso sono più consapevole di tutto questo.
“Essere confinata a Wuhan durante il primo lockdown del gennaio 2020 – ha spiegato la 18enne cinese – è stata una specie di lezione: mi sono resa conto di quanto sono fortunata a fare la vita che faccio, viaggiando nei tornei, cambiano Paese ogni settimana. Quando sono uscita per la prima volta, camminando con la mascherina, persino respirare mi pareva difficile. Poi ho ripreso ad allenarmi e piano piano ho ritrovato il ritmo partita, fino ad arrivare a giocare il mio miglior tennis proprio in Italia".
"Al mio coach Jordi devo molto: mi ha saputo dare solidità, averlo incontrato è stato un bel regalo e spero di proseguire con lui ancora a lungo. I miei idoli sono stati Li Na fra le donne e ovviamente Roger Federer tra gli uomini. Ma chi, tra quelli che seguono il tennis, non ama Roger?”. Parla con un filo di voce, la Zheng, come da tradizione del suo Paese e come da indole, piuttosto tranquilla: poche parole e tanti fatti. A parlare ci pensa il campo, e a breve potrebbero essere anche le top players a dover fare i conti con lei.