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Il nuovo Basilashvili, maturo e vincente

Il georgiano si conferma campione ad Amburgo. Qui l'anno scorso aveva conquistato il primo titolo ATP entrando in top 50. Superato in tre set il russo Andrey Rublev, sconfitto per la terza volta in quattro finali

di | 28 luglio 2019

Basilashvili

Le buone vibrazioni non sono solo un buon tema da canzoni. Nikoloz Basilashvili illumina la Rothenbaum Arena di geometrica quanto controllata potenza. Si conferma campione dell'ATP 500 di Amburgo, dove l'anno scorso aveva festeggiato il primo titolo in carriera e l'ingresso in top 50. Il terzo titolo in carriera, tutti in tornei ATP 500, lo proietta a eguagliare il best ranking al numero 16 del mondo.

Il 75 46 63 al russo Andrey Rublev, un impasto di energia più sfocata, inafferrabile come il movimento in una fotografia, racconta un confronto teatrale sul confine tra la velocità e la continuità. 
Rublev, figlio di pugile, fluttua leggero e colpisce. Basilashvili, figlio di ballerino classico, non danza ma affonda colpi decisi. Il russo, che arriva in vista del traguardo più stanco ma si consola almeno con il ritorno in top 40 la prossima settimana, ha già vinto due partite in rimonta nel torneo. Non è abituato a lasciarsi andare quando le possibilità di vincere si riducono. Non l'ha fatto dopo gli infortuni, dopo l'inattività e un'assenza forzata. Non l'ha fatto in campo, anche se non gli è bastato per vincere il secondo titolo in quattro finali ATP.
Il break nel settimo game del secondo set se lo guadagna con un cambio di passo in risposta: più taglio, rimbalzo più basso nell'angolo sinistro e sorpasso. I due si sfidano nella ricerca del punto debole dell'avversario. Rublev gioca sull'anticipo, sull'apertura veloce di campo. Vuole far spostare subito Basilashvili, che prova a non dargli angolo, a rispondere centrale e giocare più alto e profondo. Ma a parità di punti vinti al servizio nel secondo set, la differenza la fanno i suoi 17 gratuiti contro i sei di Rublev che rispetto al primo neutralizza meglio il dritto del georgiano.

Si vedono eccome gli effetti del lavoro di Basilashvili con Jan De Witt, coach cui si attribuisce un database con le caratteristiche tecniche e tattiche di 400 giocatori. "Non ho mai incontrato un tennista che imparasse velocemente quanto lui" ha detto De Witt a James Buddell per un dettagliato profilo pubblicato sul sito dell'ATP la scorsa primavera. "Ha un talento naturale nell'apprendere in materia di movimenti e biomeccanica. Non è certo usuale. Impara nozioni complesse in breve tempo e ha la disciplina per lavorare duro".
Si è sempre esaltato nelle grandi occasioni, già da quando si allenava a Sacramento (tra il 2007 e il 2001) e non vedeva l'ora di incontrare le teste di serie nei tornei. Ma per arrivarci non con occasionale provvisorietà, a quelle grandi occasioni, ha dovuto limare le fragilità, i condizionamenti negativi di un perfezionismo che si alimenta della consapevolezza di saper giocare punti perfetti. 

Chiede tanto al suo gioco, e Rublev non è da meno. Leggermente superstizioso, tende a ripetere le stesse routine nel torneo (cena nello stesso posto o sale nella macchina del torneo sempre dallo stesso lato), il russo, su cosa deve lavorare. "Devo controllarmi di più in campo" diceva a Marca l'anno scorso. Lavorare sulla testa più che sul fisico esplosivo ma esile, sulle spalle strette. "Tiro forte quanto gli altri. Avere i bicipiti grossi non credo sia decisivo. Certo, devo lavorare sul fisico per aumentare la resistenza, per essere più rapido e poter giocare meglio gli scambi lunghi".

E' sulla tenuta nella successione di scambi tutto sommato brevi che si decide la finale. Un match manifesto della maturità del 27enne Basilashvili. "Se potessi parlare con me stesso a 21 anni, gli direi di cambiare non stile di gioco ma approccio mentale" ha detto all'ATP. 

Perché i successi sono sempre figli di una forma di talento. Ma il talento è sapere come fare a mettere il talento al servizio dell'obiettivo, e per capirlo la maturità dell'uomo viene prima del valore del giocatore. Le buone vibrazioni aiutano, Basilashvili ci ha messo tutto il resto. Da qui, può solo allargare i suoi orizzonti.
 
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